"Thro' evening shades I haste away / to close the labours of my day."

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…scrib…scrib…

Ho passato questo fine settimana a leggere Brûlant, ma credo che sarebbe stato quasi meglio buttare totalmente il mio tempo con il beta testing di Elder Scrolls Online (che, tra parentesi, non mi ha entusiasmato particolarmente e quindi NON avrà i miei soldi). Credo che sia il più brutto romanzo sulle streghe che mi sia capitato di leggere finora; volendo anche soprassedere alla trama patetica e a personaggi che sono un concentrato di stereotipi utopistici di streghe moderne (lei bellissima, altissima, con i capelli rossi ricci e gli occhi color smeraldo, strega per via matrilineare da innumerevoli reincarnazioni, potente, anima antica, membro illustre di una congrega di sole donne superdotate che vivono tutte insieme in una comune avvolta nel mistero e che passano il loro tempo a studiare segreti arcani; lui incarnazione inconsapevole di nientepopodimenoche il dio Thot, ecc. ecc.), è PIENO di errori di ortografia e grammatica. A livello da dubitare seriamente che qualcuno l’abbia mai riletto prima di darlo alle stampe… A partire dal titolo, “Brûlant”, che dalla Francia mi confermano sia concordato sbagliato: se, come da libro, fosse veramente riferito a queste donne “ardenti”, avrebbe dovuto essere brûlantes.
Errori di battitura, errori di probabile ignoranza della lingua italiana (le ali non si “taPPano”, non sono bottiglie, le ali si “taRPano”) e congiuntivi buttati assolutamente a caso (“Era la prima volta che la dottoressa xy VENISSE nel nostro ufficio”). Tanto per citare qualche esempio.
A questo punto non è mia intenzione ricadere nel solito discorso che ormai le piccole case editrici – per non parlare dei testi “autopubblicati” e distribuiti online (youcanprint, lulù, ilmiolibro e compagnia cantante) – facciano uscire lavori tecnicamente scadenti (vedi le traduzioni orrebonde di testi come Green Witchcraft I II, e anche The Inner Mysteries non era certo impeccabile…), quanto piuttosto prendere atto per l’ennesima volta di quanto mediocri siano anche le aspettative del pubblico che legge questa roba. Sto trovando in rete recensioni assurde e traboccanti di compiacenza… ma, a maggior ragione se l’autore/autrice del libro su cui stai esprimendo un parere è un tuo/a amico/a, non conviene a tutti quanti dire subito “guarda, stai scrivendo una madornale castroneria“?
Certo, io da “strega” posso essere molto di parte. Non riesco a simpatizzare con il personaggio di Brigitte perché è troppo perfetta, non riesco ad apprezzare l’ambientazione con la congrega millenaria perché mi stai propinando un prodotto che dovrebbe essere una specie di urban fantasy, ma con una pretesa inconscia di verosimiglianza così forte che alla fine io l’ho vissuta come una di quelle cose assurde che ti raccontano i wikkaminkias per farsi splendidi nei forum.
Non riesco a simpatizzare con Christian perché il suo “ruolo da scettico” è una farsa dall’inizio alla fine, è un atteggiamento di circostanza, una resistenza di poche righe prima che entrino in gioco fattori soprannaturali come le reminiscenze delle vite precedenti e fenomenali poteri cosmici (cit.) che la buon anima non sapeva di avere. Non riesco a vedere il Vero Amore quando lei comunque è la classica Topa Fotonica… troppo comodo così.

Ecco, questo riassume molto bene.

Al di là di tutto ciò, che comunque è soggettivo e ne sono ben consapevole, rimangono gli errori e rimangono i congiuntivi selvaggi. In nessuna delle recensioni che ho letto se ne fa menzione, come mai? Perché non dovrebbe essere importante? Ma scherziamo?
Perfino alla Prova del Cuoco i giudici valutano anche come impiatti quello che gli stai servendo, ancora prima di assaggiare se poi sia buono o meno.
Alla fine, il libro l’ho finito perché non mi piace lasciare le cose a metà… ma il resto della trilogia non mi avrà mai.

Ho tamponato l’offesa ai miei poveri neuroni con DisconnectIl Quinto Potere e La Vita Segreta di Walter Mitty.
Venerdì mattina è arrivato il pacco da IBS con la mia “Agenda della Mela” e “The Druidry Handbook”… il libro è finito in libreria, in coda con tutti gli altri, ma l’agenda mi ha lasciata piacevolmente perplessa. Voglio dire, è tutto quello che temevo sarebbe stata: sottile e con i giorni tutti ammassati nella stessa pagina. Qualcuno se la ricorda l’Agenda Wicca della Macro Edizioni che uscì nel 2005? Ecco, più o meno il formato è quello – solo che i giorni hanno la colonnina verticale anziché orizzontale, e questa ha le righe.
L’Agenda della Mela, comunque, è più bella. La grafica è migliore, la carta è migliore, e anche a livello nozionistico i contenuti non sono così banali… insomma, alla fine con mia sorpresa mi sta piacendo. L’ho già inaugurata annotandomi un paio di spunti dal libro che sto leggendo adesso, Witchcraft Medicine.

Ieri sera questa bella abitudine di segnarmi le citazioni sul blog mi ha salvato il Uiccis’ Cafè… avevamo deciso di portare qualcosa che rappresentasse per noi uno spunto importante per la nostra ricerca spirituale, io volevo portare “La Saggezza della Luna” ma credo che sia ancora in uno scatolone in cantina. Non è spirituale in senso stretto, ma la ricerca di Sylvie da parte di Ariane attraverso il bosco di Cloud è un po’ come i miei dilemmi esistenziali.
A parte questo, comunque, è stato un bel momento di condivisione e di riflessioni, e finalmente sono riuscita ad andare a letto soddisfatta. S’è parlato di valori, di storie zen, c’erano Jodorowsky, Blake e il Kamasutra. Non che sia chissà cosa, ma mai come ultimamente ho bisogno di non sentirmi proprio una capra irrecuperabile.


Sunday Moody Sunday

Sì, ho fatto un leggerissimo restyling, a me e al blog. Io ho fatto la tinta ai capelli.

Eccole qui, le cornina di daino di Paolo. E’ passato a portarmele sabato mattina e ha trovato me e Laura post-bombarda (o, meglio, Laura pb e io semplicemente raVVreDDaDa), sedute a bere il tè in mezzo ai tarzanelli di pelo di cane. Pazienza. Fa molto noisiamiggiovani-iggiovani-piuggiovani.
Comunque sia poi ho bonificato tutto, ho stirato e ho fatto un paio di lavatrici… adesso vediamo: i suoceri ci hanno regalato un deumidificatore (l’inverno scorso, con il riscaldamento centralizzato, avevamo il problema opposto… pensa te quanto si risparmia anche solo con il termostato) con la funzione “asciugabiancheria”; è andato per qualche ora, ieri sera e già alcune cose stamani erano asciutte. Sono tentata di andare avanti imperterrita finché non ho svuotato il cesto. E’ incredibile la quantità immonda di vestiti che Yuri mette a lavare.

Ieri sera mi ha cucinato cosce d’anatra con i topinambur (e abbiamo rischiato anche con fufopufo, che continuava a stargli tra i piedi). Oggi io gli ho preparato i pancakes e mi sono venuti anche particolarmente buoni… mi sto chiedendo cosa diavolo mi passasse per la testa quando mi dicevo che avrei preferito restare a casa con i miei un po’ di più, piuttosto che andare a rinchiudermi in un appartamento minuscolo. Che deficiente. Che povera ingenua.
Il che, in sintesi, mi ha trascinato in un sabato sera di piena fase “ma chi me lo fa fare di uscire”, e non mi sforzo neanche di farmela passare perché in fin dei conti fa comodo al mio portafoglio e al mio raVVreDDoDe. Tanto le comari le avevo viste venerdì (e le vedrò oggi per il Witches’ Cafè dell’Esbat).

Sono stata a vedere Lo Hobbit, giovedì, naturalmente. Non lo definirei in maniera assoluta “una delusione” come hanno fatto molti dei miei contatti su facebook e fuori (nonostante avessimo prenotato autonomamente Yuri ed io, abbiamo trovato un sacco di facce familiari in sala), non mi sento di aver buttato i soldi del biglietto… però preferisco definirlo “uno splendido film con un pessimo Hobbit”. La qualità dell’HFR è stupefacente, e la crew è pur sempre quella che ha valso alla trilogia del Signore degli Anelli 17 Oscar… ma non è Lo Hobbit di Tolkien, è solo una storia che ci assomiglia – e non solo per via di una doverosa trasposizione di un libro per bambini in un film per grandi. Bello, eh? Ma meglio entrare in sala già nell’ordine di idee che sia qualcosa di diverso, che ci sarà un Gandalf ancora più buontempone (e c’entrerà poco il suo amore per gli Hobbit), una fanciulla elfica squartatrice invaghita di un Nano, degli Orchi tutti in digitale che quanto a sprizzare virilità e figaccionitudine intrinseca non sono secondi neanche a Thorin stesso, ed un potente Re degli Elfi che troppo spesso si concede degli atteggiamenti più consoni a un Dolce/Gabbana che ad un Sindar.
E UN CONGIUNTIVO SBAGLIATO.

Però fotograficamente ci si può lustrare gli occhi.


Stoker

Le mie orecchie sentono ciò che altri non sentono. Piccole cose lontane che altri non vedono, io riesco a vederle. Questi sensi sono il frutto di una vita fatta di desiderio, desiderio di essere salvata, di essere completata. Come a una gonna serve il vento per per gonfiarsi, anch’io prendo forma grazie a cose che non appartengono a me…


Kiki, Consegne a Domicilio

Si tratta di un’antica tradizione: per diventare Strega una bambina deve lasciare casa all’età di 13 anni.


i Croods

“È un animale da compagnia!”
“Come?”
“Un animale che non si mangia!”
“Noi li chiamiamo bambini.”


Il nUovo

L’ossidiana fiocco di neve per le paturnie fa miracoli, sapevatelo… anche se rimango dell’idea che gli effetti di pietre e cristalli siano abbastanza soggettivi, non tutto funziona alla stessa maniera per chiunque.
Ad esempio, adesso non mi è chiaro se come “effetto collaterale” c’è che nelle ultime due mattine se non fosse suonato il telefono avrei dormito beatamente fino alle 11, ma può darsi che sia il tempo, che sia la SAD. Insomma, ieri alle 23:30 quando sono andati via i compari di D&D stava NEVICANDO.

Ho fatto un sogno strano, uno in cui venivo a sapere che uno dei miei cugini si era suicidato perché era depresso e non ne avevo idea… e io dovevo fare una specie di rito magico, ma di una tradizione che non era la mia e che conoscevo a malapena, come fosse hoodoo, qualcosa con una bottiglia in riva al mare, per curare la sua anima. Mi sono svegliata un po’ turbata.
Sto cercando di tener fede al buon proposito di Ostara ed ho ripreso in mano il libro. Ho trovato un paragrafo interessante, con una lista di situazioni di lavoro con le divinità che vanno dall’invocazione alla possessione totale, così ho deciso di tradurla per il mio blog su tumblr. Penso che se mai dovessi riprendere un progetto di un blog “pagano” potrei usare quello. Il “reblog” fine a se stesso mi ha un po’ stancato.

Ah, e per la mia maratona horror sto guardando L’Ultima Casa a Sinistra, il remake del 2009… per quanto sia esattamente quel genere di americanata di cui mi stufavo nel post precedente, devo ammettere che la trama dà una certa soddisfazione. Il gruppo di cattivoni sbandati uccide una ragazza e ne stupra e ferisce un’altra, poi fanno un incidente in auto e trovano rifugio GUARDA CASO presso la famiglia della ragazza sopravvissuta (che, ad un certo punto, più morta che viva, riesce persino a riguadagnare la soglia di casa). E graziaddio la madre non è la solita perfetta imbecille e capisce al volo chi si sono tirati in casa. Devo dire di essere rimasta piacevolmente sorpresa da questa cosa, ci hanno abituati ormai a perfetti idioti… questi no, questi si armano e si vendicano in maniera veramente molto granguignolesca. Anche un po’ troppo (infierire su un setto nasale già rotto, infilare un braccio nella bocca del tritarifiuti e finire in bellezza con un martello nel cranio è un tripudio di sangue e urla disumane), però mi ha coinvolto. Un pochino. Poco.
Però il finale è una chicca splatter, mi tocca ammetterlo.

L’altro giorno avevo aperto il mio uovo di Pasqua… ne avevo comprato uno della Kinder, mi sento una delle poche persone al mondo a stravedere per il cioccolato bicolore; solo che ho avuto la malaugurata idea di dimenticarmelo – aperto e quasi finito – sul divano. Così giovedì mattina ho trovato la carta, perfettamente ripulita, sul pavimento. E il cane aveva una strana espressione noncurante.
Giovedì alle due meno poco, comunque, Yuri è tornato a casa con un uovo gigante tutto per me. Perché è un ammmore. Mi sa che domani lo apro.


3bisonda

Che tempo del menga che fa.
Yuri è in ferie sia sabato che lunedì, ma tutto lascia supporre che passeremo il fine settimana facendo la muffa in casa – escludendo le uscite obbligate appresso alle bestie. E’ una cosa che può andar bene a novembre, non adesso; dovremmo essere in giro con il cane, con i cavalli, per i prati… e invece sto qui con il tè miscela Huettenzauber che sa di vin brulè e guardo film horror con le palpebre a mezz’asta nonostante dorma tranquillamente le mie 7-8 ore canoniche di notte.

Tra parentesi, Paranormal Activity 4 è esattamente come i suoi tre predecessori… lo trovo un genere piuttosto particolare, e alla fine mi ritrovo a pensare che tutto sommato gli horror che mi hanno fatto veramente schifo sono altri. In compenso ho trovato una cosa che si chiama 4bia, sono quattro cortometraggi girati dai sedicenti “quattro migliori registi thailandesi”. Devono essere parenti di Shutter… non era male, Shutter, secondo il mio moLesto parere. E anche questi 4bia hanno il loro perché – premettendo che a me, comunque, le americanate mediamente mi annoiano.

Sarà l’acquario vuoto che mi concilia i pensieri funesti… la luce del neon, le foglie delle echinodorus che ondeggiano con la corrente… e questo tempo del menga, ueber alles. Sono uscita a bere qualcosa con Laura – a maggior ragione adesso che faccio vita da donna sposata ho bisogno ogni tanto di una cura di estrogeni – al bar la cameriera ci ha portato il menù dei gelati ma ce lo siamo fatto cambiare con quello delle cioccolate calde.

Stanotte ho avuto una specie di visione dell’ossidiana fiocco di neve, e stamattina ho deciso di inserirla nel sacchetto-medicina che tengo in borsa – tanto si era aperto e sparpagliato ovunque come a dire “facci prendere aria, maledetta”. Scusate se a momenti manco io mi ricordo che faccia ha la luna piena.
Ad ogni modo, ho letto che è una buona pietra per chi soffre di instabilità emotiva, e quindi potrebbe essermi d’aiuto contro le paturnie. Se funziona mi ci faccio un sarcofago, davvero.


Battesimi Vari

Sto guardando Telefonata da uno Sconosciuto, forse uno dei thriller peggiori che abbia mai visto; sono già a più di metà e ancora non è successo assolutamente NULLA, se non che il telefono squilla in continuazione e che l’orchestra che ha suonato la colonna sonora probabilmente è composta da carpentieri a cui hanno dato in mano dei violini e delle raspe.
Ma va bene così, l’idea era quella di avere un sottofondo di compagnia su cui molto probabilmente avrei finito con l’addormentarmi. Non so, non ho fatto assolutamente nulla eppure sono stanca morta.

Ieri sera eravamo a zonzo per festeggiare il compleanno di Yuri, ed è stato uno spasso… ha dovuto sopportare un rito di battesimo nel nome della Dea Limona, officiato nientepopòdimenoché dal VARETTO (una creatura mitologica scaturita da un calzino, da una manica di un maglione e un paio di bottoni)… fino a che lui non ha cominciato ad avere pressione alta e mal di testa, e non potevo neanche riaccompagnarlo a casa perché eravamo lì con la macchina di Nicoletta. Praticamente abbiamo lasciato le comari in discoteca ad ascoltare un tizio che faceva cover di Max Pezzali, e noi abbiamo aspettato in un pub lì vicino dove si stava decisamente più tranquilli. Mi è dispiaciuto perché poteva essere divertente nell’essere assolutamente obbrobriosoma – da emicranica a emicranico – quando hai mal di testa non c’è niente di peggio del rumore, delle luci strobo e dei tuoi amici che ti strattonano per portarti a ballare.
Però poi siamo andati a casa. Avevo il terrore che la prima notte sul materasso nuovo potesse rivelarsi un inferno con uno che partiva già in certe condizioni, invece… oh, invece 😛 Siamo rimasti sotto le coperte fino alle 11 e ci siamo svegliati tutti e due riposati e di buon umore; Yuri ha persino cercato di farsi il caffè.
Mio padre ci ha regalato un aspirapolvere, la suocera ha fatto tre sporte di “beni di prima necessità (domestica)”: fazzoletti, carta igienica, scottex, due tovaglie, tovaglioli, un secchio per il mocio, presine, spugnette, detersivo per sanitari, detersivo per i piatti, sale, caffè, riso, tazzine… cose così. Poi – come si diceva in principio – con i lavori non abbiamo proseguito gran che: abbiamo sistemato gli ultimi pannelli di rivestimento della lavastoviglie e Yuri ha fatto i collegamenti con le prese di corrente. Adesso, sopra il piano di lavoro, invece di una sola presa abbiamo una bella ciabatta da 4.
E’ stato un battesimo anche per Guinness… era ora di portarla dentro, che cominciasse a farsi un’idea, ed è stata molto brava. All’inizio ovviamente era spaesata, non capiva perché fossimo lì e non trovava un posto suo dove stare; poi ha trovato i pezzi di travetto di legno che ci sono avanzati dal baldacchino, e ha cominciato a giocarci. Naturalmente ha cercato di brontolare quando ha sentito le persone andare e venire sul pianerottolo, ma siamo riusciti a farla desistere immediatamente – speriamo che le sia rimasta qualche reminiscenza di quando stavamo in condominio a Ferrara e si metta in testa che non ci siamo solo noi in tutto il complesso.

Wuf?