"Thro' evening shades I haste away / to close the labours of my day."

Articoli con tag “neopaganesimo

In the snow proprio…!

Il terremoto di lunedì (scossa sismica di magnitudo 3 con epicentro a Sedico che praticamente tutti i miei conoscenti hanno scambiato di volta in volta per: madre che trafficava in lavanderia/traslochi ai piani inferiori/camion di passaggio/cane sotto il letto/cantieri aperti particolarmente laboriosi) ha causato guasti all’acquedotto e ieri pomeriggio la Gestione Servizi Pubblici ci aveva messo un po’ di schitta perché pareva che mezza Belluno oggi sarebbe rimasta tutto il giorno senza acqua corrente per permettere agli operai di sostituire le porzioni di tubatura che erano saltate. In realtà poi né qui né a casa della Nonna2 i rubinetti ci hanno negato niente, abbiamo fatto scorta di taniche e catini inutilmente … per ora. Pare che nonostante la neve sia scesa copiosa sia stanotte che stamattina intorno a mezzogiorno, i lavori siano stati portati a termine senza intoppi e persino più in fretta del previsto. Avete stati proprio bravi, nonostante l’immancabile petulanza che leggevo poco fa sulla pagina Facebook del sindaco, perché secondo l’utente medio questi son lavori che vanno fatti di notte. In montagna, con la neve, al buio, al gelo, di notte. Potreste provarci voi, Geni del Male.

Probabilmente foriere di un’apocalisse imminente, le spedizioni delle mie pietrine sono arrivate tutte in SENSIBILE ANTICIPO, sia quella che viaggiava con DHL sia quelle sdoganate da Poste Italiane. Adesso sono una bimba felice.

Sì, ho fatto un bel carico e la cosa che ho pagato di più sono state le ametiste grandi della seconda foto, sono costate poco meno di 27 dollari (circa 24 euro). E, tanto per rendere l’idea delle dimensioni medie…

IMG_1719

Chissà se adesso mi esploderà la testa. Instagram talvolta può essere una fonte di ispirazione eccessiva.

Probabilmente domani quando sarà ora di far partire la macchina oltre alla neve scenderanno le bestemmie, ma per oggi questa atmosfera invernale mi è piaciuta tanto, questa luce bianca, la sensazione di intimo tepore mentre io al pc cominciavo questo post (per impaginare più facilmente le foto) e Yuri alla sua scrivania BONIFICATA DI FRESCO montava le sue prime miniature per Warhammer… Il Chai Tea Latte, che a volte mi viene con una bella schiuma fissa e a volte invece no… Mi hanno ripagato di una mattina passata a mangiarmi le mani per non sbottare malamente. Forse sono io in PMS, ma più probabilmente era la Nonna2 sul sentiero di guerra che inveiva contro tutti quelli che in questi giorni le hanno fatto notare – ebbene sì – che al mondo c’è anche chi sta peggio di lei, fatto sta che mi ha ESAURITA.
L’ho già preparata psicologicamente al fatto che può darsi che noi non si riesca ad andare al mercato domani mattina, un po’ perché la mia macchina è sepolta, ma soprattutto perché siamo andati a spasso con il cane oggi pomeriggio e i marciapiedi non sono decisamente a prova di anziano invalido overquintal. In ogni caso l’andazzo di questi ultimi giorni è stato decisamente casalingo, ed è molto probabile che si rifiuti lei per prima a mettere il naso fuori di casa; al che sto qui e non so cosa augurarmi, se sia meglio vederla arrancare nella neve mentre sbuffa come un mantice, o sopportare un altro turno di invettive contro sua figlia, suo genero, la dirimpettaia mattiniera, “Storie Vere” su Rai1 che parla sempre e solo di omicidi (…), gli operai al piano di sopra, la cognata suora, le ex-nuore e compagnia cantante. A me come al solito verrà in mente un ritornello del 1965…

E dopo dieci, venti,
trenta sforzi per partir,
rimane lì impalata
mentre intorno sente dir
Dai, dai, dai,
Dagli una spinta!

Vabbe’.
Il passato è storia.
Il futuro è mistero.
Stasera pizza.

Don Rinaldo l’aveva detto, che ero una pagliaccia.


RANDOMbat

Ho trovato altri creativi dell’almanacco, adesso posso uffialmente inaugurare un nuovo sistema di triplici festività che consta di sabbat, esbat e RANDOMbat – che puoi celebrare quando ti pare, soprattutto quando sei un ca22one borioso e la tua pagina di Facebook dice che ti sei laureato alla “Scuola di Vita”.
Mettiamo bene in chiaro una cosa subito: c’è una sostanziale differenza tra “avere ragione” e “ok, tanto non muore nessuno”, e reinterpretare i moti celesti per convenienza rientra nella seconda categoria. Non c’è niente di male, esattamente come non c’è nulla di male nell’essere puristi, checché se ne dica in giro. Siete tutti contenti, però, quando i treni arrivano puntuali, eh? Santiddei spero che vi mozziate il dito medio, che il chirurgo ve lo innesti su un gomito e che poi vi dica embe’? Siamo tutti puristi adesso?
Quest’idea che tutto possa essere tranquillamente approssimato e rimpiazzato con la qualunque, è l’esasperazione dei buoni propositi di Cunningham e Compagni per cercare di venire incontro a chi ha disponibilità realmente limitate, non giustifica il fatto che abbiate internet per controllare equinozi, solstizi e pleniluni e nonostante ciò continuiate ad usarlo per scartavetrarmi i nervi nonché contribuire a rinforzare l’opinione che i wiccan siano tutti cialtroni.
Festeggiate felicemente i vostri randombat, che non muore nessuno… ma non pretendete di avere ragione!


AntiMabon

Sono rimasta perplessa da voi che festeggiate l’equinozio il 21 quando i calendari, gli almanacchi e – mi dicono dalla regia – persino Wikipedia dicono che l’equinozio è il 23.
Non discuto di quei problemi logistici che immancabilmente capitano quando cause di forza maggiore impongono di spostare le celebrazioni al primo weekend papabile (lo facciamo sempre anche noi), ma un conto è questo, un altro è farne una questione di “tradizione”. E’ ovvio e comprensibile che nei manuali e nei vari siti web che trattano le feste pagane convenzionalmente equinozi e solstizi si facciano cadere il 21 del mese, ma da nessuna parte nessuno ha mai affermato “festeggiate il 21 anche quegli anni in cui cade il 22 o il 23” come se il 21 fosse, che ne so, un numero più bello. Tradizione è fissare i Sabbat maggiori in date canoniche perché seguire un calendario lunare o (peggio che peggio, oggigiorno) agricolo potrebbe essere complicato, passi anche il sentirsi alienati da un clima che spesso e volentieri sovverte le stagioni… ma inventarsi gli equinozi è ridicolo.
Personalmente credo che questo tipo di ignoranza non abbia una giustificazione plausibile… non mi sono mai accanita particolarmente contro il fluffybunnysmo imperante del neopaganesimo moderno, però a tutto c’è un limite, e questa per me è semplicemente cialtroneria. Non è possibile che uno si prenda lo sbattimento di tenere in piedi, chessò, una pagina facebook, e poi non controllare un caspita di almanacco.

Ad ogni modo, dopo averci regalato una mattinata vergognosamente estiva e un pomeriggio passabile, ieri sera ci ha fatto compagnia il temporale. Poi, come volevasi dimostrare, stamani alle 8 era uno schifo, alle 11 quando sono uscita con la cagnetta si stava così bene che mi è sembrato di rinascere, e adesso vediamo quanto dura… Comunque sia abbiamo avuto tempo per cavallare un po’ e ne ho approfittato per raccogliere qui e lì quel che passa la campagna: noci, nocciole, mele, pannocchie…

Volevo le pannocchie perché da qualche parte ho letto che appenderle in casa a mazzetti di tre porta bene, poi in realtà Yuri ne ha raccolte altre che parevano più commestibili e ci abbiamo fatto cena. Con le barbe mi ha preparato una tisana, dice che fa bene alla vescica… ne è uscita una cosa che pareva brodo di mais, ne ho bevuto a stento mezza tazza e stanotte ho fatto sogni assurdi di boschi in cui gli alberi crescevano in orizzontale, chiese in cui durante i funerali le salme rigurgitavano riso come fossero sciami di insetti, e un locale in cui al posto del gelato facevano coppette di crema spalmabile a gusti assortiti – però c’era una promozione interessante: se facevi scegliere i gusti ad un’altra persona, pagavi di meno. Il cameriere si scandalizzava perché accettavo una coppa di lampone e liquirizia, e mi ricordo che gli chiedevo Perché? Le Morositas non avevano gli stessi gusti?!

Naturalmente quand’è suonata la sveglia di Yuri ero più stanca di quando sono andata a dormire, e so che se adesso mi adagio da qualche parte – a letto a guardare la tv, o sul divano a leggere un libro – mi abbiocco nel giro di cinque minuti. Potrei pulire la teca di Lady Vashj, visto che ricordino ci ha lasciato dentro… epperò sono tanto belli i serpenti, lo faccio anche volentieri 😀


Buon Lughnamhain :S

Piove di nuovo.
Stamattina il cielo ci aveva dato l’illusione di volerci regalare un Lughnasadh con il bel tempo, ma è durato giusto fino alle 18; adesso di nuovo nubi plumbee, tuoni, e la campanella a vento della cucina che suona come una pazza.
Almeno abbiamo avuto il tempo (e una temperatura idonea) per andare in cortile dai suoceri a lavare il cane… sta ANCORA perdendo pelo. Che detto così suona come una specie di alopecia inarrestabile, invece è soltanto una colossale muta che nessuno di noi aveva mai visto in sette anni di convivenza canina.

Mi correggo, non è che piova, sta venendo giù l’iradiddio.

Tra una lavatrice e l’altra cercherò di pensare anche a qualcosa per festeggiare; sta diventando una costante delle mie festività stagionali quella di fare un qualche genere di pulizia in casa. E’ più una cosa da “metà oscura dll’anno”, ma onestamente qualche giorno fa ho comprato del tè all’arancia&cannella e il termometro mi ha dato ragione.
Ad ogni modo, da giorni ormai il rondellone di legno è in ingresso, pulito, stuccato e scartavetrato, pronto per ospitare qualcosina.
Il libro che sto leggendo, Natural Witchery, parlava di “blocchi elementali”… io credo di averli praticamente tutti, forse forse soltanto l’Aria mi manca. Quindi ho ricominciato a tenere più assiduamente un diario dei progressi, a scapito del blog – se non si fosse capito. Da una parte le giornate mi sanno sfuggendo fra le dita una dopo l’altra (ho avuto una settimana di ferie a luglio, dove me la sono persa?), dall’altra ho il mio regalo di compleanno prenotato per il pomeriggio del 18 e mi sembra che non debba arrivare MAI.

E’ ricominciato il periodo della sveglia alle quattro del mattino, dei sogni fondamentalmente ameni che però mi lasciano un’inspiegabile senso di angoscia al risveglio. A parte una notte in cui ho sognato di fare un viaggio in treno con un sacco di uicci pipol per andare in pellegrinaggio ad un enorme tempio di Diana Cacciatrice.
E questo tempo non è che mi aiuti, né a darmi un po’ di brio, né a ispirarmi i festeggiamenti per Lughnasadh. I raccolti sono sott’acqua, credo, in questo momento.

A proposito di abbondanza… mia suocera si è innamorata perdutamente del suo Bimby e dopo breve tergiversare hanno deciso di regalarne uno anche a noi. Abbiamo già fatto spazio in cucina, anche se ci vorranno ancora un paio di settimane prima che arrivi. Ho sviluppato una tremenda dipendenza da “nutella” bimby-made, e – non l’avrei mai detto! – anche se non sono mai stata un’appassionata di cucina, non vedo l’ora che ce lo portino… almeno sarà una cosa nuova >_>


Arrangiamenti

Domenica, sagra.
Un po’ deludente, ad esser onesti, ma comunque una buona occasione per prendere una boccata di gente, portarsi a casa altre quattro pietrine (una mangano calcite, due mokaiti, una rodonite), e due teli indiani vagamente (MOLTO vagamente) celticheggianti da adoperare come tovaglie, uno sui toni dell’arancione e uno sul blu.

Mi piacciono, tamponano il mio perenne fastidio per le orribili piastrelle non-è-vintage-fa-solo-schifo; ci ho letto su le carte, domenica pomeriggio… da quando Yuri si è finalmente sistemato, abbiamo cominciato a parlare un po’ di case e di esigenze. Certo sarebbe bello avere di nuovo un angolino tutto per me, ma è da più di un anno ormai che ho imparato a farne a meno e mi tocca dire che non ne sento particolarmente la mancanza. Tutta questa casa, adesso, è il mio angolino, per questo mi accanisco nelle pulizie quando mi viene il mal di stare. Me la sistemo (e me la sono sempre sistemata) come piace a me, di conseguenza che sia la cucina, il soggiorno o la camera da letto, l’intimità la trovo dappertutto; non ho neanche sempre e necessariamente bisogno di restare da sola, anche se mi permette di tirare il fiato, mi sento a mio agio a far le carte o annotarmi le mie cosine anche a tavola mentre Yuri fa da mangiare, o a meditare a letto con gli auricolari con lui di fianco che dorme. Insomma, diciamo che sto perdendo la mentalità della “mia stanza” in favore di quella della “mia casa”. Non mi accontenterei comunque più di una sola stanza accomodata come mi aggrada, voglio che tutte siano in grado di farmi sentire a mio agio e trasmettermi qualcosa.
Mi viene in mente ogni tanto una ragazza che su facebook mi diceva che casa sua avrebbe dovuto avere una stanza adibita a “spazio sacro” in cui avrebbe messo delle teche con dei serpenti; sorvolando sul fatto che probabilmente questa pensasse che tenere un serpente fosse come tenere un criceto, in fin dei conti anche a me piace il salotto soprattutto perché ci sono tutte le bestiole (oltre che gli altari). Poi, per quanto sarebbe stràfico celebrare con un serpente che ti striscia addosso/intorno, la realtà dei fatti è che la cosa generalmente è poco fattibile. Per altro, restando in tema di serpenti, si avvicina il Reptiles Day, è ora di comprare un nuovo terrario a Vespira e qui, adesso, comincia ad essere ora di sistemare il mobile in modo da ricavarci lo spazio che serve. Personalmente non vedo l’ora, c’è un’accozzaglia di roba buttata là senza criterio solo perché non abbiamo più comprato una libreria o montato delle mensole, ora non ci sono più scusanti.
Tornando alla casa, ad esempio, c’è la questione delle finestre. Appena fa buio, Yuri tira giù tutte le serrande; ha qualche problema con la privacy, lui, e con le luci accese comincia a sentirsi gli occhi del creato intero puntati addosso. Per me è diverso… a meno che io non sia nuda come il culo di un macaco e intenta in attività poco graziose come depilarmi i polpacci, guardare fuori mi fa piacere; per il resto non mi interessa gran che se davvero a qualcuno cade l’occhio su un angolo di casa mia, anzi, la finestra è lì per dire “non sei tagliata fuori dal resto del mondo, ma sei nel tuo spazio”… anche se il panorama non è proprio il migliore che si possa desiderare. Martedì sera, che abbiamo avuto un po’ di pioggia, venivamo giù da Castion e io invidiavo immensamente chi si godeva la bruma, il bosco e quella luce da film horror firmato Guillermo Del Toro. Chissà tra qualche anno cosa mi capiterà di vedere.


Dispersa

Ostara. Dove me lo sono perso, Ostara?

È già da qualche giorno che mi sembra, finalmente, di riuscire a tirare il fiato. Tra venerdì della settimana scorsa – che s’è laureato mio fratello – e sabato, l’Oki è stato il miglior attore non protagonista de La Mia Dieta… ad un certo punto io e le mie Amiche di Mestre eravamo così gonfie che a stento riuscivo a chiudere il bottone dei pantaloni. Ci sono stati giorni in cui persino una lenta decomposizione sembrava una prospettiva piacevole.
Per fortuna sono belle giornate, si va volentieri a spasso, è ricominciata la stagione del gelato da passeggio al pomeriggio. La stagione del “e ci dispiace per gli altri / che sono tristi / perché non sanno più comesivivefuoridafacebook“. Io non ci guardo quasi più, preferisco tanto Instagram, al massimo qualche blog… Almeno via fotografia (se escludiamo le selfies con bocche a culo di gallina e le varie estasi di Santa Teresa) mi vengono risparmiate tante fregnacce che non capisco, e che mettono in crisi la mia scala di valori riguardo a ciò che è piacevole e/o socialmente accettabile e quello che non lo è. Una volta ero convinta che fossero i 14-15-16 anni la fascia di età di transizione in cui, in una stessa classe, incontravi persone che erano già cresciute e altre che ancora ci dovevano arrivare; invece adesso è questa, caspita, è la soglia dei 30. C’è chi è in grado di badare (e bastare!) a se stesso, magari anche ad un compagno e a dei pargoli, e chi ancora non ha imparato che la vita è sempre un po’ ingiusta, che i soldi non si moltiplicano per partenogenesi nei portafogli, e che se è sacrosanto il detto per cui Lo stupido è chi lo stupido fa (e sacrosanto lo è davvero, provare per credere), quella del “nessuno mi vede per quello che sono veramente” è la balla più colossale che possiamo raccontare a noi stessi per smussare gli angoli dei nostri fallimenti.

Oggi la NonnaDue mi ha chiesto se prima mi annoiavo a fare la casalinga, se mi pesava stare a casa da sola senza parlare con nessuno. Bah. Le ho risposto che se proprio butta male mi metto a cantare, ma per me il vero problema di quando si resta soli e con le mani in mano è che uno poi comincia a rimuginare, con priorità all’ingigantire questioni insignificanti. E se non mi capisce lei… lei che si perde per strada settimane intere, peggio di me, finché non glielo ricorda lo stato di decomposizione della verdura. Per il resto non mi pronuncio, poco fa mi stavo preoccupando perché non riuscivo a trovare un Polletto, lo chiamavo e non mi rispondeva… finché Yuri non mi ha fatto notare che ce l’avevo sulla spalla. BENE.
Ho anche scongelato il mio account di Warcraft, e con la prevendita di Warlords of Draenor ho avuto in omaggio un “level boost” per portare un altro pg a livello 90. Me lo faccio Orda. Ciao, mondo reale, ciao. Giusto perché non avevo ancora preso impegni per il fine settimana.
No, scherzo, domani pomeriggio Yuri vuole andare a tirare con l’arco e io credo che mi aggregherò, mi porto un libro.


Unknowgnite

Ok, ero convinta di aver pubblicato un post, ieri sera, ma evidentemente si trattava soltanto di una realtà parallela dannatamente simile a questa, in cui il maledetto post non esiste da nessuna parte. Certo io per prima non è che ultimamente brilli per integrità mentale (ed emotiva), ma di solito queste cose mi capitano quando Coloro-che-vegliano-sulla-mia-buona-condotta decidono di censurarmi un post particolarmente velenoso, polemico e/o detestabile… ma non avevo prodotto nulla di tutto ciò,  lo giuro!

Mi sono sforzata di lasciare l’agenda sul comodino, stamani, a beneficio di questo blog che mi sta diventando sempre più noioso ed abbastanza impersonale. Sto costruendo una nuova routine mattutina fatta di cappuccino solubile, Paolo Fox, Wild Unknown e pensierini di poche pretese; consumo taccuini ma il resto langue. Ne approfitto per appuntarmi i sogni, stanotte davanti alle caserme avevano aperto una minuscola gelateria a nome “ESO” che aveva un distributore esterno di frappè operativo 24/24 come quelli delle sigarette. Che figata pazzesca.

Giornate primaverili ❤ diventa più piacevole anche quella mezzoretta d’aria che ci prendiamo io e la canina della NonnaDue per far quattro passi. La NonnaDue, da quando è venuta a mancare una sua cara amica oltre una settimana fa, è inesorabilmente scivolata nella fase down e io scopro nuove frontiere della mia capacità di gestione di queste evenienze; arrivo a casa lesa nel cervello, ma mi sembra di stare facendo un buon lavoro, e tutto sommato trovo comunque gratificante il fatto che lei adesso preferisca chiedere a me di accompagnarla a fare la spesa o di aiutarla a fare la doccia. Ciò non toglie che io cominci a sentire sempre più spesso il bisogno fisiologico di sedermi al sole, anche solo per quei cinque minuti in cui il cane si mette a brucare erba sotto le panchine del parchetto. Magari poi succede che dopo pranzo io finisca spiaggiata a letto a guardare Scrubs, però si sente che c’è un po’ più di Voglia di Vivere nell’aria. È ora di tornare a scrostare i cavalli, ad esempio.

Stamattina ho calcolato male le distanze e la mia velocità nel percorrerle, il corso cominciava alle 8:30 e alle 8:10 io ero già praticamente lì; la cosa bella è che la zona dietro la casa di riposo ha ancora una parvenza di rurale, ci sono ancora le vecchie case coloniche con i cortivi, poi si sale verso Sopracroda e il Col di Roanza e cominciano i boschi. Insomma, ho allungato un pochino la passeggiata, la giornata era favolosa.
Il corso mi piace, Leidy mi parla in spagnolo e ci sono tre signore ucraine che mi ricordano tanto I Picciotti degli Animaniacs, però 4 ore mi sono volate oltre le più rosee aspettative di una che decisamente non è più abituata ad andare a scuola.

Nel post che ho disperso (eppure ho un ricordo piuttosto nitido della schermata di WordPress che mi diceva che ero arrivata a quota 402…) avevo riportato anche i primi scatti di una serie di foto giornaliere che faccio con i Wild Unknown. Dicono che la divinazione regolare “monocarta” sia un’ottima maniera per prendere familiarità con il mazzo, la foto mi sprona ad essere costante, tiene traccia dei progressi, ed in qualche modo mi fa entrare in un’ottica di pratica più entusiasmante. Anche l’occhio vuole la sua parte, come al solito.
Per fortuna sono in buona compagnia XD


“Il mattino ha l’oro in bocca, ed io ben altro” (cit.)

Si può dire che adesso rientri anch’io ufficialmente nel Meraviglioso Mondo dei Contribuenti, e in una maniera che mi va così a genio da sentire l’irrefrenabile impulso di accendere ceri votivi in tutti i cantoni.
In primis mi auguro che, pur essendo il part-time che desideravo, questo nuovo impegno mi aiuti a riorganizzare meglio tutto il mio tempo; è un fattore puramente psicologico, ma è quel pochissimo che basta a toglierti dalla testa il pensiero del “tanto ho tutto il tempo di questo mondo”.

Dopo la momentanea tregua di venerdì e sabato, è ricominciato il diluvio. Ci ha graziati proprio quel tanto che è bastato – sabato intorno all’ora di pranzo – per stivare 35 allegri quintali di fieno. Io, dopo una domenica di Dolori&Torpori sparsi, continuo imperterrita a trovare allettante l’idea di stare in casa a fare la muffa.
Sabato sera eravamo a Trento per la cerimonia dei Doni di Brighid e devo dire che, al di là di qualche prevedibile disagio (perché stipare 20-25 persone e due incensieri in un’unica stanza per più di due ore va tanto a braccetto con la mia natura emicranica), me la sono veramente goduta. Anche se non sono particolarmente incline ad una tradizione a preponderanza femminile come quella Avaloniana, non sono certo immune al fascino e alle energie di un cerchio composto quasi esclusivamente da donne, di tutte le età ed estrazioni. Poi il pantheon è quasi lo stesso e figure come Brighid, Rhiannon, Danu, Cerridwen e la Cailleach sono di casa anche qui… sono onorata di aver potuto bere l’acqua delle fonti sacre e di essere riuscita a portare a casa la Fiamma di Brighid (a cui dovrò trovare un degno portacandela).

Alla fine, il mio nastro era bianco “come la pagina del libro che devi riempire”. Mi sento alla ricerca di qualcosa che sta a mezza via tra l’ispirazione – che viene da dentro – e la percezione – che viene da fuori. A me piacerebbe stare nel mezzo e vivere del/nel mio sesto senso; è un periodo di vacche grasse per quanto riguarda la mia attività onirica, forse dovrei approfondire il genere di sensazioni che mi rimangono al risveglio – e in cui spesso mi ritrovo a galleggiare per quasi tutta la mattina.

Mi piacerebbe anche che arrivassero i miei Wild Unknown, ma evidentemente è chiedere troppo. O magari stamattina quando torno a casa invece mi trovo l’avviso di giacenzahahahahahah. Macché. Con tutto quel che ci piace marciare su questa cosa del ritardo e dell’inutile tracking, figurati se ce la tolgono così presto (sono solo 3 settimane, ormai, che aspetto).
Pure le mie letture si sono arenate… però, da quando ho scoperto che la melissa depura e fa bene all’umore, cerco di bere quella anziché il caffettino-salvezza, tipo quando la Paturnia attacca di sera. I risultati mi paiono buoni, i reni ringraziano, l’acqua calda mi mette sempre in pace con il mondo intero.
Poi magari butto una serata riguardandomi uno dietro l’altro tutti i dieci episodi all’attivo di Sailor Greco, però va bene così, ne ho approfittato per stirare.


Imbolcherie

Torcicollo a parte, è stato un ottimo Imbolc. Mi sono attivata sabato mattina proprio per riuscire a fare le Pulizie Generali senza l’altro ominide tra i piedi. Ho deciso di provare una purificazione che avevo trovato in Celtic Lore & Spellcraft ecc. ecc., ho messo a bollire l’acqua, con un goccio mi sono fatta il cappuccino io, e con il resto un’infusione di rosmarino, ruta e sale grosso (che ci sta sempre bene, anche se la ricetta non lo prevedeva). poi quel che m’è avanzato è finito in parte nel fornelletto delle essenze e il resto sull’altare… non si butta via niente, o quasi.
Mi sono sentita tanto witchy. Mi ci voleva. Non tanto per la purificazione in sé, quanto per fare qualcosa, semplicemente; la celebrazione di gruppo è rimandata a data da destinarsi causa infortunio, poi il 15 a Trento ci sarebbe il rito pubblico officiato da Laura Ghianda a cui ci piacerebbe partecipare… e io, che mi conosco, so che in genere in circostanze come queste mi impigrisco e non combino più niente da sola.
Ho fatto una Croce di Brighid con gli scovolini colorati comprati al Brico insieme ad un paio di picoglass che ci occorrevano da una vita – uno era per il poster di Vampiri, l’altro era da usare come plancia quadrettata per giocare (ricordiamo il “Chi mi ha moddato la mappa?!“). Esteticamente è carina… si poteva fare di meglio, potevo forse sbattermi un po’ di più a cercare pezzi buoni in mezzo al fieno… Ma l’ho già detto che esteticamente è carina?

Dulcis in fundo, biseta ha avuto tempismo e ci ha regalato più di 90 cm di muta perfetta. Nei Carmina Gadelica sta scritto che il giorno di Santa Brigida il serpente usciva dalla sua tana sulle colline. C’erano tutti i presupposti per ritenere che ci fosse effettivamente un culto del serpente – chiamato a volte “regina”, a volte “figlia di Ivor”.

‘Moch maduinn Bhride,
Thg an nimhir as an toll,
Cha bhoin mise ris an nimhir,
Cha bhoin an nimhir rium.

(Di buon ora il mattino di Bride,
il serpente verrà fuori dal buco,
Io non molesterò il serpente,
Né il serpente molesterà me).

Sarà un caso (?!), anche alcune delle ultime pagine di Witchcraft Medicine che ho letto in questo fine settimana parlavano di serpenti. Mi sono salvata una bella citazione – l’ho pubblicata su Tumblllrlrlrlrrrrlrlrllll – riguardo il fatto che già nell’antichità i serpenti venivano venerati e tenuti in casa come animali domestici. M’è venuto in mente mio padre quando brontola definendole “nuove mode esotiche” e cose di questo tipo. Tiè.


…scrib…scrib…

Ho passato questo fine settimana a leggere Brûlant, ma credo che sarebbe stato quasi meglio buttare totalmente il mio tempo con il beta testing di Elder Scrolls Online (che, tra parentesi, non mi ha entusiasmato particolarmente e quindi NON avrà i miei soldi). Credo che sia il più brutto romanzo sulle streghe che mi sia capitato di leggere finora; volendo anche soprassedere alla trama patetica e a personaggi che sono un concentrato di stereotipi utopistici di streghe moderne (lei bellissima, altissima, con i capelli rossi ricci e gli occhi color smeraldo, strega per via matrilineare da innumerevoli reincarnazioni, potente, anima antica, membro illustre di una congrega di sole donne superdotate che vivono tutte insieme in una comune avvolta nel mistero e che passano il loro tempo a studiare segreti arcani; lui incarnazione inconsapevole di nientepopodimenoche il dio Thot, ecc. ecc.), è PIENO di errori di ortografia e grammatica. A livello da dubitare seriamente che qualcuno l’abbia mai riletto prima di darlo alle stampe… A partire dal titolo, “Brûlant”, che dalla Francia mi confermano sia concordato sbagliato: se, come da libro, fosse veramente riferito a queste donne “ardenti”, avrebbe dovuto essere brûlantes.
Errori di battitura, errori di probabile ignoranza della lingua italiana (le ali non si “taPPano”, non sono bottiglie, le ali si “taRPano”) e congiuntivi buttati assolutamente a caso (“Era la prima volta che la dottoressa xy VENISSE nel nostro ufficio”). Tanto per citare qualche esempio.
A questo punto non è mia intenzione ricadere nel solito discorso che ormai le piccole case editrici – per non parlare dei testi “autopubblicati” e distribuiti online (youcanprint, lulù, ilmiolibro e compagnia cantante) – facciano uscire lavori tecnicamente scadenti (vedi le traduzioni orrebonde di testi come Green Witchcraft I II, e anche The Inner Mysteries non era certo impeccabile…), quanto piuttosto prendere atto per l’ennesima volta di quanto mediocri siano anche le aspettative del pubblico che legge questa roba. Sto trovando in rete recensioni assurde e traboccanti di compiacenza… ma, a maggior ragione se l’autore/autrice del libro su cui stai esprimendo un parere è un tuo/a amico/a, non conviene a tutti quanti dire subito “guarda, stai scrivendo una madornale castroneria“?
Certo, io da “strega” posso essere molto di parte. Non riesco a simpatizzare con il personaggio di Brigitte perché è troppo perfetta, non riesco ad apprezzare l’ambientazione con la congrega millenaria perché mi stai propinando un prodotto che dovrebbe essere una specie di urban fantasy, ma con una pretesa inconscia di verosimiglianza così forte che alla fine io l’ho vissuta come una di quelle cose assurde che ti raccontano i wikkaminkias per farsi splendidi nei forum.
Non riesco a simpatizzare con Christian perché il suo “ruolo da scettico” è una farsa dall’inizio alla fine, è un atteggiamento di circostanza, una resistenza di poche righe prima che entrino in gioco fattori soprannaturali come le reminiscenze delle vite precedenti e fenomenali poteri cosmici (cit.) che la buon anima non sapeva di avere. Non riesco a vedere il Vero Amore quando lei comunque è la classica Topa Fotonica… troppo comodo così.

Ecco, questo riassume molto bene.

Al di là di tutto ciò, che comunque è soggettivo e ne sono ben consapevole, rimangono gli errori e rimangono i congiuntivi selvaggi. In nessuna delle recensioni che ho letto se ne fa menzione, come mai? Perché non dovrebbe essere importante? Ma scherziamo?
Perfino alla Prova del Cuoco i giudici valutano anche come impiatti quello che gli stai servendo, ancora prima di assaggiare se poi sia buono o meno.
Alla fine, il libro l’ho finito perché non mi piace lasciare le cose a metà… ma il resto della trilogia non mi avrà mai.

Ho tamponato l’offesa ai miei poveri neuroni con DisconnectIl Quinto Potere e La Vita Segreta di Walter Mitty.
Venerdì mattina è arrivato il pacco da IBS con la mia “Agenda della Mela” e “The Druidry Handbook”… il libro è finito in libreria, in coda con tutti gli altri, ma l’agenda mi ha lasciata piacevolmente perplessa. Voglio dire, è tutto quello che temevo sarebbe stata: sottile e con i giorni tutti ammassati nella stessa pagina. Qualcuno se la ricorda l’Agenda Wicca della Macro Edizioni che uscì nel 2005? Ecco, più o meno il formato è quello – solo che i giorni hanno la colonnina verticale anziché orizzontale, e questa ha le righe.
L’Agenda della Mela, comunque, è più bella. La grafica è migliore, la carta è migliore, e anche a livello nozionistico i contenuti non sono così banali… insomma, alla fine con mia sorpresa mi sta piacendo. L’ho già inaugurata annotandomi un paio di spunti dal libro che sto leggendo adesso, Witchcraft Medicine.

Ieri sera questa bella abitudine di segnarmi le citazioni sul blog mi ha salvato il Uiccis’ Cafè… avevamo deciso di portare qualcosa che rappresentasse per noi uno spunto importante per la nostra ricerca spirituale, io volevo portare “La Saggezza della Luna” ma credo che sia ancora in uno scatolone in cantina. Non è spirituale in senso stretto, ma la ricerca di Sylvie da parte di Ariane attraverso il bosco di Cloud è un po’ come i miei dilemmi esistenziali.
A parte questo, comunque, è stato un bel momento di condivisione e di riflessioni, e finalmente sono riuscita ad andare a letto soddisfatta. S’è parlato di valori, di storie zen, c’erano Jodorowsky, Blake e il Kamasutra. Non che sia chissà cosa, ma mai come ultimamente ho bisogno di non sentirmi proprio una capra irrecuperabile.


Rapidissimamente Auguri!

Yule ha portato giornate uggiose, meteorologicamente parlando – il che non sarebbe male, se decidesse di scendere un po’ di neve. Incredibile ma vero, anche quest’anno siamo riusciti in qualche modo a venire a capo con dei regalini per tutti quanti, poi da domani Yuri è in ferie e quindi, caro Natale, vieni avanti che non ti temo. Salvo poi, però, un regime alimentare più sano e incrementare un tantino il movimento, perché oggi pomeriggio sono andata da Tezenis a comprarmi un paio di cosette e quello che ho visto nella zona dal mio ombelico in giù non mi garba. L’anno scorso, a quest’ora, pesavo tipo 3-4 kg in meno, ce la posso fare senza affamarmi come una disperata, senza ridurmi al punto di dovermi mettere seriamente a dieta per perderne 10-15. Andiamo a spasso io e la Guinness, vedi se non ci rimettiamo in forma tutte e due!

E poi, sì, faremo anche quell’altra ginnastica fomentata dai completini sexy.
Felice Yule e buona Rinascita!


Spammate, spammate, spammate!

Se avete presente l’inno ufficiale di Feudalesimo e Libertà, sapete anche con che intonazione dovete leggere il titolo.

Venerdì, all’ora del tè, è nata la MWL – Coven. Sì, chiari riferimenti alla terza stagione in corso di American Horror Story sono assolutamente voluti.
In sintesi probabilmente non sarà che la facciata pubblica e aperta a tutti del TeaTime, ma l’idea è quella di tentare per l’ennesima volta di fare qualcosa di utile per la comunità neopagana (quantomeno la fetta che ci riguarda, per carità…), tipo “buon proposito” per quest’anno che volge al termine.
Per come la stiamo strutturando, Coven avrà un suo canale YouTube, un suo account Twitter, la sua pagina su Facebook e – se riusciamo a risolvere un piccolo problema tecnico con i dati di accesso – anche il suo spazio su Ask.fm. La nostra ossessione è sempre quella del collab channel, che non si capisce come mai all’estero sia una soluzione di successo e qui da noi non riesca ad affermarsi; personalmente credo che limitarsi ai video avrebbe potuto rivelarsi fallimentare… il video è abbastanza impegnativo, in linea di massima. Usare invece la pagina di fb e twitter come vetrina per dare visibilità ai vari blog, linkando di volta in volta i post che possono essere in qualche modo pertinenti alla questione, ti dà più o meno la sicurezza che materiale ce ne sia sempre, e la speranza che ci sia addirittura anche qualche altra buon’anima che abbia voglia di partecipare senza necessariamente “metterci la faccia”, come ci piace dire ultimamente.
Non che io ci conti tanto, in realtà… a me fa comodo perché il vecchio canale mi andava un po’ stretto, devo confessarlo. Non mi sarebbe venuta in mente una soluzione migliore per conciliare alcune cose… quindi, per quanto mi riguarda, potete legittimamente aspettarvi che ricominci a fare almeno le videorecensioni.
Per il resto, so che ci sono molte persone che condividono il mio modo di gestire un blog di “vita da strega”, lo so perché vi leggo con estremo piacere e meritereste la stessa visibilità che, adesso come adesso, una persona potrebbe ottenere soltanto via YouTube. Ho sempre pensato che l’opinione pubblica abbia tanto bisogno di gente come voi, di persone vere, non solo le leggendarie Streghe-a-tempo-pieno che riescono a campare con i libri che pubblicano o con il loro negozio esoterico, ma anche di tutte quelle che portano a casa uno stipendio da impiegata, commessa, operaia, insegnante, libera professionista, dottoressa. Ovviamente gli studenti… mi ricordo di aver conosciuto un ragazzo, una volta, che s’era avvicinato alla Wicca ed era convinto che soltanto prendendosi un anno sabbatico dalla scuola (e faceva le superiori!) avrebbe potuto combinare qualcosa nell’Arte.
La “mia” Coven dovrebbe esser fatta di, e per, quelli che si incontrano al bar, di quelli che saltano qualche Esbat perché ogni tanto la vita mondana li prosciuga, quelli che fanno l’altare come e dove possono, se possono. In tanti mi hanno scritto spesso che internet li ha aiutati a sentirsi un pochino meno isolati e soli in quello che fanno, per cui a me piacerebbe davvero che anche i blogger più modesti avessero voglia di spendere cinque minuti del loro tempo per lasciarci i link dei loro articoli quando parlano di quello che hanno organizzato per i Sabbat, anche se sono due righe di rito e centoquindici di sfogo isterico perché è entrata la nonna che sentiva puzza di bruciato. Fateci vedere quello che comprate, magari qualcuno sta cercando le stesse cose. Pensieri sparsi, polemica, va bene tutto… Ci guadagniamo tutti quanti!

Oh, insomma, quando volete ci trovate qui:

https://www.facebook.com/modernwitchleague.coven

https://twitter.com/MWL_Coven

http://www.youtube.com/channel/UCKjvMitukZ_RwlnWsH5E-cw

http://ask.fm/MWL_Coven


Post-Mabon

Questo Mabon abbiamo pensato che potrebbe essere una buona idea cominciare a costituirci ufficialmente come “congrega”, vincendo il senso di repulsione per una parola di cui ormai si fa ampiamente abuso. Tutto sommato, per quanto mi riguarda, esercita ancora il suo fascino. Ma anche Giovani Streghe, che mi stavo riguardando ieri sera, esercita ancora il suo fascino, a dire il vero.
Ma io sono fondamentalmente una nostalgica, io sono affezionata ai miei primi manuali sulla Wicca nonostante con gli anni magari sia capitato di rendermi conto che fossero pieni di sciocchezze, o anche semplicemente di cose che non mi appartengono più. Ma sono bei ricordi, erano cose che mi facevano stare bene. Mi piace pensare che abbiamo lavorato insieme per un paio d’anni e adesso abbiamo deciso che ci meritiamo un “riconoscimento”, diciamo, e allo stesso tempo ci prendiamo l’impegno di tener fede a quello che implica questa definizione.

Terza ed ultima sessione con beverone alle erbe e tamburi… ma forse avevo troppo sonno, c’erano anche le Amiche di Mestre che ballavano la rumba, insomma mi sono persa in una serie di stralci di visioni/sogni che non avevano neanche del tutto a che fare con l’Equinozio o gli abissi della psiche. Che poi stanotte ho fatto un sogno mitico, sembrava di essere ad una delle nostre serate di film-culto, solo che un po’ ero spettatrice e un po’ protagonista; ma mentre, tutto sommato, il primo film era solo l’ennesima rivisitazione dell’apocalisse zombie (un po’ inquietante forse, ma perché ero più coinvolta del solito), il secondo film era una vera perla con una clinica segreta dove facevano sperimentazioni su una nuova tecnologia per far ricrescere i denti. Solo che sperimentavano sui dementi degli ospedali psichiatrici e sui carcerati, ed erano operazioni dolorosissime in cui trapanavano gengive e ossa anche dove non serviva, e crescevano denti anche tutti dello stesso tipo… quale porzione della mia mente malata è riuscita a partorire una bocca di tutti molari?
L’idea può riciclarla Simone per una campagna di Cthulhu, se gli va.

Restando in tema di campagne, la nostra di D&D è giunta ad un punto di svolta epocale quando abbiamo deciso di sederci a tavola – al tavolo di una locanda, naturalmente – per fare mente locale di tutto quello che sappiamo riguardo a tutte le cose che ci stanno succedendo. Il maestro di Dargrosh, quando non era impegnato a fare l’insospettabile artigiano, si dilettava in esperimenti di magia in cui cercava di creare delle creature da usare come “chiavi”. Quando è morto, Dargrosh è venuto in possesso di uno dei suoi libri manoscritti e, una volta che è stato in grado di leggere la lingua in cui era stato redatto, ha scoperto che si trattava del suo diario, dove annotava i fallimenti di tutti i suoi tentativi. Ha scritto che Viktor era una delle “chiavi”, ma aveva il Marchio ed il suo sangue si è corrotto… doveva ucciderlo, ma l’ha ucciso prima lui. Azimut è in grado di assumere le sembianze di qualsiasi umano o umanoide gli paia, si è trasformato in una delle guardie della Cittadella ed ha aiutato Keshta ad evadere la notte prima del processo – e noi ci si stava tanto sbattendo per impedire che il Daask lo resuscitasse dopo la sentenza. Babbe’. I Druidi sostengono che il losco figuro con il face-painting ed il lupo gigante al seguito che ci ha salvati dall’Artiglio della Manticora abbia le mani in pasta con la magia dei Titani, e probabilmente c’è lui dietro alle sparizioni dei nobili che erano andati ai concerti di Antares. E poi ci sono le profezie draconiche.
In teoria dovrebbe esserci qualche anima pia che prossimamente pubblicherà sul nostro gruppo di Facebook una “to-do list” con tutto quello in cui siamo rimasti invischiati, da lì cercheremo di preparare un piano di azione. Oppure fanQlo tutti e torniamo ognuno a fare il mestiere che faceva prima, chissenefrega, anche.
No, dai, povero Viktor.

Dopo una sfilza di weekend impegnati sono rimasta senza prospettive per questo fine settimana (a parte una cena sabato sera, al ristorante bavarese, con qualcuno di Walpurgis) e la cosa mi lascia un tantino spiazzata. Non che sia del tutto spiacevole… è un po’ la magia dell’equinozio, c’è voglia di chiudersi in casa con il teino ma poi di fatto in realtà fa ancora piuttosto caldo, fuori. Se sono belle giornate come queste è difficile sentire l’autunno.


The Equinox

Sette sono le chiavi per il grande portale,
essendo otto in una e una in otto,
Primo, lascia che il corpo giaccia immobile
Vincolato dal sudario della volontà,
Rigido come un cadavere, così che tu possa abortire
I bimbi irrequieti che si beffano del pensiero.
Poi, rallenta il ritmo del respiro:
Che sia agevole, regolare e lento,
Così che tu sia in sintonia
Con il Pacifico sonno estatico del grande mare.
Terzio, sia pura e calma la tua vita,
Lascia che ondeggi dolcemente come una palma in assenza di vento.
Quarto, che la volontà di vivere sia legata
All’unico grande amore del Profondo.
Quinto, lascia che il pensiero, divinamente libero
Dai sensi, osservi se stesso.
Sorveglia il sorgere di ogni pensiero: accresci
Di ora in ora la tua vigilanza!
Intensa e acuta, rivolta all’interno, non si lasci
Sfuggire un solo atomo d’analisi!
Sesto, su di un solo pensiero ben fissato
Arresta ogni bisbiglio del vento!
Come una fiamma dritta e imperturbata,
Avvampa l’essere tuo in una parola!
Poi, acquieta quest’estasi, prolunga
La tua meditazione, salda e forte,
Uccidendo anche Dio, s’Egli distrae
La tua attenzione dall’atto prescelto!
Infine, soggiogate tutte queste cose in una sola,
E’ tempo che sbocci il fiore di mezzanotte!
L’unità è compiuta. Eppure, persino in questo,
Figlio mio, non sbaglierai
Se freni l’espressione, se lanci
Lo sguardo alla radice oscura dell’estasi,
Abbandonando nome, forma, vista e tensione,
Anche di tale alta coscienza;
Penetra fino al cuore! E qui ti lascio:
Tu sei il Maestro. Io rendo omaggio
Al tuo splendore che s’irradia lontano,
O Fratello dell’Astro d’Argento!


PIENilunio

Finalmente ci siamo, oggi pomeriggio sono arrivati i fottuti operai e poi non ci pensiamo più. Per colpa loro ho dovuto nascondere Puzzino in un cassetto.

Puzzino, povero, fino a ieri sera giaceva ancora abbandonato in uno scatolone in cantina, sempre con un corno ballerino (quello da cui il vecchio pendolo in metallo non è mai uscito, tra parentesi). Venendo su dal garage sono passata a prendermelo, me l’ha fatto tornare in mente il teschio di pecora-elefante di Fe, e stavolta il corno gliel’ho sistemato con pattex millechiodi come fosse malta da muratore, altro che colla a caldo, poraccio. Tanto quel pendolo l’avevo trovato ne L’Arte della Divinazione, non mi è mai piaciuto particolarmente.
Non sto nemmeno ad apparecchiarmi un minimo l’altare per stasera, finché non hanno finito di lavorare sui miei radiatori. Oggi ho voglia di vino e lavanda.

In uno spaccato di “vita da strega” quasi perfetto, ci sono io che vado a prendermi dei libri dalla mensola e comincio a sfogliarli in cerca di idee per festeggiare la Luna del Raccolto.

Allora, la mia riflessione di stamattina è stata la seguente – tanto per restare in tema di rapporti interni alla comunità neopagana italiana: seguo un blog di una ragazza di cui, generalmente, mi fa molto piacere leggere. Ultimamente però ho notato che in alcuni post “divulgativi”, chiamiamoli così, a proposito della festa di Mabon ha scritto un paio di nozioni inesatte.
Situazione capovolta, quindi, laddove uno si aspetterebbe che il pagano italiano medio spocchioso si lanciasse nella correzione più appassionata perché AH AH! IO NE SO PIU’ DI TE! io invece mi faccio mille scrupoli anche quando so che, ad ogni modo, anche un qualsiasi almanacco potrebbe darmi ragione. Non voglio fare la suocera saccentona. Sono anche abbastanza abituata ad avere a che fare con gente che spesso non si rende conto di capire fischi per fiaschi, e di solito finché sono scemenze (per lo più ortografiche o linguistiche) mi dico che non ne vale nemmeno la pena.
Il fatto è che comunque, con tutta la buona fede del mondo, questo crea ignoranza. Perché se uno comincia a spulciare il web e legge che Mabon “è l’ultimo Sabba dedicato al raccolto” (mentre invece anche Samhain lo è – NdR) molto probabilmente finirà con il prenderlo per vero, perché altrimenti nessuno si sarebbe disturbato a pubblicarlo. E invece no. E invece succede che stiamo parlando di internet e ognuno è libero di scrivere qualsiasi cosa, anche che la Terra è un buco con la menta intorno.
Possiamo dire allora che anch’io creo passivamente ignoranza?

Eh, lo so, sono problemi.


Congreghehehehehe (no, non fa ridere)

Questa mattina, stranamente, vorrei abitare a qualche piano alto di qualche altissimo condominio, e guardare il mondo dall’alto in basso – oppure guardare avanti e vedere cielo (possibilmente terso) ed altre case.

Ho tanto sonno; anelo ad un mondo in cui la mia mattina solitaria sia sacrosanta per tutti: uomini, animali, liberi professionisti, germi, anime tormentate, cattivi odori. Per tirarmi su una costola, il cappuccino solubile l’ho fatto con il latte anziché con l’acqua… porcelloso, ma forse un po’ pesante.

The Inner Mysteries è un libro estremamente saggistico, mi si passi la definizione insulsa. Bisogna attendere circa un centinaio di pagine per arrivare ad un argomento che si possa classificare vagamente “pratico”, ovvero le diverse forme di regolamentazione per le congreghe. Che comunque, all’interno di un contesto come quello italiano in cui la maggior parte dei praticanti è solitaria o tutt’al più riunita in associazioni – già munite di regolamento interno – è di utilità (e interesse) piuttosto relativi.
Non che non mi stia piacendo o, per di più, non lo stia trovando utile. Anzi, è fonte pressoché continua di riflessioni, per quanto mi riguarda. Indubbiamente credo che in Italia sia, al momento, unico nel suo genere; assolutamente da consigliare a tutte quelle persone che non hanno la possibilità di leggere Hutton, Adler e Kelly.
Con Chiara siamo tornate di nuovo in argomento Perfect Love and Perfect Trust (tanto per citare il titolo dell’articolo che aveva pubblicato Dorilys), però la questione è trita e ritrita e, alla fine, giungo sempre alle medesime conclusioni… in quanto “neopagani italiani” abbiamo fondamentalmente DUE grosse croci da portare: la fobia della concorrenza e la diffusa ignoranza.
Concorrenza perché… bah, in realtà non lo so, il perché. Per quanto mi riguarda si ritorna sempre a quel famoso elenco (virtuale) di motivazioni per cui alla fine non ho mai più ripreso a fare video: perché ha ragione chi – come Amanda, e in un certo senso anche Shikal – ha sempre sostenuto che in Italia ci vendiamo il Qulo per un euro. Un euro o le luci della ribalta, che poi ad un certo momento diventano più o meno la stessa cosa, ma anche se così non fosse, pure tutti quelli del partito “Lo faccio perché mi diverto” (sottoscritta inclusa) ad un certo punto dovrebbero sinceramente ammettere, almeno con sé stessi, che il divertimento dipenda dalla visibilità, dalla possibilità di avere un confronto con altre persone, dalla consapevolezza di aver combinato qualcosa di buono. Altrimenti non si PUBBLICA, è palese.
Solo che evidentemente qui il signor Adam Smith (…era veramente lui, o sto sbagliando citazioni?) non dev’essere mai passato, perché invece di abbracciare quel principio molto capitalistico per cui la concorrenza dovrebbe portare a dei prodotti di qualità superiore, ci piace di più tirarci vicendevolmente cacca. O accusarci di copiare spudoratamente gli uni dagli altri, come vuole il trend attuale.
Così viviamo perennemente sulla difensiva, come la signora della bancarella del Brintaal che ci teneva tanto a far sapere alle sue (potenziali) acquirenti che i suoi prodotti erano fabbricati con “materiali professionali perché lei è un’artigiana vera, il fimo lo lascia alle ragazzine” e che erano tutti marchi registrati. Par quasi che si sia tutti frustrati. Pare.
Io per prima non sono mai stata il tipo del chi si accontenta gode, ma qui stiamo esagerando.
Per quanto riguarda l’ignoranza, invece, alle volte non puoi proprio farci niente, e non lo dico con cattiveria – non necessariamente, almeno. Anzi, faccio mea culpa perché io di mio non sto insegnando niente a nessuno.
Banalmente, già the Inner Mysteries ne potrebbe essere un esempio calzante: non dice quasi nulla di nuovo rispetto ad un The Triumph of the Moon (R. Hutton) o un Drawing Down the Moon (M. Adler), ma non puoi farne una colpa a nessuno se sono libri che nel nostro Paese non sono mai stati tradotti e pubblicati. M’è capitato talmente TANTE volte, nella mia fortunatamente breve vita di frequentatrice di forum, di assistere/partecipare a discussioni sfociate in lotte fra galli sulle origini della Wicca, o della fantomatica “Vecchia Religione”, sull’attendibilità del Vangelo di Leland e sulla differenza tra “pagano” e “neopagano”, che è fin un peccato che si tratti di libri voluminosi ma privi di rilegatura rigida, perché sarebbero anche degli OTTIMI oggetti contundenti (figuriamoci a leggerli!) se le persone si degnassero di farne dei must nella loro biblioteca – alla stregua de La Dea Bianca (R. Graves) e Il Ramo d’Oro (J. Frazer), che comunque adesso tra i giovani stanno tristemente passando di moda.
Tante meno discussioni. Tanto più quieto vivere. Tanta più traquillità nel pensare ognuno agli affari propri, lasciando gli altri liberi di esprimersi.
A questo punto, mi preme citare un passo dei signori Farrar&Bone:

[…] Questo sistema funziona davvero solo quando ci sono differenze di livello nella formazione e nell’esperienza dei vari membri per cui la gran sacerdotessa e il gran sacerdote hanno effettivamente più esperienza. Per loro natura, queste sono le congreghe di formazione ideali.

Dove sono le nostre “congreghe di formazione”? Perché io mi metto le mani nei capelli al solo pensiero, e qui ne parlano come se fosse una cosa normalissima?

E’ l’aria di Mabon, la prospettiva delle giornate che si accorciano, l’inizio dei lavori “da fare in casa” – e per la prima volta quest’anno non ci sarà nemmeno il repulisti profondo che facevo di solito in camera mia. Ma qualcosa mi invento.


L’astrale facile (e famigli per tutti!)

Sto leggendo Animal Magick ed è un ricettacolo di meditazioni e “pathworking” che farebbe la felicità di molte persone alle prese con animali totem/alleati di potere/guide animali che dir si voglia. Una cosa che notavo – ma la notavo ancora quando stavo leggendo Seidr – the Gate is Open – è che però tutto il discorso appunto del pathworking (che sì, mi piace molto come termine, per questo lo ripeto volentieri), del viaggio astrale e della meditazione profonda viene molto sminuito, quasi un po’ banalizzato, spiattellato come se si trattasse di un giochetto da ragazzini. Come se bastasse chiudere gli occhi e immaginare.
Nel Seidr potevo giustificare questa – chiamiamola – “approssimazione” nella consapevolezza che non sta scritto da nessuna parte che sia un libro per neofiti… Animal Magick no, anzi, ti dice che è accessibile anche a persone che non siano interessate ad uno specifico percorso spirituale. Al contempo però ti fa capire che il viaggio astrale funziona così: che ti metti seduto, ti rilassi, chiudi gli occhi e ad un certo punto =puff!= spunta il tuo animale guida.
Invece non funziona proprio proprio proprio così, anche senza entrare nel merito delle vere culture sciamaniche in cui il totem era legato al clan e/o a estenuanti cerimonie fatte di privazioni, ingestione di cose assurde e visioni mistiche annesse e connesse. Anche perché, ad onor del vero, la Conway parla di famigli, di alleati, non di totem… la tradizione di riferimento è più quella della strega con il rospo o il gatto nero, che non la medicina dei Nativi americani.
Beninteso, io che ormai queste cose un pochino le mastico, sto apprezzando molto questo libro; però mi immagino anche il neofita medio, quel genere che mi scrive di solito su facebook o youtube. Vanno tutti pazzi per gli animali guida e i famigli, io sono sicura che se mi metto a dire “oh, Animal Magick è utilissimo per lavorare con gli alleati animali”, chi mastica anche solo un minimo di inglese lo va a comprare ad occhi chiusi. E la povera Deanna Conway ha un bel ripetere che bisogna essere sicuri di viaggiare liberi da preconcetti, altrimenti si influenzano e si falsano le visioni… come se una persona con pregiudizi potesse mai ammettere di averne. Andiamo. Io ho quotidianamente sotto gli occhi elementi che sostengono fermamente di essere persone mature e coscienziose (tanto per dirne una) e invece non ci si avvicinano neanche, le battaglie perse le riconosco pure da lontano.

Ad ogni modo, ad un certo punto ci sono due meditazioni particolari, una con il serpente e una con il ragno; hanno una specie di preambolo che io comprendo ma non condivido gran che, perché sono animali che “fanno senso”. Mitologicamente parlando, invece, hanno un simbolismo veramente affascinante… non mi aspetto che lo colgano le casalinghe di Voghera (che non me ne vogliano, è un modo di dire), ma qualche collega sì, perché a me viene il latte alle ginocchia ogni volta che pubblico qualche foto di Vashj, Vespira o una delle loro mute e mi trovo qualche commento del genere “brrr… inquietante” o “che impressione”, da chi dovrebbe essere del mestiere. A me fanno più impressione le gambe rachitiche dei pinscher nani, eppure non faccio commenti come se la pinscherfobia fosse una patologia sdoganata ed ampiamente accettata.
Che poi, con i serpenti, proprio non sapete quello che vi perdete.
Dovrebbe scriverlo così:  perché diamine vi siete comprati un libro sugli animali di potere se avete paura dei serpenti, che sono gli animali di potere par excellence?

Oggi, comunque, il caldo mi sta annientando. Credevo che dopo una primavera del genere, o un’estate rinchiusa in fabbrica, non avrei avuto più il coraggio di restare passivamente a boccheggiare da qualche parte, ma oggi – complici se vogliamo le Amiche di Mestre – va proprio così. E’ quasi un’ora ormai, tralasciando la parentesi di pappa al pulcino, che sto qui a scribacchiare senza arrivare ad una conclusione soddisfacente.
Ieri sono stata più bravina, mi sono finalmente ricordata di comprare lo smalto trasparente per dare il tocco finale al teschio della cornacchia, e mi sono decisa anche a preparare il pennacchio/ventaglio di penne da attaccare al battente del mio tamburo.

In fin dei conti ho preparato un piccolo corredo “da viaggio”, appunto, visto che il corvo/cornacchia è fondamentalmente un messaggero. Per questo motivo ho preparato una bindrune, che in foto si vede pure male, riarrangiandomi idee prese online.

Mi piace assai. Sull’altare fa la sua porca figura.
Anche la borsina me la sono fatta io, una mattina intanto che Yuri era a lavorare, con tutti gli svanzerotti di pelle che abbiamo portato via per 8 euro al kg da quel grossista di Castelfranco. Devo ancora trovarci un bel fermaglio per chiuderla, a dire il vero, e non ho bene bene pensato se ne farò effettivamente una specie di “sacchetto medicina” o cos’altro, ma mi piace l’idea di averla e di tenerla come cavia da esperimenti. E’ pelosilla e morbidilla.
Adesso appena cala il sole magari qualcosa mi invento.