"Thro' evening shades I haste away / to close the labours of my day."

Da Sharn, con amore

Stanotte ho fatto un sogno veramente idiota… dovevo dare due esami, una prova di italiano e una di francese, come le certificazioni europee di lingue straniere; non c’era un motivo preciso per cui dovessi farli, erano semplicemente obbligatori per TUTTI, come fosse un censimento, era tornata a casa a farli persino una mia vecchia amica che adesso vive negli USA.
Sta di fatto che a me tirava immensamente il Qlo, non ne avevo voglia e continuavo a chiedermi cosa sarebbe successo se non mi fossi presentata il giorno del mio appello. Ad un certo momento mi veniva legittimamente il dubbio che una cosa così idiota potesse essere surreale e me la stessi semplicemente sognando, e a quel punto mi rivolgevo a Yuri, che candidamente mi rispondeva “cerca su internet, se è tutto un tuo sogno non troverai niente”. E io cercavo. E porcamiseria trovavo un sacco di voci e anche commenti su Facebook. E quindi mi ero rassegnata ad andare in centro a fare quest’esame del menga. E alla fine mi sono svegliata veramente e mi sono detta dddiottipregofachesialavoltabuona…
Stamattina Facebook parla solo della buon’anima di Nelson Mandela. Sono terrorizzata perché questi Grandi Uomini muoiono e non c’è ricambio generazionale.

Comunque sia, ieri sera ho realizzato che provo del genuino benessere emotivo nel guardare fuori dalla finestra, quando fa buio, e vedere gli autobus passare. Non so come mai. Gli autobus. Delle macchine non mi frega niente, solo gli autobus riescono ad incastrarsi bene nella mia cornice pre-natalizia.

Il problema di fondo è che da qualche giorno non sono molto presente, il più delle volte perché sono in fissa con il gdr – e il mio blocco da scarabocchi ne guadagna, in effetti.


E non solo lui.

Insomma, ad un certo punto eravamo tornati nel vecchio covo delle arpie. Tutta la montagna brulicava di lupi e soldati del Daask, una parte instupiditi e ammaliati al servizio dell’Elfo con la faccia dipinta e l’altra invece faceva capo a Kesshta, al soldo di Azimuth; noi sneaky sneaky eravamo riusciti ad arrivare alla grotta in cui l’Elfo aveva evocato una testa gigante e stava sacrificando i nobili scomparsi ai concerti di Antares per un rituale non meglio definito. Alhambra aveva rischiato di lasciare le penne prima nelle fauci del barghast, e poi immolata sulla spirale magggica – al posto dell’ultimo nobile che Dargrosh aveva ucciso con un colpo di balestra nel tentativo di interrompere il rito. Keryon era riuscito a prendere tempo facendo il nome di Antares (quello vero, Erunir Tinu’viel), e alla fine la volta della caverna era crollata, Azimuth aveva guastato la spirale, l’Elfo e la sua testona se l’erano data a gambe attraverso una pietra del teletrasporto, eravamo riusciti a rianimare i nobili e poi, pian pianino, a riportarli a Sharn.
A quel punto le strade si erano momentaneamente divise:

– Quimae finisce a Dal’Quor, dove incontra la “traccia” di una donna elfica, ormai defunta, di nome Nìniel, che aveva assistito sua madre al momento della sua nascita e che le rivela di aver amato suo padre e avergli dato due figli – di cui uno si rivela essere Keryon. Scopre anche, sbirciando nei sogni di Alhambra, che i rapporti tra lei e Viktor sono morbosamente influenzati dalla creatura che vive dentro suo fratello. Infine tenta di mettersi in contatto con il suo vecchio maestro Monaco per chiedergli notizie su chi e come l’avesse lasciata in fasce sulla porta del monastero, ma il maestro le risponde che potranno parlarne solamente di persona.

– Keryon, dopo le rivelazioni di Quimae, apre una vecchia lettera di suo padre (adottivo) in cui è menzionata questa Nìniel – che aveva amato ma non aveva potuto sposare perché lei era una Phiarlan e lui un Signor Nessuno – e racconta di come lei in punto di morte gli avesse affidato il bambino pregandolo di tenerlo lontano dalle grinfie del padre biologico; fa anche il nome di Alabass, che Keryon credeva fosse semplicemente il cugino che gli aveva causato lo screzio con la sua famiglia, e che invece a quanto pare non ha nulla a che vedere né con i Phiarlan, né con i Moonshadow, ma sembra essere un Tinu’viel; molte cose al momento fanno supporre che sia il padre naturale di Keryon e Quimae, il che li rende anche parenti di Antares/Erunir.
Al Casato dei Phiarlan chiedono di Nìniel, ma ottengono solo la conferma che sia morta… però scoprono che un Elfo, corrispondente alla descrizione di Alabass, li sta cercando, e già da qualche tempo.
Una volta ricongiunti ai loro compagni e messi al corrente della situazione, i due tentano di mettersi in contatto con Azimuth, ma apparentemente senza successo.

– Alhambra, tornata a casa, ritrova suo fratello molto più in forma di quanto non fosse l’ultima volta che s’erano incrociati. Sua cugina, Stella, però è sparita. Viene contattata da un compagno di Viktor, Shalme, che le confida di essere molto preoccupato perché ha scoperto che Viktor sta tenendo a bada il mostro che ha dentro con l’energia positiva assimilata dall’uccisione dell’Alto Prelato di Dol Arrah – dato per disperso giorni addietro.
Una sera, Viktor porta sua sorella a cena fuori in un ristorante di pregio di Volta-del-Cielo. Lei, turbata dalle rivelazioni di Shalme, è a disagio ed esagera con il bere; lui cede alle proprie pulsioni e la fa sua per ben due volte, prima nell’ombra di un vicolo e poi nel talamo di una locanda. Il mattino seguente, schiacciato dal rimorso per le proprie azioni e sconvolto nel venire a sapere che la sorte dell’Alto Prelato è stata scoperta, Viktor si dilegua. Sua sorella, furiosa, decide di tenersi impegnata nella ricerca di Stella; negli Ingranaggi però si imbatte in Dekron, ancora fuori di sé, che di nuovo cerca di farle violenza. Mostrandosi vagamente accondiscendente, Alhambra viene a sapere che Azimuth è in realtà un changeling. Decide a quel punto di agire di testa propria e manda un nuovo messaggio al Mago, che questa volta risponde e accetta di incontrarla.

Ultima puntata: Keryon e Quimae fanno un ingente prelievo dai propri risparmi e – dopo un’infruttuosa visita ai Phiarlan – si recano a Shae’lias dove trovano un Druido disposto a scrutare per loro. Scoprono così che Antares tiene dei barboni rinchiusi nei sotterranei di casa sua, ma quando cercano di spiare Alabass si ritrovano di fronte all’occhio della Testa Gigante, e Quimae rimane ustionata al viso. Tornano quindi di gran carriera a Casa Jorasco, e mentre Alhambra medica la compagna Mezzelfa la mettono al corrente degli ultimi risvolti. Decidono quindi di denunciare quanto hanno visto al buon sergente Dolom, il quale però ammette di non avere idea sul da farsi. Keryon decide di parlare con Muroni, e si danno appuntamento alla locanda dove alloggia Quimae; la Discepola dei Draghi confessa di stare a sua volta brancolando nel buio poiché le sue divinazioni hanno smesso di dare responsi. Sull’onda del trasporto, poi, i due Elfi finiscono con il copulare appassionatamente… e poi la sessione si conclude con la nottata penosa Alhambra, che nei suoi incubi rivive la serata trascorsa con Viktor, il quale però all’improvviso si trasforma nella creatura umbratile, la trafigge con un dito all’addome e lei si sveglia di soprassalto dopo una visione mostruosa di un neonato demoniaco.

Poi io non devo andarci in fissa?

Lascia un commento