"Thro' evening shades I haste away / to close the labours of my day."

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Struggimento Veneziano – Parte… 2? 3?

Il pellegrinaggio è un gradino oltre il turismo, che riguarda semplicemente il visitare luoghi e goderseli; il pellegrinaggio comprende un vincolo più profondo con la terra, con la natura sacra dell’esperienza che si vive non soltanto a destinazione ma anche lungo il percorso. Coloro che viaggiano per scopi spirituali traggono piacere e godimento tanto quanto i turisti, ma la loro esperienza si tinge della realtà del loro contatto con il mondo invisibile –non solo il paesaggio apparente intorno a loro, ma anche i suoi abitanti e guardiani.
Quando ci riconnettiamo ai luoghi sacri del nostro retaggio spirituale, la capacità di essere pellegrini influisce sulla nostra esperienza dei luoghi che visitiamo: l’abilità di vedere oltre la desacralizzazione, il dono di percorrere la strada con cuori pieni di aspettative e preghiere, l’omaggio per porgiamo –ancor prima di intraprendere il viaggio– ai guardiani ancestrali e alle presenze spirituali che tanto a lungo hanno atteso il nostro arrivo.

La citazione è una traduzione mia di un testo di Caitlin Matthews tratto dal libro The Celtic Spirit alla pagina dedicata al 13 di novembre (oggi, nel caso in cui mi riesca di cominciare e finire questo post in giornata – NdA).
Siamo tornati a Venezia, venerdì, ma non ho veramente pensato nell’ottica del “pellegrinaggio” finché stamani non ho letto questa pagina ed ho capito che sostanzialmente era stato proprio il nostro caso. Ci eravamo preparati un itinerario bislacco che toccava un po’ tutti i luoghi significativi ed i punti salienti di quello che ormai definisco il mio Struggimento Veneziano: una combo letale (chilometricamente parlando) di riferimenti alle memorie di Casanova,

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alle location de La Spia del Mare (con l’eccezione dell’Erbaria, dove comunque ero passata quell’ultima volta di fine aprile)…

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…nonché del Rondò con la Morte,

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e a quel poco che abbiamo scoperto riguardo alla nostra vita passata lì.

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Lasciamo perdere il discorso MAGONE (scritto proprio tutto maiuscolo)… Sono arrivata al Ponte della Costituzione (ma tuttora…) mi sono guardata indietro e mi è salito il groppo in gola e le lacrime agli occhi senza nessuna ragione ragionevolmente valida.
Parlavamo di pellegrinaggio, e quindi parliamo di quello che ho portato a casa venerdì sera, oltre ad un paio di cosine lushose… Perché ci sto pensando su, e mi accorgo che –anche se ancora non riesco bene a focalizzare come– ne sono uscita arricchita. Mi sento più completa e più forte, davvero, ed in maniera molto diversa da una gitarella turistica. Ma anche in maniera molto diversa da quando eravamo stati lì per il meeting, per dire.
Stavolta eravamo andati apposta, eravamo più consapevoli (Yuri crede peraltro di aver “sentito” quando siamo passati nei pressi della nostra vecchia casa) e i risultati ci sono indubbiamente stati.
Senza contare che abbiamo fatto un piacevolissimo Bacaro Tour e, pur avendo macinato km senza mai fermarci più di 5 minuti, le gambe mi hanno egregiamente portato per tutto il tempo e tutta la strada che si è resa necessaria senza farsi sentire.

Domenica sera avevamo in programma una tavolata fra Limoni; all’ultimo abbiamo deciso di rimandare perché Nja non poteva esserci, ma io, non potendolo prevedere, nel tardo pomeriggio avevo comunque tavolato con Yuri sulla questione veneziana, e Vick dice di provare con una regressione di qualche tipo (“Quello che vuoi, basta che ti porti indietro”). Quando ho domandato come mai tutto questo sia per me COSÌ intenso, mi ha risposto che è “perché lo è stato”, perché c’è qualcosa nella mia vita di adesso che si sta come sovrapponendo, in dinamiche o chennesò, a quella vita lì.
Mi azzardo a dedurre che, se stavolta non è sufficiente che ci raccontino Loro come sono andate le cose, significa che devo proprio rivivermele, devo vedere in prima persona. Regression is the key.

Magari domani sera, se la solitudine concilia…


Primizie varie ed eventuali

Siamo reduci da un interessante weekend ricco di primati.

Venerdì, in occasione del primo Dolomiti Fantasy di Trichiana, abbiamo pubblicamente sfoggiato il nostro primo “cosplay” come Drizzit & Friends. Molto casalingo, assolutamente low-budget, ma dignitoso; quantomeno, chi conosceva Drizzit ci ha riconosciuti tutti subito!

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Sabato pomeriggio gitarella fuori porta al castello di Monselice, in occasione dell’Accademia FISAS di Giugno, con visita all’armeria. Un genere di visita in cui sono gli ospiti a spiegare le cose alle guide, quindi piuttosto atipica 😀

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Domenica – tralasciando un brutto risveglio in cui non sai se provi più rabbia contro il terrorismo islamico o inenarrabile vergogna nel far parte di un popolo che, scampato a tutti gli attentati, pensa bene di rimediare autoinfliggendoseli – seconda puntata di Accademia e PRIMO torneo di striscia per Yuri, che si classifica PRIMO, con un sacco di complimenti da parte degli istruttori, compreso il Grande Capo, che ha commentato con un

“Con te vince la bella scherma”

che io mi sarei fatta la pipì addosso per l’emozione.
Non è buffo quante volte in vita mia mi sia capitato di scrivere di tornei di scherma, e quando alla fine davvero il mio uomo è il più bravo con la spada, io non sono neanche lì a sbrodolare? Life is silly.

Allora, la sfida di questo mese sarà la Ricerca dell’Hygge Estivo. Ordini superiori.
Ricreare un’atmosfera hyggelig d’inverno, in casa, è abbastanza facile, ma d’estate è tutta un’altra musica e coinvolge anche il Mondo Esterno, con i suoi spazi e i suoi ARGH! abitanti.
Non so veramente da che parte cominciare.


Di Walpurgis, Venezia, Vampiri, i d’Armer e i miei parenti che non si decompongono

Ma davvero è da febbraio che non pubblico più niente?

Innanzitutto, felice Beltane!
Io ero al meeting Fisas 2017 alla Ghirada (Treviso), e tutto sommato penso che sia stata ugualmente una Walpurgisnacht in piena regola. Sì, insomma… letteralmente.



Il meeting in sé è andato molto bene; attendiamo “feedback ufficiali” ma qualcuno si è già sbilanciato in commenti e pare che siano rimasti soddisfatti, il che è cosa buona e giusta, perché essendo Yuri nell’organizzazione è stato parecchio sulle spine fino all’ultimo.

Per quanto mi riguarda, al momento sono in una fase di profondo “mal di Venezia”. Tipo il Mal d’Africa. Tipo Saudade. Tipo Sehnsucht. Tipo pucundria… non lo so neanche io.
Venerdì c’era la “Venice Experience” – perché ad un certo punto qualcuno del direttivo deve aver pensato che far venire a Treviso Maestri da tutta Europa e non portarli a vedere Venezia sarebbe stato un po’ un sacrilegio – e mi sono aggregata più che volentieri. Smaniavo di tornare a Venezia da quando – nel corso di questi tre mesi di latitanza – avevo finito di leggere La Spia del Mare di Virginia de Winter, un libro che per molti versi mi ha ricordato la Trilogia di Kushiel e di cui, di conseguenza, mi sono innamorata in maniera particolare. Libro che è ambientato lì – ovviamente – negli anni 1741-1746.

Giravamo per calli e sotoporteghi dietro una guida d’eccezione (Alberto del direttivo FISAS, archeologo e veneziano di studi) che ad un certo bel momento abbiamo anche perso da qualche parte dopo Rialto, mentre fotografavamo la sera che scendeva sul Canal Grande…

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…lungo la via del ristorante; e intanto io vagavo per conto mio anche in un mondo parallelo-ma-neanche-troppo pieno di tabarri e tricorni e maschere e tramacci sotto i felze.
Nadir, Monsieur, El Cid ed Ermes. Arrivati all’Erberia ho dovuto tirare un sospiro.

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Ci sono ancora brutti ceffi in cappa nera che si sfidano a duello nelle calli più anguste, comunque.
(Purtroppo questo pacchetto base di WordPress non mi permette di caricare video, comunque lo trovate su Instagram.)

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Sono tre giorni che ascolto solo Rondò Veneziano (mi sto facendo una playlist su Spotify con un mio personalissimo best of, perché è una discografia immensa) ed ogni play è un “riportami lì”.
Non so perché stavolta sia così tragica e patetica; è stata la prima volta che me la sono girata anche di notte…

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…questo sì, e avevo davanti agli occhi visioni di ogni sorte… Mi sono innamorata. Lunedì mattina intanto che Yuri faceva le ultime lezioni ho riletto quasi tutto La Spia del Mare e stavo a struggermi come una deficiente, molto più della prima lettura – e non per la trama, anche se gli occhi color lapislazzuli di Cassian d’Armer… deh…

Tra l’altro, sabato pomeriggio, in una parentesi di noia, ho fatto una velocissima ricerca sulla famiglia d’Armer e a quanto pare sono esistiti davvero e davvero erano “governatori di nave”, con Alban (Albano) d’Armer – che secondo Bembo non ha fatto una bella fine perché fu portato prigioniero a Costantinopoli e segato in due quando non volle convertirsi, mentre secondo Giustiniani invece morì sulla sua nave stringendo in pugno il vessillo con il Leone – capitano della seconda nave più grande della flotta veneziana nella battaglia di Zonchio contro i Turchi del 1499.

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Nota: venivano da Pieve di Cadore, pensa un po’.
“E’ Cadore loco ciuilissimo et habitato da gente Nobile et di eleuato ingegno: et ha con la città di Belluno gran dipendenza essendo corsi tra loro in diuersi tempi molti parentadi”. 
(Dell’Istoria di Giorgio Piloni Dottor Bellvnese, la pagina è la stessa in cui si menziona Albano d’Armer).

Tutto ciò non perché avessi dubbi sul fatto che milady de Winter abbia fatto i suoi conti, quanto perché – proprio a mo’ di tributo al suo lavoro – stavo pensando di inserire un d’Armer nel background del mio ultimo personaggio, Ranja, in una cronaca di Mondo di Tenebra che Yuri sta narrando e che ha ambientato nella Venezia del 1614.
E’ vero che, stando ai documenti ufficiali, la famiglia si è estinta nel 1553 con Giacomo (o Jacopo) d’Armer, ma il sangue di vampiro fa meraviglie.

Tra l’altro, tanto per dire: biologicamente parlando, io ho ereditato dei geni veneziani da una trisavola, la “nonna Romana” Favaron, da qualche tempo affettuosamente ribattezzata appunto la nonna vampiro perché quando ne hanno disseppellito le spoglie per fare spazio nella tomba di famiglia, lei non si era minimamente decomposta e quindi l’hanno rimessa a posto, e sta ancora là.

Tornando ai d’Armer, ho letto che in Santa Margherita c’è un’iscrizione, su un sigillo sepolcrale, che nomina un certo Armaria Petrus – essendo “Armario” una delle versioni dello stesso cognome (Armario, Armer, Darmario, Darmer e D’Armer) – e che potrebbe riferirsi ad un certo Pietro figlio di Cattarino Armario, che nel 1445 fu eletto rettore di Feltre. Indovina chi è nato a Feltre?

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Dai, è divertente… ho passato un pomeriggio alternativo in maniera totalmente FUTILE e morivo dalla voglia di scriverlo da qualche parte.


Buongiorno Gennaio!

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Felice anno calendariale nuovo!

Speriamo che, adesso, aprire gli occhi ogni mattina e posarli su Maul Cosplay nei panni di Geralt di Rivia sia di buon auspicio per un anno pieno di sorrisi ebeti.

Il nostro 2017 è cominciato in maniera alquanto bizzarra… tralasciando che a mezzanotte eravamo online su Warframe con Michele e Klonky a registrare un video di saluti nell’osservatorio del Dojo di clan, la mattina ci siamo svegliati e l’acquario di Tama era VUOTO. E non intendo “vuoto” nel senso di Tama che non c’era – lei era ancora al suo posto – mancava l’acqua, e “mancava” nel senso che non era proprio da nessuna parte. Insomma, io non so quantificare quanta acqua ci sia normalmente in quell’acquario perché non mi prendo la briga di fare i conti, ad ogni modo è una vasca di, ad occhio, 100x60x40 con mediamente 20-25 cm di acqua, quindi comunque siamo nell’ordine di DECINE di litri svaniti nel NULLA. Giuro. Avrebbe dovuto esserci un lago per terra, e invece c’era soltanto un velo di umidità dietro il mobile, che se n’è andato con una singola passata di mocio.
Potrebbe esserci una cantina allagata da qualche parte, ma pare di no. Anche dall’appartamento di fianco non abbiamo sentito nulla. L’ipotesi più scientificamente plausibile, alla luce del fatto che la perdita era nel tubo in uscita dal filtro che molto probabilmente è stato maninamesso dal Fufo, è che l’acqua sia uscita così lentamente che noi non ce ne siamo accorti e che abbia fatto in tempo ad asciugarsi da sola quasi completamente.
Oppure se la sono bevuta gli alieni, i Maya, i Templari e gli Illuminati.
Oppure Tama stavolta ha davvero esagerato con la sua seconda vita segreta.

Ad ogni modo, per quanto io abbia già fissato i miei propositi per il Nuovo Anno il primo di novembre, è impossibile non sentire questa corrente d’aria per le pagine che si voltano tutte insieme. Mi sento di buon umore e propositiva, per quanto sia domenica e persino Mr.Wonderful è impaginato in modo che il grande checkpoint di rinnovamento sia domani.
Sto aspettando due libri, tra l’altro, uno è The Witching Way of the Hollow Hill che era consigliato in uno dei saggi del To Fly By Night, e l’altro è Rise Sister Rise, A Guide to Unleashing the Wise, Wild Woman Within che recentemente ha spopolato nella mia piccola community di Instagram preferita. Leggere a spron battuto mi carica, mi ispira e mi motiva, anche se sto leggendo diverse cose contemporaneamente e non credevo di esserne in grado.
Purtroppo non ho controllato a che punto ero arrivata con la sfida di lettura di Goodreads per il 2016, so di non essere riuscita a completarla ma credo non di molto, così quest’anno mi sono fissata un obiettivo più realistico. Non vedo l’ora di cominciare.

La dieta va alla grande, la salute c’è, da giovedì sera abbiamo pure la fibra e ho caricato un video da quasi 2Gb in poco più di 20 minuti, ho rimpinguato la busta dei risparmi per le emergenze, mi hanno spedito la nuova carta di credito… gennaio non ti temo.
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Bollettino di guerra

Sono contenta che sia finito agosto, come mese ormai si trascinava, più che passare.

Adesso con due blog e due agende comincio a fare seriamente fatica a prendere un ritmo, chiedo venia. Mi appoggio pesantemente all’app per smartphone per riuscire a scrivere qualcosa ogni volta che mi capitano cinque minuti di ispirazione, ma si tratta di materiale che finisce per lo più su Sentieri, per questioni di priorità.

Facciamo un pochino il punto della mia situazione domestica.
Le nostre piante di peperoncino (Gualtiero l’Habanero e Carolina il CarolAIna Reaper, NdA) si sono infestate di afidi e stavamo vedendo buoni risultati con un repellente casalingo a base di aglio, aceto e malegrazie, a impatto zero sull’ambiente ma devastante nelle mie narici, poi però non riuscivamo mai a debellarli del tutto e quindi in consorzio ci hanno dato del piretro. Yuri ha colto il primo frutto di Satana e l’ha usato per farci del sale aromatizzato… ricomincia l’ordalia del “qualsiasi cosa tocchi è piccante, anche le maniglie delle porte”.
Lunedì scorso mia nonna ha finalmente ricevuto la nuova patente, il pomeriggio è uscita da sola e ha perso gli apparecchi acustici al supermercato, giovedì mattina per fortuna ne hanno ritrovato almeno uno, venerdì mattina ha letto sul foglietto illustrativo della tachipirina 500 che può compromettere la guida di macchinari pesanti e quindi è proprio meglio che la mattina continui a guidare io. Anche perché una volta ha guidato lei e io ho perso qualcosa come 10 anni di vita. ANGOSCIA.
Martedì pomeriggio è arrivata la mia agenda Mr. Wonderful settembre 2016/settembre 2017 ed è stata adorazione al primo sguardo. Ora la mia routine mattutina è lei.
Giovedì sera, come promesso, ho pubblicato il primo video del nuovo canale – nonché punto 1 della YT Pagan Challenge – e mi avete scritto in tanti per farmi sapere quanto eravate contenti, vi lovvo tutti e non avete idea di quanto sia stato uplifting dopo un pomeriggio passato ad inserire i sottotitoli in inglese assieme a Massimo che mi faceva consulenza via Skype perché il mio neurone non ricordava più nemmeno il lessico base.
Poi ho pubblicato meno di 5 minuti di video su Mercurio Retrogrado e il punto 2 della Pagan Challenge, che non mi ha propriamente soddisfatto perché non avevo un gran che di interessante da dire. Ad ogni modo, trovate tutto su Sentieri Poco Battuti.
Domenica mattina, Reptiles Day Parte II. È stato come pensavo io, stavolta c’erano un po’ meno aracnidi e contorni e un po’ più serpenti. Io avevo da parte qualche soldino ancora dal mio compleanno e così adesso siamo cresciuti di uno, è arrivata Pythia.


Pythia è un enchi pastel, l’abbiamo scelta perché fa una buona combinazione con Apollo – che è uno spider – quindi, chissà, magari in futuro, tra qualche anno… non sarebbe bella una sfornata di pitoncini, magari bumblebee, certificati 100% witches’ friendly?

Yuri sta sistemando i terrari dei Satanelli perché l’umidità è un po’ troppo alta. C’è puzza di bruciato. Ho Puntino in un barattolo della Bormioli Rocco qui di fianco alla tastiera che mi guarda. Adesso pubblico questo post così com’è, sennò finisce che me lo trascino peggio di agosto.


Molte radici, molto onore

Ecco, finite anche le ferie – per quanto, fintanto che Yuri invece è ancora vacanziero, si continui a respirare una certa spensieratezza nell’aria.
Sono discretamente soddisfatta, è stata una settimana impiegata bene. Abbiamo sistemato cosine a casa (Yuri mi ha davvero montato le mensole!), ne abbiamo approfittato per vedere gente, e ho letto tanto nelle pause di temporale (ce ne sono state parecchie). Il tavolo della cucina è ingombro di bottiglie di erbe e radici sotto spirito – e gongolo quando Arianna Safonov mipiaccia le mie foto su Instagram.
Insomma, ho tardato a pubblicare ma avevo le mie buone ragioni, più o meno. Mi rendo conto che sforzarmi di concludere entro domenica – o, meglio, sforzare qualsiasi cosa – spesso e volentieri fa uscire una porcheria e i post non stanno prendendo la piega che vorrei (che poi… con i capelli dovrei essermici abituata. A proposito di capelli, ho trovato del “puro olio di Argan da agricoltura biologica per uso alimentare” da Lidl, bottigliette da 100 ml a 4 euro, e ne ho prese un paio giusto per capire meglio dove sta la fregatura).

Sono rimasta piacevolmente sorpresa nello scoprire di non essere proprio così fuori allenamento come pensavo. Giovedì pomeriggio Paolo ci ha portato a boschi – e intendo proprio “a boschi”, non “a sentieri che attraversano boschi” – per un tour di un paio di vecchi villaggetti contadini abbandonati che Madre Natura sta prepotentemente reclamando per sé. Credevo che, complice anche l’afa equatoriale, avrei patito un sacco, invece le pedule mi hanno salvato le caviglie e non ho preso neanche una zecca. Graffi, in compenso, un tot.

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Yuri qualche tempo fa ha preparato una specie di pomata con una base di cera d’api e olio di piantaggine, che inizialmente era stata pensata per salvargli braccia e gambe dalle irritazioni da fieno e da insetti, ma che in realtà abbiamo scoperto andar bene un po’ per qualsiasi tipo di abrasione cutanea. Compresi i solchi aperti dalle unghie del cane dove la carne umana è più tenera, e lei lo sa, così è sicura di avere la tua attenzione. Ne avevamo fatta una discreta quantità ma, visti i buoni risultati di test clinicissimi, ne abbiamo anche regalata a destra e a manca e quindi, quando capiterà di rifarne, molto probabilmente ci sarà una diretta Periscope dedicata. Come con le grappe. Ci saranno anche altre grappe. Yuri dice che si sente molto spezialeMolte altre grappe.

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La nuova proposta del club del libro di Cherise è Channeling: come contattare la propria guida spirituale, che io ho acquistato in inglese perché il mio kindle per comodità è settato sullo store americano, con il titolo originale di Opening to Channel: how to connect with your guide, di Sanaya Roman e Duane Packer. In realtà poi è un libro scritto a otto mani perché in parte si tratta di esperienze e testimonianze dei due autori materiali e in parte sono insegnamenti che queste persone hanno canalizzato dai loro spiriti guida.
Ora… di norma è difficile che mi piacciano libri di questo tipo; come era difficile che mi piacesse Puoi Guarire la Tua Vita, eppure l’ho preso e letto ugualmente, perché fa parte del gioco. Però devo dire che, per adesso, questo mi sta facendo una buona impressione, se non altro perché quello che “dicono” le due guide spirituali in questione corrisponde esattamente a quella che è la mia esperienza personale con gli spiriti. Se da una parte questo significa nessuna nuova eclatante rivelazione, dall’altra vuol dire confrontarsi (circa) con qualcuno di nuovo e farsi un’idea di dove questo tipo di percorso può condurre. Senza contare che comunque si tratta di un libriccino in formato Kindle che costa poco più di 6 euro.
Una piccola cosa che mi ha colpito è stato il fatto che, secondo loro, sognare di tornare a scuola è sintomo di una predisposizione al channeling. Io sogno CONTINUAMENTE di tornare a scuola, e in effetti mi sono chiesta spesso come mai, visto che tutto sommato sono sogni piacevoli ma non mi pare di avere tutta questa nostalgia dei tempi del liceo. E’ anche vero che in questi giorni siamo finalmente riusciti a vedere un po’ Nicoletta + Vito e Laura + Fabrizio (con Sara è già più facile perché è ospite di sua nonna quaggiù in questo momento) e ci è parso un evento, perché tra impegni e malanni e viaggi e figli incontrarsi tutti insieme sta diventando complesso, figuriamoci tavolare o comunque portare avanti un lavoro di quel genere. Vabbe’, dettagli.
Mettiamola come uno sprone a riprendere qualche attività di questo tipo.


FerieScope!

Questa settimana ho fatto l’oleolito di iperico.
Mi ero quasi rassegnata all’idea di non riuscirci perché il mio raccolto di mezz’estate era stato ben misero – per quanto riguarda l’iperico, intendo – e invece un giorno mia madre torna da una passeggiata e me ne porta una sporta piena. Olè.
Casa mia non è proprio il luogo ideale in cui conservare qualcosa che deve prendere il sole, ma tutto sommato vedo che in questa stagione il davanzale del bagno ne prende a sufficienza e, d’altro canto, non è che, in generale, il sole splenda tutto il tempo. Anzi. Questa settimana ci sono stati un paio di notevoli nubifragi di cui il peggiore, mercoledì, ha addirittura abbattuto alberi qui e lì facendo migliaia di euro di danni.
Tornando all’iperico, comunque, mi ci stavo facendo una cultura e m’incuriosisce il fatto che la preparazione tradizionale vada di fatto contro alcuni dei precetti cardine della spagiria (di cui, per inciso, ribadisco di sapere poco e niente) come l’utilizzo delle parti di pianta fresche e l’esposizione diretta ai raggi solari. Una ragione in più per toccare con mano.

Non ho pubblicato ieri perché ero invischiata in una delle tradizionali parche grigliate “Rinaldi vs. Food”, ma sono sopravvissuta senza incidenti (al contrario di Yuri che oggi è succube della propria emicrania) e, soprattutto, sono in ferie. Ho maturato soltanto una settimana, quindi devo sforzarmi di non farmela proprio scivolare via dalle mani in pennichelle pomeridiane o maratone mmorpg – anche se uno dei miei obiettivi di oggi era portare la mia Druida Nightelf finalmente al liv. 100 in vista della nuova espansione di WoW che dovrebbe uscire a fine agosto. E stamattina ce l’ho fatta, comunque.
Un altro obiettivo è pubblicare questo post, e ci stiamo lavorando. Purtroppo non so come inserire un videolino esilarante che ho registrato con Boomerang ieri mattina quando Yuri ha messo la carne sulla griglia, peccato perché meritava, in pochi secondi racchiudeva proprio l’essenza dell’homo barbequens. Ad ogni modo, lo trovate su Instagram (e su Facebook di conseguenza).

Ho cominciato anch’io a trasmettere su Periscope, così, a tempo perso. Il mio username è lo stesso di Twitter – @hedydd_the_bard. Da quando ho comprato una powerbank con le contropalle approfittando degli scontONI di Amazon, mi sento spavalda… e paradossalmente non ne ho ancora avuto bisogno per allungare l’autonomia di Pokémon Go. Yuri mi supporta, raccontiamo cose. Condividiamo animali. Avrei voglia di commentare alcuni passi del libro di Brosse sulla mitologia degli alberi perché mi sta proprio piacendo. Ah, ovviamente anche Periscope diventa terreno fertile per le mie smanie da Fottuta Campagna; mi piacerebbe che, una volta tanto, passasse il messaggio che non mi faccio vedere “per insegnare qualcosa” ma per “imparare insieme”, o qualcosa del genere. Così nascono gli aneddoti divertenti, tra l’altro.


Barattoli e Pokéball

L’altro giorno ero a spasso per il centro con mia madre e ci siamo fermate a scambiare due convenevoli con una sua vecchia conoscente. Ad un certo bel momento, questa mi guarda con sorriso materno e mi domanda “E tu cara? Come vanno gli studi?”. Cara signora. Cara, CARA signora.
Molto meglio del terribile sei sposata? Hai figli?

Mercoledì è uscito Pokémon Go e tutta la mia generazione è tornata ragazzina, chi con la scusa di portar fuori il cane, chi con la scusa di un giro con la bimba in carrozzina (un saluto ai Vicoletti! 😆). Che io sappia, dei vecchi fans della serie sono stati risparmiati solo quelli il cui cellulare non è supportato. Giovedì mattina la mia pagina Facebook era già un tripudio di screenshots dalle località più svariate; io mi godo un sacco, Yuri ha fatto un pochino più fatica (perché quasi contemporaneamente è uscita anche la nuova espansione di Warframe) ma, quando ha ingranato anche lui, s’è impuntato sulla conquista della palestra della chiesa di Cavarzano, e sghignazziamo come faine ladre soprattutto nel momento in cui incroci qualcun altro palesemente in caccia con il telefono in mano. Non riesco a capire se mi diverta più il gioco in sé o semplicemente il fatto che ci siamo rimasti tutti sotto così – perché è questo il peggio, in compagnia ci si fomenta.
La mia settimana praticamente è andata via così. Venerdì pomeriggio seduti davanti al Pokéstop della parrocchia Don Bosco insieme ai ragazzini del Grest, sabato in giro per il centro ad assediare le palestre delle altre squadre, la sera a spasso con il cane battendo zone inesplorate in cerca di nuovi Pokémon e per macinare i km che servono a schiudere le uova. Tutta salute, quella.
Mi sono anche definitivamente decisa ad ordinare da Amazon una powerbank perché tutto questo prosciuga la batteria in maniera veramente esagerata.

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E non è stato nemmeno l’unico regalino che mi sono fatta, ho spuntato altri quattro titoli dalla mia wishlist – il GaldrabókIcelandic Magic, Magic of the Iron PentacleWalking with the Sin Eater. Diciamo che in questi ultimi giorni facevo un po’ di fatica ad ingranare e quindi mi sono dedicata ad una serie di cose che mi ha tirato su di morale, non ultima la fuga al rustico con la mamma per un detox urto. A volte la Paturnia scorre potente in me e l’inettitudine del mondo mi infastidisce a livelli eccessivi, sono quei momenti in cui ti fa rabbia anche solo che questa gente respiri il tuo stesso ossigeno – figuriamoci quando ti rendi conto che il loro voto conta come quello di tutti gli altri, l’unica consolazione è che raramente si recano alle urne.Ma pazienza, per fortuna queste parentesi di sconforto si aprono e si chiudono. Personalmente me le figuro un po’ come una pozza di fango schifoso in cui queste persone sguazzano abitualmente, poi ogni tanto ci finisco dentro anch’io e mi ci affanno perché loro sanno nuotarci molto meglio di me.

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Pazienza. Nel frattempo le mie erbe si sono seccate, è ora di rimpinguare i barattoli.
E poi Yuri da ieri è in ferie, e mi ha promesso che mi monta delle mensole.


Dai.

È lunedì mattina, sto stirando. Cioè, sto scrivendo e stirando, non è chiaro quale delle due attività sia la primaria e quale invece riempia le pause. Stiro perché è lunedì (tredici!), Flow dice che mancano 5 giorni alle Amiche di Mestre e mia nonna ha commentato l’attentato di Orlando dicendo “ah per me possono ammazzarsi tutti”. Quindi, in sintesi, non è giornata. Meglio stirare e scrivere.
È che…dai. Dai. L’esperienza mi ha insegnato che non serve a nulla discutere con i vecchi, ti trascinano al loro livello e ti battono con la doxazosina. DAI (…arriverà prima o poi il Tristo Mietitore anglosassone e colpirà). Non so se rassegnarsi a pensare che loro siano semplicemente “figli del loro tempo” sia una buona giustificazione, ma arrivati a questo punto è esattamente quello che mi passa per la testa in certi momenti, che sia mia nonna o la nonna di qualcun’altro. Hanno un che di prevedibile quando esprimono la loro opinione su determinati argomenti.
Stiro, e quando ho finito il bucato di mia nonna, stiro anche quello di mia madre che è qui a portata di mano, visto che l’inclemenza meteorologica del momento l’ha costretta a stendere in casa. Così mi coltivo anche un po’ di emicrania, dev’essere (di nuovo) il tempo balengo.

Mi sento molto fluttuante ultimamente, per non dire proprio tutta per aria. Per la maggior parte del tempo sono ossessionata dal pensiero di scrivere la mia versione di Fottuta Campagna e allo stesso tempo non sto facendo NULLA che sia anche lontanamente creativo, men che meno in quel senso. Sull’agenda sto scrivendo all’incirca un giorno sì e un giorno no, ma perché proprio non ne sento lo stimolo.
Però non è che non stia combinando nulla nella vita, anzi. Domenica ero pure partita con l’idea di registrare un piccolo vlog senza pretese per far vedere che comunque non ci siamo fermati un momento, solo che poi riguardandolo non mi è piaciuto, mi ha dato l’idea di non avere né capo né coda e quindi adesso giace abbandonato in una cartella del pc – anche perché non ricordo più i dati di accesso del canale di House Giuri e non sono abbastanza motivata per mettermi a cercare di recuperarli.
Da quando siamo andati a vedere il film di Warcraft m’è tornata un po’ di fregola e ho scongelato l’account per ricominciare a giochicchiare con Massimo, ma sono ben lungi dal perderci le mie giornate.

Comunque, Instagram mi ricorda che la settimana scorsa…
…lunedì è arrivato un pacco da Essenza Yankee con una giara piccola “estiva” che stava in promozione e due nuove tarts della Candleberry che pensavo di mettere via per quando torna la stagione fredda, ma mi sa che se va avanti così può pure darsi che le inauguri dopodomani >_>

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…martedì, per esempio, ha grandinato in formato Extra (grandi agglomerati di cereali).

…mercoledì Baboon ha fatto la muta, la nostra prima muta di tarantola. Giovedì mattina Yuri se l’è portata a scuola per guardarla al microscopio e abbiamo scoperto che è una femmina. Stasera io ho preso spavento come una cretina perché c’era una giara vuota di una vecchia Yankee Candle che credevo fosse semplicemente piena di scottex, ho fatto per svuotarla e invece dentro c’era la muta, a prima vista l’ho scambiata per la vera Baboon e ci ho perso anni di vita. Sosscema.

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…sabato mi sono finalmente decisa a tornare dal parrucchiere per un altro step di “decolorazione”. Ancora colpi di sole, praticamente bianchi, fitti fitti. Mi dicono tutti che sto bene, poi vediamo adesso che succede quando mi lavo i capelli e addio piega.

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…domenica manutenzione animali. Puntino ancora non ha mangiato e Baboon, in compenso, è così cattiva che ha attaccato persino le pinze – questo parzialmente giustifica il mio noninfarto di stasera. Abbiamo sistemato anche i piedi alle cavalle quindi, sempre tempo permettendo, magari qualche altro giringiro prossimamente chissà che non si riesca a fare.

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E oggi niente, oggi stiro, che tanto stasera Yuri è uscito a giocare a Warhammer con Vito in modalità neopapà, noi siamo ancora abbastanza sani da snobbare gli Europei di calcio.


Il pollice peloso

Ho finito di leggere Big Magic, e devo trovare il modo di procurarmene una versione cartacea in cui poter tornare a rifugiarmi nel momento del bisogno, perché penso che non potrò più fare a meno di questo libro ed il formato kindle non mi basta – per quanto io sia grata della sua esistenza, giacché in principio non ero molto motivata a comprarlo a prezzo pieno in edizione cartacea.
Non ritengo che sia un capolavoro nel senso assoluto del termine (che poi… ne esiste veramente uno, di senso?), ma MI PARLA, è questo è molto importante per me. Sta succedendo esattamente quello che Elizabeth Gilbert aveva pronosticato che sarebbe successo: se potessi mai un giorno incontrarla di persona, sarei una di quelli che l’avvicinerebbero per dirle “penso proprio che abbia scritto questo libro per me“.
Credo che mi abbia dato il meglio di sé con la riflessione del Martire vs. Trickster; ti fa capire che “vivere una vita creativa” non significa solo e semplicemente trovare nella propria quotidianità uno spazio e delle energie da dedicare a qualcosa che ci portiamo dentro e che invece dovremmo lasciar affiorare, ma anche di costruirci attorno tutto uno stile di vita compatibile. Molto in sintesi, è inutile illudersi di “essere creativi” in virtù del fatto che, magari, ogni mese sforniamo un racconto o un fumetto, quando poi magari per tutto il resto della nostra esistenza siamo succubi di una mentalità da martiri che ci ha resi schiavi di una vita che ci castra in tutto il resto.
Insomma, il fine ultimo non è il dedicarsi all’attività in sé, è cambiare in meglio.

Poi ad un certo punto, verso la fine, la Gilbert porta come esempio una sua conoscente che insegnate tecniche ambientali, o qualcosa del genere, e a tutti i suoi nuovi studenti domanda “Quanti di voi amano la Natura? E quanti di voi pensano che la Natura ricambi questo amore?”. Di solito, dice lei, alla prima domanda si alzano un sacco di mani, alla seconda non se ne alza nessuna.
Io ci pensavo ieri… Angela e Ray hanno fatto un’improvvisata al Beltane di Masserano e ci avevano chiesto di andare con loro, ma per noi è veramente troppo lontano perché ne valga anche lontanamente la pena. Tuttavia devo confessare che un pochino mi è dispiaciuto dover declinare l’invito, è tanto che non ci vediamo e ci saremmo divertiti.
Ad ogni modo, ieri pomeriggio era una splendida giornata e ne abbiamo approfittato per fare ancora qualche lavoro di manutenzione dai cavalli. Tra ieri ed oggi sembra che sia sbocciata l’estate tutta in un colpo, siamo passati dal giubbetto di pelle alle magliettine traforate.

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Io credo che un pochino, in fondo, la Natura mi ami, sì. Se voleva tirarmi su il morale con qualcosa di speciale c’è riuscita perfettamente.

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Stavamo portando nuovi pali verso la parte più a monte dei recinti, quando il cane ha stanato mamma fagiano con tutti i suoi pulcini. Recuperati, asciugati dalla bava del cane e controllato che non ci fosse niente di rotto, abbiamo fatto una fotina di gruppo prima di rimetterli tra le more e lasciare che la mamma se li radunasse.

Papà fagiano invece razzolava come al solito insieme alle cavalle. A lui non frega niente, è proprio un pollastro, si ruba il mais di Isabeau.

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Tirando le somme della settimana… venerdì mattina è nata la pupa di Nicoletta e Vito ed è andato tutto bene, se non ho capito male domani le rimandano a casa ma io temo che dovrò rimandare la visita pastorale perché sono piena di raffreddore. Groan. Stasera mi sento uno straccio, complice sicuramente la mattina passata in fiera per il Reptiles Day. Sono cotta. Ho debellato un mal di gola incalzante in tempi record, ma in compenso mi sento la testa come un pallone, mi fanno male tutti i muscoli – però quello potrebbe essere dovuto alle fatiche di sabato pomeriggio/sera – e persino mangiare il gelato mi dà fastidio, come un brainfreeze diffuso fin sugli zigomi. Oh, e non dimentichiamo le Amiche di Mestre.

Però la famiglia si è allargata ancora un pochino, sì. Abbiamo portato a casa due nuove/i aracnobimbe/i (non si sa, hanno pochi mesi e non si riescono a sessare).
La prima – anzi, il primo, perché molto probabilmente è un maschietto – è una Poecilotheria Metallica. Una tarantola che gli Schultz nel loro libro definiscono stunningly beautiful, stunningly expensive, ma che noi abbiamo comprato per 35 euro probabilmente perché c’è la possibilità che sia un maschietto, e i maschietti mediamente non li vuole nessuno dal momento che vivono molto meno delle femmine. Lo abbiamo chiamato Puntino, perché quando siamo passati al banco dei ragazzi di Aracnofilia.org, Gaborri ci ha dato un’occhiata e ha detto “è maschio, c’è il puntino!“. Non è che sia sicuro al 100%, ma Puntino era un nome ridicolo abbastanza da fare il paio con Peletti.

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Puntino ovviamente è quello sopra, la foto sotto è di un adulto random, preso dal web. Qui non si vede ancora niente di blu, salvo giusto dei riflessi sulle zampe che in foto sono venuti solamente con il macro della reflex. Ma noi crediamo in te, Puntino.

Poi, sempre il buon Gaborri, ad un certo punto ha chiesto a Yuri se se la sentisse di provare con qualcosa di più impegnativo, e gli ha regalato una Stromatopelma Calceatum delle sue. Dev’essere una specie di belva di Satana, altro che la povera Peletti; sembra anche molto molto bellina dalle foto che ho guardato online.

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Lei/lui si chiama Baboon. Dal nome americano, Feather Leg Baboon.
Naturalmente Yuri è stato tutto il giorno in preda a paranoie del tipo “non dovevo accettare, non sono abbastanza esperto, queste sono feroci, ecc. ecc.”.
Io dico che se non l’avesse ritenuto all’altezza, non gliel’avrebbe regalata. E poi è sempre stato disponibilissimo, se avremo bisogno di aiuto ci faremo sentire. Tanto, a quanto pare, anche quest’anno si replica ai primi di settembre ❤

Oh io mi aspetto gli Animal Spirit in consegna questa settimana, il track me li dà a Milano ormai!


Breve e sommario

Il tè in capsule è come una sveltina, ci vuole pochissimo ma ha il suo perché. Il TuttoCapsule ha traslocato in un posticino decisamente più a portata di mano, ed anche questa è cosa buona e giusta. Così, tanto per cominciare il post con qualcosa di piacevole.

Siamo arrivati (incolumi) al sedici di maggio e fa freddino. L’industria del gelato ancora non ha ingranato – sebbene noi sabato sera si fosse al Dolci Delizie per una banana split – il cielo non ha un colore rassicurante per la stragrande parte della giornata e io, domenica mattina, con il favore della bioraria, ho resuscitato il deumidificatore per la camera.
Non ho avuto tempo di prepararmi un post da pubblicare puntualmente domenica pomeriggio. Colpa di Sara ù_ù. Ad ogni modo, è stata una settimana monotona caratterizzata da mattine più o meno soleggiate e pomeriggi uggiosi e piovosi all’insegna del teino e di Warframe in cooperative più o meno numerose. Da sola non ci gioco mai, non è abbastanza divertente.

L’altro giorno, mia nonna stava per cestinare impunemente un altro mazzo di fiori finti, un bel mucchio in bianco di roselline, garofani e altri fiorellini più piccoli al di là delle mie conoscenze in materia; mi sono divertita con beneauguranza ad addobbare ulteriormente le corna del cervo, è venuto bel che no se sa, però mi sa che non è servito a granché. Guardo con invidia le foto delle vostre bellissime fragole rosse, mentre quelle del dentista di mia nonna, mercoledì, erano ancora tutte tristemente verdi.

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Beltane’s Blessings

C’è una sorta di ritorno all’autunno questa settimana, a quanto pare. Non riesco a dire nemmeno che mi dispiaccia su tutta la linea perché il teino del pomeriggio è sempre un po’ più buono quando fuori è buio, freddo e diluvia… però, insomma, riguardare le foto dell’anno scorso su Facebook e vedere che in questi giorni andavamo a cavallo in maniche corte è abbastanza sconfortante.
È confortante il pensiero che abbiamo risparmiato un sacco sul fieno quest’anno, ma è un altro discorso.

Sull’onda del checazzomimetto, ho rubato a mio padre il suo vecchio giubbotto da moto che da anni ormai giaceva inutilizzato nell’armadio in camera di mio fratello. Mi sento molto badass quando vado in giro con quello… salvo poi tirare fuori un ombrellino da borsetta rosa a pois con i profili a balze color crema che è la morte sua. Me lo ha prestato mia madre una mattina che rischiavo di prendere pioggia, non so perché non gliel’abbia ancora restituito. È che è così brutto che è quasi culto.

Mercoledì mattina mia nonna stava per compiere il sacrilegio di buttare via un mazzo di finti boccioli di rosa soltanto perché il gambo era tutto storto e rovinato. Adesso quei gambi sono stati tagliati e i boccioli fanno bella mostra di sé sul mio altare di Beltane. E sì, metto anche fiori finti sull’altare. Un conto è il mazzolino di bucaneve, o di anemoni e primule, quando sui prati ce n’è a profusione, ma alla fine, quando è ora di restituirli appassiti alla terra, penso sempre di averli sacrificati per portare un po’ di energie primaverili in casa e mi domando se non ce ne fosse più bisogno fuori, soprattutto quando poi è una primavera bislacca come questa. E la moria di api degli ultimi anni.
I boccioli finti, invece, saranno lì pronti per essere usati anche l’anno prossimo, e quello dopo, e quello dopo ancora… se non li perdo >_>

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Un’altra new entry, sempre di mercoledì tra l’altro, è stato il mala che ho comprato da Coco And Lime (che poi sarebbe una carinissima ragazza austriaca di nome Katrin, trovata su Etsy). Sono ESTREMAMENTE vulnerabile ai trend di Instagram… ma diciamola in maniera più costruttiva, diciamo che sono perennemente alla ricerca di nuove ispirazioni.
Mi rendo conto che anche i mala beads siano un po’ la scoperta dell’acqua calda – anche per me medesima. L’estate scorsa mia madre è stata in Tibet (ogni tanto ripeto le cose a mo’ di presentatore televisivo, del tipo “Per chi si fosse sintonizzato in questo istante…”) e una delle cose che ha portato a casa come souvenir sono stati proprio un tot di mala. Erano per lo più di legno, con lo spago elastico, a parte uno che le aveva espressamente chiesto di comprare mio fratello, e quello era decisamente di qualità superiore. Volevo qualcosa del genere, in questo momento. Tra l’altro, essendo io patita di Pietre&Cristalli, mi sono innamorata dei mala creati con determinate combinazioni di cristalli (o cristalli e legno) per uno scopo specifico. Purtroppo, nel corso delle mie surfate selvagge online, mi sono resa conto che questo fa lievitare il prezzo… se punti a materiali di una certa qualità, naturalmente. Nonché ad un rapporto sensato tra il costo dell’oggetto in sé e le spese di spedizione <alza gli occhi al cielo>.
Penso che quello che mi abbia orientata ai mala proprio adesso siano le loro decantate proprietà coadiuvanti della serenità interiore. Nonostante sia passato un mese ormai da che la Nonna2 non è più un mio problema (lo sottolineo a me stessa ogni volta che posso), ovviamente capita ancora di nominarla, o sentirla nominare, e tuttora il pensiero mi mette profondamente a disagio. A sentire di tutte le trame che sta tentando di ordire perché è il compleanno di uno dei nipoti, e poi la settimana prossima la Festa della Mamma… mi si risvegliano ricordi angoscianti. Ogni tanto di notte mi sogno che sono ancora lì. Insomma, non ho mai voluto ammettere che fosse così terribile perché non era una cosa razionale e nessuno mi avrebbe capito, ma alla fine mi sono arresa all’idea che, quantomeno per me, è stato così e che il processo di disintossicazione sta richiedendo più tempo del previsto.

Scegliere uno dei mala di Katrin è stato arduo… la sua Forest Collection ha un pezzo più bello dell’altro. Alla fine ho scelto il mala “della Quercia”, un po’ per sentimento e un po’ perché mi sono innamorata dei suoi colori – e quando è arrivato decisamente non ha disatteso le mie aspettative.
Non so… non avrei voluto comprarlo da Amazon o da qualche altro grosso rivenditore di questo tipo, penso che avrebbe perso un po’ di spirito. Ad ogni modo, è arrivato in meno di 3 giorni e ne sono follemente innamorata.

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Tornando brevemente al discorso “disintossicazione”, uno dei provvedimenti che ho deciso di prendere in tal senso è quello di variare un pochino la mia routine mattutina – quella della colazione. In questo, la lettura di Big Magic mi sta motivando tantissimo.
Ho ricaricato il vecchio netbook e questa settimana ho dedicato la mia pausa caffè alla stesura di questo post; se e quando, prossimamente, sarò a corto di argomenti per il blog, ho deciso che mi sforzerò di riprendere in mano qualche raccontino. Per i diari delle mie memorie ci saranno altri momenti… siccome mi piaceva l’idea di cominciare la nuova agenda esattamente in concomitanza di Beltane, ma ho già finito quella vecchia, ho già cominciato a prendere note sparse tramite app con la prospettiva di stamparle (e alla fine mi sono riscaricata l’app Moleskine, perché i primi amori sono davvero duri a morire), e ho già constatato che per buttare giù così qualche riga il tempo lo trovo praticamente sempre. Multimediale è bello e quindi perché no?

Insomma, buon Beltane! Il mio è agli sgoccioli ormai, ma ce lo siamo goduto 😉

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Mi sono accorta di aver comprato un’agenda senza righe, una cosa che più o meno detesto perché riguardare la pagina e vederci le scritte tutte leggermente sghembe mi urta i sentimenti. Ma la prendo con filosofia, la filosofia del “tutto accade per un motivo” – sì, che sono distratta quando faccio gli ordini da Amazon – e quindi dai, rompiamo gli schemi. Magari è la volta che comincio anche a fare dei disegni.

Altri libri sono arrivati in ordine sparso e in anticipo sulle date previste per la consegna (che, beninteso, è sempre cosa buona e giusta). Singing the Soul Back Home è arrivato martedì e Shamanism Bible mercoledì. Che dire? Mi piacciono i Matthews. Il Companion Workbook del Warrior Goddess Training è arrivato giovedì e il Warrior Goddess Training vero e proprio è previsto per lunedì. Secondo me ormai Amazon ragiona in termini di “sei un utente Prime, la spedizione non la paghi, cazzotene se ti facciamo quattro pacchetti diversi?”.

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Sì, mi dà un po’ fastidio. Primo, c’è la quantità assurda di cartone con cui ho già per metà riempito il mio sacco per la differenziata – ma pazienza, il cartone si ricicla. Secondo, da buona tendente all’ossessione-compulsione non è bello che mi mandiate prima il libro degli esercizi del libro di testo – ennonsifa, nonnò. Terzo… non so, ci tengo particolarmente ad avere quel libro, e non solo perché viene copiosamente citato da tante donne che seguo su Instagram. Magari poi neanche lo leggo subito e lo metto ad aspettare il suo turno in lista sorteggio, del resto io vado a paturnie; però dopo aver tanto discusso con Yuri e Sara di evoluzione spirituale e di “femminismo con gli asterischi” (quello che si ribella al fatto che il plurale misto in italiano si scriva con il maschile e quindi al posto di, chessò, ‘tutti’ o ‘tutti/e’ scrive ‘tutt*’) voglio vedere questo com’è. Voglio vedere se scopro qualcosa che finora mi stavo perdendo, magari poi scopro che credevo di vivere bene la mia femminilità sacra e invece non era vero niente, magari scopro che sbagliavo a fregarmene dei generi (…e a odiare tutti indistintamente).
Tra i libri di mia nonna ho trovato Come Diventare Buddha In Cinque Settimane di Giulio Cesare Giacobbe e ne ho già letto un paio di capitoli durante tempi morti vari ed eventuali, poi credo che lo porterò a casa da Yuri perché penso che meriti che lo legga anche lui.

Mi sono fatta un piccolo esame di coscienza per quanto riguarda questa mia smania di comprare libri paganelli, Yuri dice che sono monomaniaca… ma è la mia collezione. Quando collezioni francobolli, nell’album dei francobolli ci sono solo francobolli, non ci metti anche le conchiglie ù_ù
Scherzi a parte, dopo questo exploit mi darò un’altra calmata, perché la mia lista dei “To-read” è veramente scandalosamente lunga e ho finito di nuovo lo spazio sulla libreria. Pian pianino sto riempiendo anche il mio BoS Cloud, eh? Sono piccole soddisfazioni.

È capitata una piccola gag intanto che finivo di scrivere questo post, poco fa… Yuri mi ha regalato il suo vecchio mouse da gaming di Warcraft, perché il mio non andava bene per cecchinare i nemici con arco e frecce su Warframe. È un mouse enorme e pieno di tasti che io spesso e volentieri pigio senza volerlo, e in cui erano ancora memorizzate tutte le macro temporizzate di quando lo usava lui. Ma questo io lo so adesso. Stamattina, ad un certo punto, stavo guardando questa schermata cercando l’ispirazione per continuare, quando cominciano a comparire dei numeri in coda a quello che stavo scrivendo, uno dopo l’altro, in una serie che si ripeteva. Dopo lo smarrimento iniziale – non stavo toccando nulla! – ho intuito che potesse trattarsi del mouse (ogni tanto su Warframe semino involontariamente segnali in giro perché uno dei tasti è associato alla lettera G) e ho chiamato Yuri. La gag è stata:
«Yuri, il mouse dà i numeri»
«In che senso?»
«Letterale!»
Sono sagace come una tinca.


Me-morie

Di questa settimana mi ricordo il SONNO. Perenne, ineluttabile, inspiegabile, invincibile sonno. Shottini di espresso come l’acqua fresca proprio. Non è che di notte non riesca a dormire o qualcosa del genere… è proprio che non ne ho mai abbastanza. Forse dovrei ricominciare a prendere il magnesio.

Ho ordinato un’altra Paperblanks, quella attuale è agli sgoccioli. L’avevo cominciata a Samhain, mi ha accompagnato praticamente per metà dell’anno giusta giusta, è la prima volta che un diario mi dura così poco. La prossima – ho già deciso – la integrerò con fogli sparsi di annotazioni di divinazioni, sogni, impressioni varie ed eventuali che al momento sto annotando sul cellulare (per motivi di praticità) con un’app che si chiama Intuition Journal. Posso auto-inviarmi gli articoli via mail e stamparli, così raccolgo tutto in un unico posto.
Nonostante tutto, incredibilmente, di nuovo mi ritrovo alla domenica sera che non so bene che cosa scrivere. Ho consumato un sacco di carta da quando, durante l’ultima tavolata, la consegna è stata di approfondire andando al nocciolo della questione discendendo la scaletta dei “Perché?”; ma in realtà non sono ragionamenti che valga davvero la pena di condividere su un blog… non ancora, per lo meno. Magari prima o poi qualcuno degno di nota salterà fuori.
Oggi c’è stato il Blessingway di Nja, sono stata indecisa fino all’ultimo se andare o no, però quando ho saputo che sarebbe durato praticamente tutto il giorno ho deciso di no, non avevo tutto quel tempo a disposizione… ormai sui prati sta ricrescendo l’erba e noi dobbiamo approfittare delle giornate libere (a maggior ragione se non piove) per sistemare i paletti dei recinti per mandare le cavalle al pascolo. Durante la settimana generalmente non combiniamo niente di utile in quel senso, questo mese tra spese impreviste e il meeting di scherma in arrivo siamo stati a corto di soldi e Yuri si è tirato su tutti i lavoretti collaterali che è riuscito a recuperare, ragion per cui il pomeriggio è impegnato spesso e volentieri. Insomma, pazienza. Spero che ci saranno altre occasioni per festeggiare la nascita (sempre più imminente) di Melissa.
Io credo che un giorno mi renderò conto di essere in menopausa e ohiboia.

In compenso, è da poco più di una settimana che ho scoperto l’oil pulling (e l’ho sentito su Gipsy Sisters, per cui non posso nemmeno più dire che dalla tv-spazzatura non si impari niente). Consiste semplicemente nel cacciarsi in bocca un cucchiaio di olio di cocco – io lo faccio con quello di cocco perché è quello che ho in casa, poi informandomi un po’ in rete ho letto che si può fare anche con altri – e tenercelo per una ventina di minuti, tipo sciacquo. Poi lo sputi, e fa bene alle gengive, sbianca i denti, e aiuta ad eliminare i batteri sulla lingua che causano l’alitosi.
Io di solito provo queste cose “green” per conto mio, senza pubblicizzarle in giro, ma stavolta sono a corto di argomenti. Senza contare che ultimamente mi sono pure un po’ cadute le braccia perché c’è stato una sorta di “(ri)scoperta” degli oli essenziali nella pratica della Brava Modern Witch, e onestamente a noi diversamente giovani cresciuti con l’Olio 31 della Just (tanto per fare un esempio di cosa abbiamo sempre avuto nelle credenze) sembra tanto la scoperta dell’Acqua Calda.
Insomma, alla fine mi sono semplicemente detta che divulgare anche le sciocchezzuole può comunque illuminare d’immenso qualcuno, se capita.

Sempre a proposito di novità, mercoledì ero uscita con Sara a cercare una perlina per la Collana del Parto di Nja; non l’ho trovata perché siamo capitate proprio l’unico giorno in cui non c’era la titolare del negozio e la sua supplente non ci era di nessun aiuto, però sono tornata a casa con due nuove pietre che avevo adocchiato la volta scorsa: una serafinite e una pietra di sole.

Ah, e poi i libri che sono arrivati lunedì, naturalmente.

Dai, anche stavolta sono riuscita a buttare giù due righe. Domani è un altro lunedì, è un’altra settimana, mi dico ogni volta che posso riuscire a non ridurmi di nuovo all’ultimo senza una straccia di idea…


Pieni come uova!

Martedì sera ho toccato una nuova vetta di imbarazzo…
Il comune di Belluno aveva organizzato “La Settimana dell’Amore”, cosa di cui non avevo la minima idea prima dell’altro giorno. Insomma, martedì sera stavo caricando la lavastoviglie prima di andare a cena dai miei, e ad un certo punto fuori dalla finestra della mia cucina c’erano alcune Anime Pie con degli strumenti musicali che stavano suonando (delle mazurke, mi pare di aver capito) per me, da parte di Yuri, per festeggiare l’anniversario.
Poi io sono pessima, lo so… ovviamente alla fine mi sono commossa, ma il mio apprezzamento è arrivato praticamente postumo, perché lì per lì riuscivo soltanto a sentirmi in imbarazzo, a pensare che non sono decisamente tagliata per queste cose così plateali e a preoccuparmi di sdebitarmi in qualche modo con le Anime Pie offrendogli qualcosa – una qualsiasi cosa, che comunque non hanno voluto. Così Yuri è andato in paranoia credendo che non mi fosse piaciuto, ed io ci sono rimasta male perché come al solito evidentemente non sono riuscita a manifestare abbastanza entusiasmo. E’ dura la vita di noi orsi in un mondo in cui le ragazze devono squittire, baciare e abbracciare e stuprare hashtag su Instagram e affibbiare nomignoli zuccherosi a cani e porci.

Mercoledì sono arrivati i miei peacock ore ed erano anche più grandi di quanto non mi aspettassi. Di nuovo è stato un pacchettino delizioso, ho avuto in omaggio un paio di cartoline, una preghiera per la consacrazione degli strumenti, un campioncino di olio profumato e una punta di citrino caricata per l’abbondanza e la prosperità… più che azzeccata, direi, visto che per la luna piena avevo in mente di dedicarmi allo stesso scopo. E visto che questo mese ho speso in maniera incosciente. Ho allestito un “giardino” sul principio dell’Eostre Abundance Chalice che avevo visto su WitcheryWay, con il peacock ore (amichevolmente ribattezzato ora ‘minerale di pavone’ per merito delle traduzioni automatiche di Etsy) e le punte di quarzo ialino… solo che il laser di quarzo che avevo era troppo piccolo, praticamente veniva inghiottito dal resto. In principio allora ci ho messo semplicemente il portacandela di sale…

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…e poi giovedì mi è capitato di passare per Limana perché Laura diceva che c’era un negozio che vendeva pietre e cristalli e tanta robina bella, e ci ho trovato la soluzione ai miei problemi (anche di portafoglio overweight…).

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Tornando a mercoledì, comunque, l’almanacco metteva il colmo di luna all’una, la cosa mi faceva sorridere e allora ho pensato di unire l’utile al dilettevole e ho fatto un rituale solitario la mattina (anche perché la sera avevamo in programma di tavolare, non avrei comunque avuto il tempo per entrambe le cose).

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Ma quanto amo tutto il mio ciarpame. Mi aiuta ad evadere.

Pasqua è stata… impegnativa. Tra il cambio dell’ora, la piadina/burrito fatta in casa e la cheesecake letale di mia suocera, ad un certo punto stasera abbiamo guardato l’orologio, segnava le 20:30, avrebbero dovuto essere le 19:30 e a noi parevano le 21:30. Alle 21:30 reali ci siamo messi a letto a guardare la tv… mi ero completamente dimenticata di avere questo post in sospeso, stavolta non ho scusanti per rimandare a domani!


Rinnovamento

Tra una cosa e l’altra, ieri pomeriggio non ho avuto tempo libero per mettermi qui ad aggiornare il blog. Buon Ostara in ritardo, felice Equinozio! Stavolta persino Facebook ha fatto presente ai suoi utenti che la primavera cominciava il 20 – ed il Google Doodle era a prova di capra, tipo “perché quest’anno è il 20 e non il 21?”.

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Penso che non avrebbe potuto essere una giornata più propizia per sentire aria di rinnovamento. Il mio nuovo contratto comincia il 1° di aprile e quindi adesso ho qualche giorno di “inoccupazione” da godermi… le virgolette sono doverose, dal momento che comunque mi sono messa a disposizione di mia nonna se dovesse avere bisogno, magari intanto che mia madre va in ferie per Pasqua. Lunedì scorso, ad esempio, l’ho accompagnata in ospedale e non mi pareva vero che ogni tanto stesse anche in silenzio, non ci ero abituata!
Martedì pomeriggio poi sono passata al sindacato per fare le carte, dal mese prossimo non solo farò qualche ora in più, ma sono anche passata ad una fascia più alta (la C Super) perché secondo il sindacalista era più appropriata alle mie mansioni. Secondo lui, per contratto la B Super non prevede “interazioni” con l’assistito, come aiutarlo a lavarsi o a vestirsi… e lasciamo perdere tutte le varie questioni che abbiamo avuto nel tempo per quanto riguardava le uscite in macchina. Amen, ormai è acqua passata. Meglio rallegrarsi considerando anche la mia paga oraria sia leggermente aumentata.

Ad ogni modo, mi sono alzata alle 8 e ho finito le consuete Pulizie di Primavera che avevo cominciato ieri, cantando l’inno di Feudalesimo e Libertà dei Nanowar… mi sembrava appropriato. Ho fatto colazione con le pastine avanzate dal vassoio che aveva portato Sara ieri per festeggiare, è stata una settimana pesante, era come se mi immaginassi tutte le larve nere della Nonna2 che mi risucchiavano anche l’anima per fare scorta prima che levassi definitivamente le tende. Sabato pomeriggio sia io che Yuri abbiamo dormito come due schifosi fino alle cinque passate, era proprio come se ci fosse qualcosa nell’aria che sapeva di convalescenza. Abbiamo festeggiato un po’, questo sì, ma è stato un bene che non abbia buttato tanti soldi in alcoolici perché domenica pomeriggio in centro un baldo giovine vendeva roba finlandese e io sono tornata a casa con un nuovo paio di pezzi per la mia collezione 😛

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Adesso nevica

RandomApp questa settimana mi ha proposto La Dea Bianca di Graves, che ho già letto in gran parte ma che avevo rimesso nella lista del sorteggio nella speranza che – ad anni di distanza – una rilettura mi avrebbe illuminato nuovi orizzonti un tempo fuori della mia portata (com’è capitato per Magick di Crowley). La risposta è NO, comunque, sono quasi a metà e sono ancora tanto ignorante quanto ero quando l’ho comprato, con la differenza che adesso ogni tanto penso a Graves come a Ranuncolo della saga di Geralt di Rivia. Beninteso, rimane un libro molto interessante; lo sto affrontando in un’ottica spensierata del tipo “è un massiccio flusso di nozioni, prendile come arrivano”, e in ogni caso le tematiche di partenza mi sono molto care. Quindi va bene così.
Mercoledì sera ero a casa da sola e ho pensato di cimentarmi in una chiamiamola lettura intuitiva degli ogham, tanto per restare in tema. Era una vita che non li riprendevo in mano.
Ho pescato tre carte, sono usciti Nuin – Coll – Fearn (Frassino – Nocciolo – Ontano) e io li guardavo con quella sensazione di I know you come quando Re Théoden riemerge dal torpore e riconosce il viso di Éowyn (mi mancavano le citazioni nerd…). La Câd Goddeu, il frassino di Gwydion contro l’ontano di Bran, in mezzo il nocciolo della saggezza – che poi sarebbe anche il mio tema natale arboreo. L’albero dei mondi, il corvo messaggero, l’ispirazione… i significati si sono incasellati ordinatamente da soli in messaggi di senso compiuto, con mia massima esaltazione.

Sempre a proposito di carte, in settimana è arrivato anche il Moon Phases Oracle di Devin.

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Sono tanto carine, è proprio una chicca a cui non vedo l’ora di potermi dedicare un po’ seriamente. Questa è stata una settimana impegnativa dal punto di vista umorale, molto probabilmente anche per via del tempo bislacco – che comunque giovedì pomeriggio ci ha graziati concedendoci il sole che ci serviva a metter via il fieno – e della conseguente emicrania ineluttabile che caratterizza certe parentesi. Mettiamoci pure che la NonnaDue e le sue paturnie non aiutino affatto… è da mercoledì che, come arrivo a casa, mi cambio e mi fumigo con il Palo Santo – e non solo perché ho letto che fa bene alla gola. Ieri mattina mi ha mandato a fare la spesa da sola perché lei aveva dolori, e perché si aspettava la visita di una persona che doveva riportarle l’ombrello che aveva dimenticato in chiesa venerdì pomeriggio, e quindi la sua preoccupazione primaria era riordinare la sala perché la signora non avesse da mettere in giro malelingue sul suo conto. Poi ha voluto che le portassi a spasso il cane ma, dal momento che era fresco di bagno e fuori aveva appena piovuto, voleva che lo portassi in giro nel trolley in modo che non si sporcasse. Come un bambino in un passeggino. Vecchiaccia Award facile facile. Questa storia che il suo cane “capisce tutto” sta cessando di essere lo svarione risibile di un “cervello con le bollicine” e sta diventando un problema. Giovedì mattina ho dovuto puntare i piedi perché si ostinava a volersi portare appresso il cane in banca, al supermercato e in farmacia “perché glielo aveva promesso”, senza tener conto del fatto che io ho solo due mani e mi servono per portarle la spesa, aprirle e chiuderle ogni tipo di porta/portiera, più tutta una serie di funzioni accessorie che lei semplicemente si rifiuta a priori di fare (ad esempio prendere il bigliettino numerato dalla colonnina in banca). Dobbiamo metterci anche il suo cagnetto obeso che tira come un dannato verso ogni fottuta pisciata di cane altrui? No grazie.

Se non altro, questo weekend ho accantonato la mia asocialità + quarantena: abbiamo ricominciato con D&D, ed ho rivisto sia Valentina che le Limone. Pian pianino riemergo. Però nevica.

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Ahum.

E’ la prima volta, da che mi sono prefissata di pubblicare qualcosa tutte le domeniche, che arrivo ad una domenica sera senza lo straccio di una bozza di post pronta. Del resto sono stata segregata in casa in malattia fino a giovedì (compreso), ed è stato abbastanza alienante. Non ho proprio mai messo neppure il naso fuori di casa per portare a spasso il cane, niente di niente. La gola non è ancora tornata del tutto a posto, ora al posto della megaplaccaschifosa ho una specie di cicatrice di guerra. Rimane un po’ di fastidio, soprattutto quando mi sveglio al mattino… da quando hanno acceso il riscaldamento, l’aria in casa mia tende ad essere secca, lo vedo anche semplicemente dal fatto che devo nebulizzare PitonePalla anche 2-3 volte al giorno; di solito va bene così perché tenderemmo a fare la muffa dietro gli armadi della camera, ma adesso come adesso mi fa patire.

Ah, però per il compleanno di Yuri i miei suoceri gli hanno preso un estrattore di succhi e un bel ricettario da 350 pagine, ce li hanno portati ieri sera. Questo va molto bene per i miei propositi salutistici, così abbatto le barriere di pigrizia per consumare frutta e verdura cruda. Perché quando mi sono spremuta e bevuta due o tre arance poi sono stufa. Quando mi sono sbucciata una mela, una pera o una pesca poi sono stufa.
Con una buona centrifuga, invece, in dieci minuti e due tazze faccio il carico di una settimana, volendo.

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E le mie piastrelle merdose. Gli urti ogni volta che devo fare delle foto in cucina.

Insomma, non ho combinato veramente un tubo, a parte fare la brava massaia. Ho sospeso persino la Tarot Challenge fintanto che sono stata sotto antibiotico (ovvero fino a ieri), mi sentivo un catorcio.
Ho finito di leggere il Grimoire of the Thorn-Blooded Witch e l’ho brevemente commentato per Sentieri (QUI) – che tra l’altro devo rianimare un pochino perché, con la scusa che ultimamente mi dava problemi nel caricamento delle foto da cellulare, è rimasto totalmente digiuno di tutte le ultime “witcheries”.
Adesso sto leggendo I Riti del Solstizio, di Richard Heinberg. L’ho scelto usando un’app per il sorteggio in cui avevo inserito tutti i titoli che ho in libreria e che non ho ancora letto (che sono TANTI). Sì, siamo a questi livelli.


Settimana Infausta Proprio

Lunedì mezzo mondo si è svegliato con la notizia della scomparsa di David Bowie. Il commento della Nonna2 è stato “Anche Paolo (Claudio, NdT) Lippi ha rischiato di morire”. Uguale proprio.
Giovedì è morto Alan Rickman. Che settimana infausta. Massimo mi spiegava che sta prendendo sempre più piede la teoria che quando Aaron Ramsey, dell’Arsenal, segna, il giorno dopo qualche personalità muore… non so, tagliategli le gambe.

Ad ogni modo, durante il weekend passato mi era venuto lo sghiribizzo di andare finalmente dal parrucchiere a farmi mettere a posto la testa. Avevo già da un po’ l’idea di virare al biondo, perché è capitato durante una meditazione/viaggio (a volte faccio un po’ fatica a scindere nettamente le due cose…) di vedermi chiara. Punto al grigio, a dire il vero, ma ho addosso ancora troppi residui di vecchie tinte pseudo-rossicce per poter fare una decolorazione totale, perciò con Luca mi sono messa d’accordo e intanto mi ha pesantemente mechato. Che non mi dispiace affatto, mi dà modo anche di abituarmi all’idea; la gente mi sta dicendo che ho cambiato faccia – per qualcuno sono ringiovanita, io invece mi vedo improvvisamente tutti i miei 30 inverni addosso. Mi guardo allo specchio e con i capelli piastrati assomiglio un sacco a mia cugina Francesca (che è un gran complimento che mi faccio, diciamo).

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Martedì è arrivato lo Witches’ Spell-a-Day Almanac 2016… è una chicca. E’ vero che tutti i contenuti vengono pubblicati giorno per giorno anche sul sito della Llewellyn, ma per 12 euro scarsi il libriccino è impaginato con un sacco di fronzoli sfiziosi e c’è la soddisfazione tattile di poterlo sfogliare. Lo prendo dopo mezzogiorno, quando ho finito di lavorare e di fare mestieri in casa; se c’è qualcosa di carino da provare e ho tutto quello che mi serve sotto mano, lo faccio intanto che aspetto Yuri. Combatte le paturnie. Sono abbastanza soddisfatta di come io stia riuscendo a tenerle a freno da quando sono finite le ferie.

A parte giovedì mattina, che mi sono girate a elica perché alle 10:30 mi sono ritrovata nella sala d’attesa della dottoressa della Nonna2, con il pacco dei famigerati marrons glacés, in piedi perché non c’era neanche un buco dove sedersi, a questionare con l’immancabile pensionato che non vuole regalarti neanche 30 secondi del suo turno, e lei al bar perché andare dal medico “le mette ansia”. Ma ho sbagliato io, perché come riesce a fare la spesa, come riesce ad arrivare fino al bar, come entra in edicola a comprarsi gli orecchini, può andare anche dal medico a portarle il pensierino di Natale, tutto il resto sono capricci e scuse.

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Ah, e restando in tema di nuovi arrivi, giovedì ho vinto queste <sbrill sbrill>

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Domenica la prendiamo e la buttiamo via.  Mi sveglio nel cuore della notte, sabato, con uno strano mal di gola tutto a destra, che mi prendeva perfino l’orecchio. Vado in bagno e vedo una placca schifosa che fa capolino dietro la lingua, la bestemmia fatta a pus. Comincio a sfebbrare, alle 8 per disperazione sveglio Yuri e gli faccio vedere, va a cercarmi la farmacia di turno, torna con un carico aspirine-tantum-pastiglie agli estratti di pompelmo. La febbre arriva a 38.5 e alle 5 alla fine decidiamo di chiamare la guardia medica perché io sto diventando isterica dal male che fa. La dottoressa arriva alle 7:30, più o meno… mi guarda e dice solo “Oh, qui stiamo messi male”. Ci ridiamo anche su. Vinco 6 giorni di Amoxicillina, 4 giorni di riposo e una cena a base di McFlurry – che comunque non sono riuscita nemmeno a finire. Ho lo stomaco che invoca pietà, soprattutto dopo che per disperazione ho trangugiato un paio di fette di pane e ho preso un co-efferalgan per riuscire a dormire almeno un’ora e mezza. Insomma, tonsillite e placche come i bambini, Massimo dice che dovrei sentirmi giovane… io so solo che fa un male d’inferno e soltanto l’oki lo tiene un pochino a bada. Dev’essere un po’ come la varicella (che io ho avuto a 21-22 anni), una di quelle cose che è meglio farsi da piccoli. Sono qui che scrivo ed è quasi l’una del mattino, mi sono tirata su dal letto alle 11 passate perché non avevo pace, sono arrivata a bramare la decapitazione.
Speriamo di non aver contagiato nessuno.


Lucine sweet lucine

Bene, cominciamo subito la settimana litigando con WordPress che ha più o meno arbitrariamente deciso che il mio post della settimana scorsa non gli piaceva, e me lo ha rimesso tra le bozze, peraltro in versione incompleta. Ad ogni modo, sono riuscita a recuperare l’ultima revisione e ho ripubblicato quella, sempre con la data di domenica scorsa. E’ importante.

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Ciao, Dicembre. Ho tenuto da parte le tarts ai profumi natalizi apposta per te, fai che ne sia valsa la pena. Ho fatto anche una bella fumigazione generale di tutta la casa con il Palo Santo, che non fa mai male. E’ un po’ come quando si dice che l’ora più buia sia quella prima dell’alba… il periodo peggiore è quello prima delle ferie.

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Non è proprio il ventaglio di piume più bello che abbia, ma un giorno ho deciso che avrei fatto ventagli diversi per scopi diversi e quindi questo passa il convento, stavolta. Tra parentesi, sono penne di una cornacchia che ha preparato Yuri tempo fa, le cannule sono rimaste sporche di sangue rappreso nonostante la pulizia, ma dev’essere proprio quello che lo rende “speciale”, così, a sentimento.

Poi, sempre perché la mia psicosi casalinga prende il sopravvento spesso e volentieri, mercoledì a mezzogiorno quando sono tornata a casa ho trovato nella buchetta delle lettere l’ultimo catalogo di Euronova con tutte le offerte di Natale, robetta scontata anche del 60-70%, e praticamente mi sono presa un quarto d’ora (DOPO tutti i mestieri del caso) di pura libidine, con il depliant in una mano e il tablet nell’altra, e ho comprato qualche sciocchezzuola per la casa – tra cui un’altra parure copripiumino matrimoniale grigia a stampa invernale per la modica spesa di 25 euro. Questa volta sono soddisfatta delle tempistiche, mi hanno avvisato via sms che il pacco dovrebbe essere consegnato lunedì. Insieme ai conigli di Vespira – il restock pre-natalizio prima che Rapax vada in ferie.

Hanno ricominciato a chiamarmi per le supplenze nelle scuole, questa settimana sono arrivate 2 mail e una telefonata. Purtroppo si tratta solamente di pochi giorni, e il fatto di essere senza macchina non aiuta, ma non nego che la cosa mi tenti comunque. Adesso, dal Vangelo secondo Nonna2, gli “arabi” (libici, siriani, marocchini, nigeriani, senegalesi, iraniani… per lei sono tutti indistintamente “arabi”…) e suo genero sono le vere piaghe dell’umanità. Perché lei è “cattolica ma non bigotta”, però è scandaloso che una scuola pubblica rifiuti la benedizione di un prete, ed è irrispettoso che suo genero vada a lavorare anche il giorno dell’Immacolata Concezione. Venerdì mattina ha tentato di farsi spalleggiare anche da suor Stefanella, venuta a portarle la comunione, ma non c’è riuscita e ha trovato da ridire anche sulla fede delle suore. Questo direi che meriti il Vecchiaccia Award di questa settimana.
La CrePanda è ancora dal meccanico, sono oberati di lavoro ed il ponte dell’Immacolata non aiuta; da un lato questo ha fatto sì che la settimana appena conclusa sia stata abbastanza tranquilla, dall’altro ha fomentato le sue tragedie esistenziali. Si sente ulteriormente persa quando non può dare la colpa a qualcuno del suo malessere, e le mie previsioni per domani al mio rientro mettono tempesta e cordoglio su più fronti, per colpa di San Nicolò. Perché bisogna complicarsi la vita. Alè.


Random

Martedì sera, mentre cercavo – invano – il mio cappotto marrone in mansarda da mia nonna, ho trovato il mio alberello di Yule con le lucine rosse che avevo comprato l’anno che ho abitato lassù. E me lo sono portato a casa, insieme ad un vecchio maglione di mia madre che mi sembra perfetto per cominciare a costruire un look Natural Kei, ma questa è un’altra storia. Le decorazioni con cannella e anice stellato sono da rifare nuove, ma le fettine d’arancia invece si sono conservate bene, comunque. L’ho incollato con il biadesivo al davanzale della finestra, nell’angolo più vicino alla libreria con l’altare, dovrebbe essere abbastanza al sicuro dalle devastanti maninas furettose. Adesso che hanno ricominciato a spargere sale e ghiaia sui marciapiedi non c’è motivo di indugiare oltre con gli addobbi.

Giovedì ho avuto la mia prima cena del Ringraziamento… Luca e Silvia si sono inventati di farcire un tacchino esagerato, con tanto di salsa ai mirtilli, nello spirito del “ma sì, tanto c’è sempre qualcosa per cui ringraziare”, e così è stata un’occasione per ridere un po’ in compagnia. Bere poco, perché è da qualche giorno ormai che la schiena mi fa un po’ penare, in più ci si mette l’emicrania (è cambiato il tempo, siamo passati dalle prime nevicate a inizio settimana al cielo terso di questi ultimi due giorni) e quindi ho Oki in corpo spesso e volentieri.

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Non ho neanche mezza foto della serata, dovrò andare a scrocco.

Sempre con la scusa che, appunto, la mattina mi alzo e mi sento masticata e sputata, sabato mi sono presa un giorno di riposo. C’è da dire che la macchina mi ha abbandonato… giovedì pomeriggio l’ho prestata a mio fratello per andare a farsi un giro in montagna, poi invece di riportarmela qua l’ha lasciata parcheggiata fuori casa di mia madre, e quando è stata ora di rimetterla in moto non c’è stato verso. E quindi, visto che in ogni caso sabato mattina per portare la Nonna2 al mercato avrei dovuto scomodare la figlia o il genero, ho dato semplicemente forfait e ne ho approfittato per tirare il fiato. Se da qualche parte nel mio corpicino c’è una struttura deputata alla regolazione dell’assetto lavorativo (l’amigdala?), s’è persuasa che fossimo in vacanza intorno alle 10 del mattino, e dopo un’intensa sessione di cinematografia mentale in cui ho rivisto/rivisitato praticamente 1/3 della storia di Brehenn. Meglio tardi che mai, no?


SaMMartino.

Il Connected & Free Oracle ci ha conquistati, me e anche Yuri. Ho approfittato di questa luna nuova di mercoledì, complice la sessione settimanale di Warhammer, per apparecchiarmi finalmente un rito in solitaria con tutti i crismi del caso – come da buoni propositi – ed ho consacrato il mazzo. Mi ci dedicherò al 100% dopo che avrò finito la tarot challenge in corso (con tutte le varie ed eventuali del caso) e per allora spero che sia arrivata anche la selenite.
Ho messo persino il mantello! Vorrei dare un senso di continuità ad non-meglio-definito “qualcosa” cominciato con il rituale di Samhain, non so neanche io come mai tutto questo accanimento, penso sia semplicemente il fatto che io abbia bisogno di qualcosa con cui tenermi impegnata. Sempre mercoledì sera, dopo il rito, dopo aver mangiato un boccone, dopo aver fatto partire la lavastoviglie e portato fuori il cane, mi sono messa a letto e ho fatto una meditazione guidata che aveva lasciato Devin su Periscope. Non paga, poi, ne ho fatta un’altra “contro la negatività” che tengo in un app sul telefono. Alle 3:30 del mattino – l’orario maledetto – ne ho fatta una terza, sempre presa dall’app “Relax Melodies”, per addormentarmi.
Tutto perché ormai il giovedì è il mio incubo, tanto per dire. E’ servito a qualcosa? Ha contato qualcosa il fatto che mercoledì fosse il santo patrono e quindi avessimo fatto festa? Naturalmente NO. Il mio giovedì mattina è angoscia almeno fino alle 9, quando so di che morte morire. A volte l’angoscia è immotivata, come questa settimana, che la Nonna2 è di nuovo “piena di dolori” (definizione sua che io ho il compito di riferire a chiunque eventualmente si interessi del suo stato di salute), sono uscita da sola e mi sono arrangiata; a volte arrivo a casa proprio lesa nel cervello, magari resto cattiva tutto il pomeriggio e senza che neanche me ne accorga sbuffo e sospiro perché ho il nervoso che mi pesa sullo sterno. Mi si inceppa tutto in testa, non riesco neanche a parlare, un giorno mi si è annodata la lingua mentre tentavo di dire “burro” (mica chissà cosa…), e adesso Bru! Bru! Brurro! è il tormentone di fine anno.

Ciò non toglie che – anzi, a maggior ragione – una giornata infrasettimanale di riposo “ci” ci voleva. Più che riposo, come al solito, è stata disintossicazione e terapia a base di tranquilla vita da coppietta. Abbiamo avuto un art-attack e abbiamo fatto un quadro con l’ultima muta di Vespira. Abbiamo cucinato dolci (evento veramente RARO in casa nostra). Siamo finalmente andati a vedere com’è il McCafé… e, dannazione, ci piace.
Ho installato di nuovo Kik, perché Rowan e Narvi sono stati carini e sono venuti a cercarmi su Instagram per dirmi che gli manco; stavolta eviterò di cedere alle lusinghe di gruppi diversi soltanto per noia, e spero che questo limiti lo scempio che faceva Kik della mia batteria e della mia memoria.

Poi la notte tra venerdì e sabato ci sono stati gli attentati dell’ISIS a Parigi, e all’improvviso pareva di essere tornati a gennaio quando c’era stata la sparatoria alla redazione del Charlie Hebdo, ho fatto colazione guardando TgCom24 in streaming sul tavolo e poi sono andata a lavorare nella nebbia di novembre sentendomi, una volta tanto, estremamente “presente” nel mio tempo e nel mio spazio. Poi già a mezzogiorno l’accanimento per la lotta al terrorismo era diventato l’accanimento tra quelli che “ah, Parigi sì e Beirut no? Razzisti”, i “Ecco cosa succede ad aprire le frontiere”, i “bastardi Islamici” e i “in Siria ne muoiono tanti così ogni giorno”… siamo fatti così. Io ne ho approfittato per farmi una mezza cultura sulla storia geopolitica della Siria, sono partita da un video spagnolo condiviso su Facebook e poi mi ha aiutato Google, così domattina quando la Nonna2 farà il solito minestrone colossale tra jihadisti e adepti del Dio Petrolio magari potrei avere una mezza voglia di spiegarle dove stanno le differenze.
Una cosa che mi ha colpito è stata che quella mattina la carta del giorno era The Wild Hunt, che in un angolino ha disegnato un galletto (le coq è uno dei simboli della Francia, NdA) che fugge terrorizzato al cospetto della torre che crolla.

Oggi, comunque, è stata una buona giornata… e quando la domenica non è proprio buttata al cesso si affronta meglio anche il lunedì. C’era la solita sagra del patrono, e molto migliore dell’anno scorso, anche se “l’estate di San Martino” ha repentinamente ceduto il passo alla classica giornata bigia (salvo schiarita tardo-pomeridiana giusto in tempo per una favolosa enrosadira, e chevvelodicoaffare, we’re in the Dolomites, b*tches XD) e 12° di massima – dice l’Arpav.
La nebbia agl’irti colli, di nuovo.

 

Ho comprato un borsellino di cuoio a forma di cavallo e una punta di quarzo fantasma, ma soprattutto sono riuscita a rivedere finalmente alcune persone che non incontravo letteralmente da ANNI, compresa la mia amica Valentina che è definitivamente tornata dalla Spagna.

E sono diligente, anche questa domenica mi sono sforzata di postare qualcosa.

 


I soliti buoni propositi

Fine ottobre. Cominciamo con i propositi per l’anno nuovo: rianimare Twitter. Al momento, il mio account Twitter è semplicemente la condivisione delle foto che arrivano da Instagram e (mi par di ricordare) dei post che arrivano dal blog. Non sono nemmeno sicura di aver configurato tutti e due, o soltanto Sentieri.
Rianimare Twitter, dunque, e possibilmente in inglese perché mi rendo conto che la maggior parte delle mie interazioni lì avviene con gente che l’italiano non lo capisce. Dei Gratia.

Vincere pigrizia mentale, blocchi e ritrosie per quanto riguarda la casa. Insomma, non posso perdere tempo prezioso rimandando tutto al giorno in cui traslocherò nella Casa dei Miei Sogni. Ok, questo non è il rustico, c’è il purtroppo ma anche il per fortuna, soprattutto adesso che comincia ad essere umido e freddo. L’altro giorno Massimo mi ha detto “ti manca il caminetto”… eccome se mi manca. Ma posso compensare il più possibile, e consolarmi pensando che sia una cosa in meno da dover pulire.
Per inciso, il 5 di ottobre ho piazzato (e PAGATO) un ordine sul sito di Euronova Italia. All’alba del 18, dopo che per settimane non avevo avuto notizie della mia roba – che da sito risultava disponibile – si degnano di mandarmi un’email per avvisarmi che, causa massiccia richiesta, le mie lenzuola non erano momentaneamente disponibili, ma che me le avrebbero mandate non appena fossero tornate in assortimento. E sono arrivate oggi, che è il 28. Amazon mi ha abituato troppo bene. Per altro ad un certo punto mi stavo irritando perché mi sono arrivati DUE sms di notifica dalla banca, che mi avvisavano che mi era stato scalato il pagamento, uno appunto il 5 di ottobre e uno il 27, come se volessero farmi pagare la roba due volte; poi, fortunatamente, nel momento in cui sono andata sul sito di PayPal per vedere di bloccare l’ultimo, mi sono accorta che in realtà me ne era stato addebitato uno soltanto, e amen. Però credo che Euronova non mi rivedrà più per un pezzo, anche se le lenzuola sono molto belle e sul nostro lettone fanno la loro porca figura.

Finire i disegni e finire (o, quantomeno, portare un pochino avanti) i racconti. E pubblicarli da qualche parte. Tipo… rianimare DeviantArt.
Sto leggendo la trilogia di Magdeburg di Alan Altieri, mi manca poco per finire il primo libro ed ho già sviluppato un rapporto di attrazione/disgusto per Reinhardt von Dekken. Tuttavia né io né Yuri abbiamo ancora capito esattamente dove la trama voglia andare a parare.

Ho comprato una nuova paperblanks da inaugurare il 1° novembre, una degna SUCCEDITRICE (tutto maiuscolo, per celebrare il fatto che a 30 anni suonati ancora ci siano parole italiane che vado a controllare su Google, nel dubbio che esistano pedavero) di quella ancora in corso. Che ormai è agli sgoccioli. Tutte cose che in ogni caso sarà meglio bruciare alla mia morte – o quando qualcuno verrà a rapirmi per riportarmi dalla dimensione da cui realmente provengo.

È arrivato Netflix, comunque, anche in casa nostra. Per festeggiare, ci siamo regalati un’altra copertina matrimoniale in microfibra, di quelle lussuriosamente morbide.
Adesso posso tornare a casa prosciugata, finire di fare i lavoretti del caso e poi prendere il tablet e lasciarmi stupire. Lasciare che mi riempiano la testa con le loro storie, se per un po’ non ho voglia di pensare alle mie.

Risorse cerebrali permettendo, poi, continuerò a sforzarmi di leggere il più possibile. Voglio vedere pure se riesco ad imbarcarmi nella “78 days Tarot Challenge” di Devin/Mystic Moons Tarot con il mazzo dei Green Witch Tarot… non ce la farò mai, 78 giorni sono un sacco, ma vediamo quanto duro XD Sto solo pensando che mi convenga davvero approfittare finché sono in part-time per darci dentro con gli extra del caso, prima che capiti di nuovo un lavoro da 8 ore al giorno…


New entriesssssss

Perdo colpi (e non solo). Vabbe’. Agosto è sembrato non finire mai e quando siamo arrivati al 6 di settembre – il Reptiles Day Bis – mi pareva impossibile che fosse passato solo un mese dal mio compleanno.

La famiglia si è allargata, e per fortuna, perché quando siamo arrivati in Fiera e abbiamo visto solo la metà degli espositori che c’erano a maggio, ci aveva preso un po’ di sconforto. I pitoni non scarseggiano mai, ma gli hognose non sono così diffusi, e se non avessimo guardato bene ci saremmo probabilmente persi per strada il nostro nuovo piccolo “Porcetto”. Che ha già fatto la prima muta.
  

 E poi c’è Pitonepalla (in italiano “pitone reale”, Python Regius, per gli inglesi è “Ball Python” e trovo che sia un nome molto azzeccato) che con nostra somma gioia ha già mangiato senza problemi, scongiurando i nostri timori di una possibile “wobble head”, e che facesse fatica ad abituarsi al cibo surgelato o che fosse troppo stressato dal trasloco in un terrario un pelo troppo grande per lui.

No, non ci siamo neanche sforzati di trovar loro dei nomi decenti. Monty è già stato scartato. Se avessi trovato una femmina (ma io non sono “meticolosa” come Yuri, che già alla biglietteria ha le idee abbastanza chiare su quello che vuole) probabilmente l’avrei chiamata Pizia – la Pitonessa, no? – ma visto che è un maschio potrei chiamarlo Apollo. Così, quando muta, trovo la Pelle di Apollo il Pitone Palla. Silly me.

Comunque, si diceva, settembre. Sul nostro lettone sono spuntate di nuovo le copertine di pile, non ci sono più le finestre aperte 24 ore al giorno e la casa ricomincia ad impregnarsi di odore di incenso, tornano le voglie di mele cotte con la cannella e la tazza di Ciobar non è più un’opzione così improponibile come prima. Ho comprato i festoni di foglie finte rosse e gialle e le ho appese al mobile con le teche – ho anche scoperto che al bazar dei cinesi per un euro vendono confezioni da 5 sacchettini di lino in diversi colori, ma quel posto è sempre stato un ricettacolo di piacevoli sorprese per squattrinati. Sto facendo scorta di Yankee tarts natalizie perché sono profumi “caldi”. Paradossalmente in questi ultimi giorni sono stata meglio quando il tempo era peggio… l’istinto di “fare la tana” scorre potente in me.