"Thro' evening shades I haste away / to close the labours of my day."

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Gufi evvriuer

La prima buona notizia non è poi nemmeno così buona: a quanto pare la Nonna2 ha il sussidio prorogato fino a giugno. Onestamente io non credo proprio di essere in grado di resistere così tanto. Credevo che martedì mattina, in virtù di suddetta cosa, l’avrei trovata di buon umore, o almeno un pochino più tranquilla di quanto non sia stata ultimamente; invece ha inaugurato la mattinata mandando – parole sue! – a fanQlo i suoi figli, per i soliti motivi. Poi ha cercato per l’ennesima volta di mettermi i piedi in testa per quanto riguarda la mia disponibilità a portarla in giro in macchina, ma è cascata male, perché ho smesso di farmi qualsivoglia remora nei suoi confronti. S’era fissata che la sua cagnetta abbia problemi ai bronchi e ha voluto portarla dal veterinario, quindi ha fissato un appuntamento per giovedì mattina. Il veterinario le ha ripetuto per l’ennesima volta che deve solo far dimagrire quella povera bestia, e per l’ennesima volta non è cambiato assolutamente nulla, se non che altri 20-30 euro le sono usciti dal portafogli senza alcun beneficio per chicchessia (a parte, forse, il veterinario). Sono decisamente esaurita. La collega che se la cuccava il pomeriggio adesso ha chiesto un part-time e quindi dalla cooperativa gliene mandano un’altra, una che non si è fatta nessunissimo problema a dirle che non è tenuta nemmeno a portarle fuori l’immondizia, figuriamoci portarla in giro in macchina… ero solo io la gioconda che si prestava a qualsiasi cosa. Adesso è il caso di finirla. Anche Yuri vuole che la molli per qualcun altro o per qualcos’altro.
In più, di quando in quando mi viene voglia di mettere le mani addosso anche a suo figlio, perché per quelle 2-3 volte al mese che va a trovarla non riesce proprio ad ingoiare un paio di rospi per amore del quieto vivere. Lunedì sera si è messo a sgridarla perché non sa fare la raccolta differenziata… ma si rende conto di con chi ha a che fare? Ma cosa pretende?

Ad ogni modo, martedì sera Yuri mi ha stupito con un regalo insperato, mi ha comprato il Connected & Free Oracle *____* sono carte bellissime… ricordano molto, per certi versi, i Wild Unknown, e vedo che Devin/Mystic Moons Tarot li usa spesso insieme con successo. Ho intenzione di provarci anch’io.
Per la prima volta dopo tanto tempo passato in una condizione di “apatia”, mercoledì pomeriggio finalmente ho trovato un momento propizio per dedicarmi alla lettura del manuale-guida, e ho miracolosamente riscoperto quella sensazione di entusiasmo e voglia di fare che credevo di aver perso per strada da un bel pezzo.
Non pensavo che l’avrei mai detto, ma sto apprezzando il fatto che mi incoraggi ad essere intuitiva, lo trovo motivante.

Non ricordo poi se l’ho pubblicato da qualche parte, comunque a settembre ho vinto una tarot photo challenge, sempre organizzata da Devin, per la categoria “most beautiful”, e mi ha mandato un bel ciondolo con un quarzo rosa. Quella adorabile donnina mi ha capito XD

Piccole, piacevoli soddisfazioni. Senza contare che abbiamo cominciato a stringere un pochino i rapporti e questo mi fa MOLTO piacere. Seguendo le sue trasmissioni, ho imparato che un’ottima pietra per purificare/ricaricare le carte è la selenite. La selenite non se l’è mai filata tanto nessuno di quelli che conoscevo, perciò adesso voglio provare come va. Ho già una bacchettina, ma su Etsy ho trovato una lastra – una “slab” – e l’ho comprata. Pensieri feluicci! Ne ho fottutamente bisogno! Venerdì sera sono andata a fare shopping di chincaglierie all’emporio dei cinesi, mi serviva una scatola per le carte e sono uscita con un bel bauletto color mogano in cui ci stanno giusti giusti i Wild Unknown, i Connected & Free e il mio pezzettino di selenite. E gufi, ho comprato gufi vari ed eventuali. Gufi evvriuer.


AntiMabon

Sono rimasta perplessa da voi che festeggiate l’equinozio il 21 quando i calendari, gli almanacchi e – mi dicono dalla regia – persino Wikipedia dicono che l’equinozio è il 23.
Non discuto di quei problemi logistici che immancabilmente capitano quando cause di forza maggiore impongono di spostare le celebrazioni al primo weekend papabile (lo facciamo sempre anche noi), ma un conto è questo, un altro è farne una questione di “tradizione”. E’ ovvio e comprensibile che nei manuali e nei vari siti web che trattano le feste pagane convenzionalmente equinozi e solstizi si facciano cadere il 21 del mese, ma da nessuna parte nessuno ha mai affermato “festeggiate il 21 anche quegli anni in cui cade il 22 o il 23” come se il 21 fosse, che ne so, un numero più bello. Tradizione è fissare i Sabbat maggiori in date canoniche perché seguire un calendario lunare o (peggio che peggio, oggigiorno) agricolo potrebbe essere complicato, passi anche il sentirsi alienati da un clima che spesso e volentieri sovverte le stagioni… ma inventarsi gli equinozi è ridicolo.
Personalmente credo che questo tipo di ignoranza non abbia una giustificazione plausibile… non mi sono mai accanita particolarmente contro il fluffybunnysmo imperante del neopaganesimo moderno, però a tutto c’è un limite, e questa per me è semplicemente cialtroneria. Non è possibile che uno si prenda lo sbattimento di tenere in piedi, chessò, una pagina facebook, e poi non controllare un caspita di almanacco.

Ad ogni modo, dopo averci regalato una mattinata vergognosamente estiva e un pomeriggio passabile, ieri sera ci ha fatto compagnia il temporale. Poi, come volevasi dimostrare, stamani alle 8 era uno schifo, alle 11 quando sono uscita con la cagnetta si stava così bene che mi è sembrato di rinascere, e adesso vediamo quanto dura… Comunque sia abbiamo avuto tempo per cavallare un po’ e ne ho approfittato per raccogliere qui e lì quel che passa la campagna: noci, nocciole, mele, pannocchie…

Volevo le pannocchie perché da qualche parte ho letto che appenderle in casa a mazzetti di tre porta bene, poi in realtà Yuri ne ha raccolte altre che parevano più commestibili e ci abbiamo fatto cena. Con le barbe mi ha preparato una tisana, dice che fa bene alla vescica… ne è uscita una cosa che pareva brodo di mais, ne ho bevuto a stento mezza tazza e stanotte ho fatto sogni assurdi di boschi in cui gli alberi crescevano in orizzontale, chiese in cui durante i funerali le salme rigurgitavano riso come fossero sciami di insetti, e un locale in cui al posto del gelato facevano coppette di crema spalmabile a gusti assortiti – però c’era una promozione interessante: se facevi scegliere i gusti ad un’altra persona, pagavi di meno. Il cameriere si scandalizzava perché accettavo una coppa di lampone e liquirizia, e mi ricordo che gli chiedevo Perché? Le Morositas non avevano gli stessi gusti?!

Naturalmente quand’è suonata la sveglia di Yuri ero più stanca di quando sono andata a dormire, e so che se adesso mi adagio da qualche parte – a letto a guardare la tv, o sul divano a leggere un libro – mi abbiocco nel giro di cinque minuti. Potrei pulire la teca di Lady Vashj, visto che ricordino ci ha lasciato dentro… epperò sono tanto belli i serpenti, lo faccio anche volentieri 😀


Nidificare

Aver cominciato una maratona singhiozzante di Sex & The City avrebbe dovuto aiutarmi a ritrovare brio nello scrivere pensierini, e invece mica tanto. Stamattina ho cestinato una bozza che mi ero preparata, a tempo perso, appena dopo la sagra di San Martino, domenica scorsa; alla fine era un post che avrebbe dovuto semplicemente aiutarmi a ricordare i nomi delle pietre che ho comprato, visto che la signora che me le ha vendute non s’è degnata di mettermi dentro i foglietti, come si usa di solito. Tanto poi io li perdo, a dire il vero.
Ho comprato una chiastolite, un lapislazuli, un serpentino, una septaria e un occhio di gatto. Mi piace andare a sentimento… poi, a casa, controllo le proprietà e mi ritrovo sempre con quel mezzo sogghigno idiota da Universo, che cosa mi vuoi dire? Di septaria dovrei farmi fare un sarcofago, ad esempio.

Sì, ho comprato anche un altro di quei taccuini con la copertina in cuoio, uno di quelli piccolini, scrausi, fatti in India o giù di lì. L’ho preso perché, costando poco, ho pensato che non mi sarei fatta tante remore ad usarlo semplicemente come diario. E difatti. Adesso voglio soltanto quelli, mi ispirano infinitamente, quasi più dei moleskine. Sembra di scrivere sulla carta igienica e all’inizio la prospettiva del foglio senza le righe mi gettava un po’ nello sconforto (mi turba l’idea di riguardare la pagina e vedere le scritte sghembe, anche l’occhio vuole la sua parte ed il mio la vuole sempre bella consistente), però lo adoVo. Durerà un niente perché scrivo sempre su una facciata soltanto, ma pazienza… sarà breve ed intenso!

Oggi la neve incombe proprio e io ho voglia solo di fare il nido, così accendo candele da tutte le parti. Stavolta baratto volentieri la casa rustica nel bosco con dei caloriferi degni di tale nome, sinceramente… Perfino le bestiole sono tutte ingretolite (con le eccezioni del caso, visto che le serpille hanno i loro 25-30 gradi costanti nei terrari e non credo che l’inverno le turbi particolarmente). Mi sono imbarcata nello sgombero della scrivania di Yuri – stiamo valutando l’idea di regalarci/farci regalare una stampante per Natale, volevo valutare gli spazi… – ho dovuto prendermi una pausa-cappuccino in mezzo, ma ce l’ho fatta. Babbabiadavero. Ero partita con lo swiffer ma mi ci voleva l’aspirapolvere, altroché. L’amorezozzo.


Gnnnarrrlll diffuso

Sono stanca, e mi rendo conto che quando sono stanca divento psicolabile. Passo dal “potrei scoppiare a piangere senza alcun motivo da un momento all’altro” (anche se poi, a ben guardarci, un buon motivo per piangere lo si trova sempre…) al “rido fino al soffocamento pensando a come sarebbe avere un cane carlino di nome Peto“. E poi, fondamentalmente, mi incazzo per delle stupidaggini… come quella ragazza che già a suo tempo mi aveva tartufato i nervi con una conversazione senza sbocchi intelligenti riguardo al lasciare le ali intere alla sua calopsite – perché la sua allevatrice diceva che era meglio così – e oggi ho scoperto che il pappagallino le è scappato. Ma dai? Ma secondo te tutti quelli che fanno il taglio delle remiganti sono degli stronzi insensibili che snaturano gli uccelli nel loro essere uccelli? Beh, benvenuta nel mondo reale. Ti svelerò una cosa: hai (anzi, avevi) una calopsite allevata alla mano, l’avevi GIA’ snaturata anche tu, quindi non menarmi per il culo. Perché se il tuo ragionamento è “un uccello deve poter volare” allora non te lo prendi da tenere in casa, punto. C’è poco da dire “dovevo stare più attenta io”… sì, è ovvio. Nessuno si perde il pappagallino per divertimento. Ma gli incidenti capitano, e non metterli in preventivo è idiozia, quindi – ribadisco – non prendiamoci per i fondelli; quando io ho perso Samhuinn ci sono rimasta così di merda che mi sono stramaledetta per aver pensato di tenerle le ali intere anche in estate con tutte le finestre aperte, perché il pensiero di quanto potesse essere terrorizzata e che fine spaventosa potesse fare ha completamente eclissato qualsiasi etica possa esserci dietro la scelta di lasciargli fare volo libero ad minchiam.
(Prego si noti che suddetti ragionamenti sono da applicarsi a noi comuni proprietari di calopsiti “pets”… chi alleva e addestra pappagalli in maniera professionale ha ben altre risorse e motivazioni plausibili, di cui non entro nel merito).
Per altro se c’è una cosa che mi manda in bestia è dover discutere con qualcuno che tanto è già arroccato sulle sue posizioni e alla fine, messo alle strette, ti liquida tutto il discorso con un “oh beh, alla fine ognuno è libero di pensarla come vuole” e similari. Sacrosanta verità… ma allora non venire neanche a chiedermi niente, che presumibilmente io ho di meglio da fare della mia giornata.
Vabbe’. Mi spiace per il pappagallino, spero che qualcuno lo trovi e lo metta al riparo, ovviamente. Sono tutti dei Samhuinn, dei Fanny, dei Paco, dei Pedro e in questa stagione la lista dei nomi sui volantini si allunga in maniera spropositata…
Alla fine me ne sono anche stata zitta, che rischiavo di dire delle cattiverie esagerate.

Sono stanca perché sono stata tutto il giorno allo stand di Walpurgis a far compagnia a Yuri e colleghi, faceva caldissimo e mi sono cucinata. Finisco in fretta qui e mi trascino penosamente a letto.
Però – PERO’! – sabato sera, contro ogni mia più rosea previsione, sono riuscita ad andare al Tarvisium Celtica a sentire il concerto di Vincenzo Zitello. E a fare due spesine alle bancarelle. Ah, io felice ^_^