"Thro' evening shades I haste away / to close the labours of my day."

Articoli con tag “vita di coppia

Stay-treat 2.0

Giada ha riproposto la settimana dello stay-treat ed io l’ho vista come una sincronicità, in un certo senso. Mi sono detta “ma sì, rifacciamolo”, anche se in questo momento non sono affatto certa di avere energie sufficienti a fare un vero decluttering dei miei spazi; però può essere utile al fine dell’ #hyggeanchedestate.

Risultato attuale: andare al lavoro è particolarmente frustrante perché ogni fibra del mio essere vorrebbe essere a casa a riorganizzare roba, oppure in giro in cerca di ispirazione.

Parlando di lavoro, sabato mattina mia madre ha fatto lezione per l’ultima volta; adesso ci saranno gli ultimi scrutini, poi l’ultima maturità, e poi definitivamente la pensione. Me la immagino andare in giro per il mondo tipo Turista per Caso e intasarmi Whatsapp di fotografie. Forse dovrei regalarle un nano da giardino, uno gnomo, qualcosa del genere.
Intanto, quest’estate, se ne va in Perù – lasciando peraltro la casa in balia di mio padre e mio fratello. Sarà da ridere.
Quello che aspetto con una certa trepidazione, comunque, è che finalmente realizzi appieno il suo sogno di rustico e cominci definitivamente a rimetterselo a posto. Quando non me la immagino in viaggio, io me la immagino lì, a farsi il suo, di retreat… a cui credo che mi aggregherò volentieri, ogni tanto.
Tra un po’ è anche ora di ricominciare ad uscire a raccogliere erbe!

Ad ogni modo, il principio dovrebbe essere quello di creare un ecosistema mentale adatto al germogliare di nuove idee, no?
Io sono indecisa persino su che genere di idee voglia tirare fuori dal cilindro… se fossi una carta dei Wild Unknown, sarei la Daughter of Cups.

Tutto è cominciato fantasticando sulle solite foto di Instagram in cui le mie beniamine del momento si sistemano alla finestra, o sul terrazzo, con il loro pc portatile o il blocco degli appunti, un mazzo di carte, un mala o dei cristalli, e pian pianino sfornano materiale da condividere con il mondo.
Io il terrazzo al momento non ce l’ho, ma dopo aver riordinato casa mi sono resa conto che anche stare alla finestra, sul tavolo della cucina, poteva funzionare alla perfezione. Da quando abbiamo smaltito la maggior parte dei vasi da fermentazione dei crauti e dei cetrioli la sensazione di claustrofobia si è un attimino attenuata XD
Ho ceduto agli sconti di Essenza Candle ed ho ordinato un paio di giare piccole agli agrumi, mi sono fatta un caffè e mi sono messa seduta a pensare a che cosa vorrei che me ne venisse da questo stay-treat. Vorrei qualche progetto per impegnarmi l’estate – e magari anche oltre.

Già tutto ciò è stato molto hyggelig.

Credo di aver finalmente realizzato una piccola, grande verità riferita al discorso della Stalla: ci vuole un posto dove tornare dopo un “viaggio” difficile – che sia una giornata lavorativa pessima, un classico lunedì di strazio, una rovinosa riunione di famiglia e cose del genere. Ci vuole un posto speciale che sia sempre pronto ad accoglierti a braccia aperte, un posto dove ci sia l’acqua calda per il tè, un posto che profumi di buono. Può essere piccolo in modo da non farci entrare nessuno, o grande abbastanza da invitarci delle belle persone, senza allacciamento internet per poter lasciar fuori le brutture del mondo, o con una connessione veloce per godersi lo streaming.
Il discorso si applica anche nella fase di “partenza”; il retreat/stalla è l’oasi dove annusare e bere il caffè, sfogliare le news sul tablet, controllare l’agenda.

Purtroppo questo è sempre il terreno di conflitto primario tra me e Yuri, perché lui è disordinato in una maniera che cozza in modo ASSOLUTO con il mio fabbisogno di retreat/stalla. Lui entra in casa e genera entropia, così, aggratis.
Ho deciso che quest’estate, allora, quando va in ferie, tornerò alla carica con il piano di riordino di garage e cantina in modo che possa ricavarsi uno spazio suo dove lasciare il suo caos, i suoi arnesi, i suoi esperimenti e tutto il resto. È assurdo non sfruttarlo ed è assurdo che il garage versi in condizioni post-apocalittiche da anni solo perché “tanto non vede nessuno”.

Il mio terrore, quando si parla di traslocare in una casa più grande, è quello di ritrovarmi un giorno a prendere atto di aver acceso un mutuo per dare semplicemente a Yuri ancora più spazio per fare casino; siccome già tutt’ora questo è un tasto dolente della nostra relazione (non più tardi del mese scorso ho dato in escandescenze, con tanto di foto di come ho trovato la cucina quando mi sono alzata dal letto mandate a mia madre per farmi rassicurare sul fatto di non essere una pazza visionaria, e l’ho seriamente minacciato di fare le valige), voglio essere ben sicura di non andare verso una catastrofe annunciata.

Tirando le somme, sento di aver spianato il terreno per l’orticello.
L’interrogativo, però, rimane: cosa ci pianto?


Barattoli e Pokéball

L’altro giorno ero a spasso per il centro con mia madre e ci siamo fermate a scambiare due convenevoli con una sua vecchia conoscente. Ad un certo bel momento, questa mi guarda con sorriso materno e mi domanda “E tu cara? Come vanno gli studi?”. Cara signora. Cara, CARA signora.
Molto meglio del terribile sei sposata? Hai figli?

Mercoledì è uscito Pokémon Go e tutta la mia generazione è tornata ragazzina, chi con la scusa di portar fuori il cane, chi con la scusa di un giro con la bimba in carrozzina (un saluto ai Vicoletti! 😆). Che io sappia, dei vecchi fans della serie sono stati risparmiati solo quelli il cui cellulare non è supportato. Giovedì mattina la mia pagina Facebook era già un tripudio di screenshots dalle località più svariate; io mi godo un sacco, Yuri ha fatto un pochino più fatica (perché quasi contemporaneamente è uscita anche la nuova espansione di Warframe) ma, quando ha ingranato anche lui, s’è impuntato sulla conquista della palestra della chiesa di Cavarzano, e sghignazziamo come faine ladre soprattutto nel momento in cui incroci qualcun altro palesemente in caccia con il telefono in mano. Non riesco a capire se mi diverta più il gioco in sé o semplicemente il fatto che ci siamo rimasti tutti sotto così – perché è questo il peggio, in compagnia ci si fomenta.
La mia settimana praticamente è andata via così. Venerdì pomeriggio seduti davanti al Pokéstop della parrocchia Don Bosco insieme ai ragazzini del Grest, sabato in giro per il centro ad assediare le palestre delle altre squadre, la sera a spasso con il cane battendo zone inesplorate in cerca di nuovi Pokémon e per macinare i km che servono a schiudere le uova. Tutta salute, quella.
Mi sono anche definitivamente decisa ad ordinare da Amazon una powerbank perché tutto questo prosciuga la batteria in maniera veramente esagerata.

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E non è stato nemmeno l’unico regalino che mi sono fatta, ho spuntato altri quattro titoli dalla mia wishlist – il GaldrabókIcelandic Magic, Magic of the Iron PentacleWalking with the Sin Eater. Diciamo che in questi ultimi giorni facevo un po’ di fatica ad ingranare e quindi mi sono dedicata ad una serie di cose che mi ha tirato su di morale, non ultima la fuga al rustico con la mamma per un detox urto. A volte la Paturnia scorre potente in me e l’inettitudine del mondo mi infastidisce a livelli eccessivi, sono quei momenti in cui ti fa rabbia anche solo che questa gente respiri il tuo stesso ossigeno – figuriamoci quando ti rendi conto che il loro voto conta come quello di tutti gli altri, l’unica consolazione è che raramente si recano alle urne.Ma pazienza, per fortuna queste parentesi di sconforto si aprono e si chiudono. Personalmente me le figuro un po’ come una pozza di fango schifoso in cui queste persone sguazzano abitualmente, poi ogni tanto ci finisco dentro anch’io e mi ci affanno perché loro sanno nuotarci molto meglio di me.

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Pazienza. Nel frattempo le mie erbe si sono seccate, è ora di rimpinguare i barattoli.
E poi Yuri da ieri è in ferie, e mi ha promesso che mi monta delle mensole.


Books hoarder

Mi sono accorta di aver comprato un’agenda senza righe, una cosa che più o meno detesto perché riguardare la pagina e vederci le scritte tutte leggermente sghembe mi urta i sentimenti. Ma la prendo con filosofia, la filosofia del “tutto accade per un motivo” – sì, che sono distratta quando faccio gli ordini da Amazon – e quindi dai, rompiamo gli schemi. Magari è la volta che comincio anche a fare dei disegni.

Altri libri sono arrivati in ordine sparso e in anticipo sulle date previste per la consegna (che, beninteso, è sempre cosa buona e giusta). Singing the Soul Back Home è arrivato martedì e Shamanism Bible mercoledì. Che dire? Mi piacciono i Matthews. Il Companion Workbook del Warrior Goddess Training è arrivato giovedì e il Warrior Goddess Training vero e proprio è previsto per lunedì. Secondo me ormai Amazon ragiona in termini di “sei un utente Prime, la spedizione non la paghi, cazzotene se ti facciamo quattro pacchetti diversi?”.

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Sì, mi dà un po’ fastidio. Primo, c’è la quantità assurda di cartone con cui ho già per metà riempito il mio sacco per la differenziata – ma pazienza, il cartone si ricicla. Secondo, da buona tendente all’ossessione-compulsione non è bello che mi mandiate prima il libro degli esercizi del libro di testo – ennonsifa, nonnò. Terzo… non so, ci tengo particolarmente ad avere quel libro, e non solo perché viene copiosamente citato da tante donne che seguo su Instagram. Magari poi neanche lo leggo subito e lo metto ad aspettare il suo turno in lista sorteggio, del resto io vado a paturnie; però dopo aver tanto discusso con Yuri e Sara di evoluzione spirituale e di “femminismo con gli asterischi” (quello che si ribella al fatto che il plurale misto in italiano si scriva con il maschile e quindi al posto di, chessò, ‘tutti’ o ‘tutti/e’ scrive ‘tutt*’) voglio vedere questo com’è. Voglio vedere se scopro qualcosa che finora mi stavo perdendo, magari poi scopro che credevo di vivere bene la mia femminilità sacra e invece non era vero niente, magari scopro che sbagliavo a fregarmene dei generi (…e a odiare tutti indistintamente).
Tra i libri di mia nonna ho trovato Come Diventare Buddha In Cinque Settimane di Giulio Cesare Giacobbe e ne ho già letto un paio di capitoli durante tempi morti vari ed eventuali, poi credo che lo porterò a casa da Yuri perché penso che meriti che lo legga anche lui.

Mi sono fatta un piccolo esame di coscienza per quanto riguarda questa mia smania di comprare libri paganelli, Yuri dice che sono monomaniaca… ma è la mia collezione. Quando collezioni francobolli, nell’album dei francobolli ci sono solo francobolli, non ci metti anche le conchiglie ù_ù
Scherzi a parte, dopo questo exploit mi darò un’altra calmata, perché la mia lista dei “To-read” è veramente scandalosamente lunga e ho finito di nuovo lo spazio sulla libreria. Pian pianino sto riempiendo anche il mio BoS Cloud, eh? Sono piccole soddisfazioni.

È capitata una piccola gag intanto che finivo di scrivere questo post, poco fa… Yuri mi ha regalato il suo vecchio mouse da gaming di Warcraft, perché il mio non andava bene per cecchinare i nemici con arco e frecce su Warframe. È un mouse enorme e pieno di tasti che io spesso e volentieri pigio senza volerlo, e in cui erano ancora memorizzate tutte le macro temporizzate di quando lo usava lui. Ma questo io lo so adesso. Stamattina, ad un certo punto, stavo guardando questa schermata cercando l’ispirazione per continuare, quando cominciano a comparire dei numeri in coda a quello che stavo scrivendo, uno dopo l’altro, in una serie che si ripeteva. Dopo lo smarrimento iniziale – non stavo toccando nulla! – ho intuito che potesse trattarsi del mouse (ogni tanto su Warframe semino involontariamente segnali in giro perché uno dei tasti è associato alla lettera G) e ho chiamato Yuri. La gag è stata:
«Yuri, il mouse dà i numeri»
«In che senso?»
«Letterale!»
Sono sagace come una tinca.


Pulizie Esistenziali di Primavera

La Luna Nuova ha portato finalmente il cambiamento tanto auspicato… martedì mia nonna è stata ad una visita geriatrica e anche quel medico è stato concorde sul fatto che è ora che si prenda un “aiuto”. Perciò, in sintesi, mollo la Nonna2 per andare a prendermi cura della mia, di nonna – e con un contratto leggermente migliore, pure, visto che farò qualche ora in più. Dire che cammino per aria è un eufemismo.
Giovedì mattina mi sono svegliata senza mal di stomaco nervoso, dopo non so quanto tempo che non capitava. Sono riuscita a soprassedere al fatto che mercoledì mattina mi abbia potentemente urtato i nervi con il suo solito modo di fare pieno di sotterfugi – di “scondaròle”, per dirla in maniera più efficace.
Un po’ più di fatica l’ho fatta venerdì… perché io posso capire che la “burocrazia” sia difficile, posso capire che sia complicato per lei afferrare il concetto che se io avanzo delle ferie non godute quando finisce il mio contratto, mi devono essere pagate, e che potrà essere un’inezia quello che io percepirò al netto, ma per lei che deve versarle al lordo è un’altra faccenda… ma un conto è “non capire”, un altro è “capire ma aspettarsi in ogni caso che l’Universo sistemi le cose”. E per sua stessa ammissione! Mi sono leggermente risentita all’ennesima volta in cui mi ha rinfacciato che quelle per lei erano “tutte robe così improvvise”, e quando le ho fatto notare che sono mesi e mesi che siamo consapevoli che la sua sovvenzione non durerà in eterno e che quindi sapeva che nel frattempo io sarei corsa ai ripari, mi sono sentita rispondere una serie di cose che cominciavano tutte con eh, ma io pensavo che…. Pensava che mia nonna avrebbe versato nell’indecisione vita natural durante, pensava che avremmo potuto organizzarci in maniera che continuassi a seguire lei la mattina e mia nonna il pomeriggio, pensava che sarei potuta andare in ferie dopo il termine del contratto… svarioni di questo genere, idee tutte sue naturalmente.
Ho un bel ripetermi, a mo’ di mantra, vabbe’, pazienza, che ormai è finita… Parlo al vento. E non perché sia svampita, o smemorata, o non mi presti attenzione – beh, in realtà sì, è anche per quello, ma fosse solo quello sarebbe niente… – io vedo che proprio si rifiuta di darmi bado.
Ha preso appuntamento per portare la cagnetta dal veterinario martedì mattina, nonostante le avessi detto di aspettare un paio di giorni che chiarissimo la faccenda delle ferie non fruite (avanzo qualcosa come 17-20 giorni, mentre il preavviso che devo dare è di soli otto, e quindi il mio contratto terminerà ufficialmente con il 19 di marzo; vista la sua condizione economica, non davo certo per scontato che volesse pagarmele tutte). In più, lei e la figlia si parlano poco o nulla per queste cose, perciò, in buona sostanza, sabato mattina era rabbiosa perché non era stata consultata sul da farsi.
Ad ogni modo siamo riusciti a giungere ad un accordo definitivo: io ho mandato la lettera di dimissioni con preavviso il giorno 11, lavorerò ancora tutta la settimana prossima e poi le ferie mi verranno pagate.
Domani comincio con il conto alla rovescia.

Avevo detto che sabato sera sarei uscita a festeggiare, ma ieri sera alla fine ho cambiato idea perché ho pensato che sarebbe stato carino cercare di alzarsi ad un’ora decente stamattina e andare alla sagra della Madonna Addolorata. In realtà poi abbiamo perso tempo a prepararci una colazione luculliana a base di crepes suzette per festeggiare il nostro anniversario (DIECI ANNI!), ma tanto la sagra era una vera pena, c’erano meno della metà delle bancarelle che c’erano a novembre alla sagra di San Martino. Tanto di guadagnato per il mio portafogli, dai, vediamola così.

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Tanto da Etsy ho ordinato alcuni pezzi di “peacock ore”, altresì detta calcopirite. Suppongo che arriveranno per i primi di aprile, quindi per ora mi sono messa il cuore in pace. Sarà un regalino tardivo per inaugurare un nuovo capitolo di quest’anno!


Urge detox su tutti i fronti

  Sono BoS-demotivata. Guardo la quantità immane di materiale più o meno interessante che sto accumulando tra LE librerie ed i files salvati qui e lì sui vari devices (…mi fa male ascoltare videotutorial su YouTube…) e l’idea del BoS mi sembra deprimente, inutilmente laboriosa e poco pratica. Lo so che è tradizionale. Lo so che fa figo. Lo so che un domani i miei eredi sarebbero più che felici di bullarsene. Ma sono PIENA di libri.
Così domenica pomeriggio – avevo tra l’altro appena finito di trascrivere sul mio terzo BoS un paio di incantesimi con Mortaio & Pestello presi dal Grimoire di Grimassi – lo sconforto mi ha spinto a cominciare a pensare a qualcosa di più efficiente. Ad esempio ad un database, accessibile anche da cellulare e tablet, in cui indicizzare rapidamente quello che mi interessa con indicazioni sul libro e sulla pagina a cui reperirlo in caso di bisogno, e magari delle note relative alla tradizione/pratica di appartenenza.
Così Yuri, nei tempi morti, ha cominciato a lavorare per me ad un “BoS Cloud” online, con la possibilità di abilitare anche altre persone alla consultazione e all’inserimento delle voci, nel caso in cui partisse una collaborazione fra Bruts. Nel frattempo io sto prendendo note cartacee sulla mia agendina da viaggio.

Mercoledì sera una delle ragazze che seguo su Instagram parlava di un’app sul genere “Dream Journal” che però io sull’App Store non ho trovato. In compenso ho trovato “Intuition Journal” (a pagamento, ma mi vergogno a lesinare su 3 euro quando una cosa mi ispira) e l’ho scaricata. È carina, ha un tot di esercizi e writing prompts che si possono sfruttare quando manca l’ispirazione. Ad esempio, giovedì mattina ho pescato la mia Carta del Giorno ed era il Father of Pentacles – dal mazzo dei Wild Unknown naturalmente – che consigliava un atteggiamento distaccato, riflessivo, da osservatore d’alta quota. Guarda caso, anche l’Intuition Journal propone un esercizio che chiama “Be an Observer”… quindi mi sono tenuta impegnata così, concentrandomi su di me, sui segnali che mi mandavano il mio corpo e la mia mente.
La verità è che voglio provare tutto quello che trovo. L’anno scorso non ho neanche tenuto il Barattolo delle Cose Belle… quest’anno voglio inaugurarlo con la pelle di renna; venerdì Yuri ha ripreso scherma e quindi ho avuto una serata di solitudine per provare il mio primo viaggio.
E wow. WOW. Oh, è stato come tornare, come finalmente funzionare di nuovo.

Ora l’unica cosa di semi-impellente da fare è disintossicarsi dagli strafoghi natalizi. Ci mettiamo d’impegno sia io che Yuri, lui comincia ad andare a correre la mattina con uno dei Luca, e io ho appena comprato un buon paio di scarpe da trekking per cominciare ad andar via assieme a mia madre, su e giù per le montagne, come ai bei tempi. Per far ripartire il metabolismo. Poi frutta e verdura e cibi leggeri, ad orari ragionevoli, per l’amor del cielo.


Di bianchi e di grigi

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Eccolo qua, il famoso pacco dalla Germania, il mio tesssssoro… è inaspettatamente arrivato mercoledì nel primo pomeriggio, qualche ora dopo essermi accorta che il tracking della DHL – che non controllavo più da giorni, sicura che sarebbe rimasto fermo al 19 dicembre – in realtà si era aggiornato martedì mattina e diceva che la spedizione era arrivata nel Paese di destinazione. Considerando le tempistiche con cui ha attraversato le Alpi, potrei soprannominarla Annibale.
Tra l’altro in questa foto è venuta più scura e più fulva di quanto non sia effettivamente, ho voluto giocare un pochino con filtri ed impostazioni per dargli contrasto rispetto al copripiumino del letto perché in realtà hanno più o meno le stesse sfumature di bianco e grigio.
Tra noi è stato amore alla prima carezza, è stato come sentire lo spirito della Renna risvegliarsi sotto le mie mani… faremo tanti bei viaggi insieme, lo so. Per questo è stato vitale mettere subito le cose in chiaro con Yuri, che già credeva di potersela spupazzare come scaldino da piedi.

Altra chicca arrivata questa settimana è stata questa:

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Mi ha fatto ridere Yuri, che l’ha preso in mano, ha fatto una smorfia quasi schifata e ha detto “ma dai, sembra un breviario”, senza rendersi conto che fosse esattamente la ragione per cui l’ho comprato. L’ho visto da Devin, tanto per cambiare 😛
Con il lancio del trend della “Crystal Compass”, poi, hanno inaugurato il nuovo hashtag #mysticmoonsmademedoit, e mi sento meno sola nel mio “apostolaggio”. APPostolaggio.

Martedì – miracolo! – siamo riusciti a vedere Angela e Ray a Verona per l’ultima volta prima della fine dell’anno. Ci siamo confortati a vicenda sul fronte delle paturnie famigliari… c’è sempre almeno una cretina in ogni famiglia, e se non ci nasce, ci viene portata da qualcuno. Maronn’. La notte tra mercoledì e giovedì mi sono perfino sognata che mi capitava davanti e le mangiavo la faccia, anche per conto dei miei suoceri.
Poi ho sognato di essere un’adolescente disadattata, perché per passarci il tempo durante il viaggio in macchina ho letto (ad alta voce, che sentisse anche Yuri) tutto Fluo di Isabella Santacroce. Era da quando avevo sedici anni che volevo leggere qualcosa di suo… adesso ormai non ho più l’età per godermelo davvero, però su Goodreads gli ho regalato 3 stelline perché mi piace chi scrive perdendosi nei dettagli. Tanto non mi freghi, certi paragoni che sgancia con apparente noncuranza qui e lì sono TROPPO colti per farmi credere che davvero quella ragazza leggesse solo riviste. Io non ho avuto un’adolescenza-disagio a Riccione nel decennio ’85-’95, certo però che se quella era la lingua corrente della fauna locale, capisci anche perché la progenie di quella generazione lì stia messa come sta messa.

Ieri pomeriggio i numi ci hanno ascoltati e finalmente ha cominciato a nevicare. Abbiamo praticamente avuto giusto il tempo di farci il primo giretto a cavallo dell’anno nuovo, intorno a mezzogiorno, poi quando sono state circa le 4:30 hanno cominciato a scendere i primi fiocchi.
No perché altrimenti prima stavamo così, questa è Naomi che si è rotolata per terra quando le abbiamo riportate in recinto…

Stamattina ero in visibilio. Vestaglia fresca di bucato e tiepida di termosifone, cappuccino, candele, neve, tart natalizia.

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Adesso voglio mettere via tutte le cose rosse e verdi di Yule e fare un altare pieno di bianco e di quarzi di rocca.


Home Smelly Home

Magari se oggi mi metto d’impegno e faccio del tablet il mio inseparabile compagno, riesco anche ad iniziare un post e pubblicarlo entro fine giornata.

Potremmo cominciare con il dire che quest’anno i Reptiles Days non cadono a fine maggio/inizio giugno ma alla fine di questa settimana, il che ci ha costretti a “correre ai ripari” per quanto riguarda la riorganizzazione degli spazi in salotto, e Yuri ha dovuto arrendersi alla necessità di tornare all’Ikea per comprare un paio di librerie e – già che c’eravamo – anche una piccola cassapanca da esterni da usare come deposito scarpe.
Andare e tornare in un pomeriggio si può.
Andare infrasettimanalmente e trovare pochissima gente si può.
Pianificare una strategia in modo da ripartire intelligentemente il tempo tra reparti che non ci interessano ed altri che invece vale la pena di spulciare si può.
Capisco che sia dura superare il trauma delle spedizioni punitive stile “in due giorni arrediamo tutta la casa”, ma ormai è acqua passata, l’Ikea non è il Male Supremo. Non è lo sportello dell’inps.
Lavori in corso, quindi. Mi piace. Poco a poco mi rendo conto di vincere il senso di inadeguatezza che mi coglie quando guardo gli allestimenti in esposizione… casa nostra non è così male (quando è in ordine >_>) devo smetterla di lasciare tutto sugli scaffali perché “tanto in casa mia non ci sta bene” o, soprattutto, “tanto casa mia è un casino”. Dopo tanto discutere, anche Yuri si sta sforzando di avere un po’ più cura delle cose, e sta funzionando. Ho comprato ancora candele da tenere sui davanzali, qualche chicca per la cucina, e una piccola serra di metallo e plexiglas che ho riempito con pot-pourri, una fatina, cristalli grezzi e candele profumate – più altro che mi verrà in mente man mano. Mi girava così.

Abbiamo sforato di 80 euro il budget che ci eravamo fissati, ma va bene, è il prezzo della mia soddisfazione degli ultimi due giorni quando sono rientrata a casa ed ho sentito profumo.
Il prossimo pomeriggio uggioso e nero mi troverà adeguatamente preparata. Avrei dovuto pensarci quest’inverno, non adesso che – salvo tempeste di grandine e picchi di temperature in suicidio – le giornate sono favolose.


Voglio.

Come ad ogni buona festa comandata cattolica che si rispetti, non mancano mai i polemici buontemponi che ti fanno notare che se sei pagano dovresti essere coerente con il tuo credo e non fare a nessuno gli auguri di buona Pasqua.
Io vi invidio, maledetti, voi evidentemente vivete in eremi remoti o comunità spirituali, circondati esclusivamente da persone come voi. Il prossimo passo sarà andare a moralizzare gli atei ogni volta che dicono “oddio”.
Battute a parte, le cose sono due: innanzitutto che fare gli auguri è primariamente una convenzione sociale (e) di buona educazione; anche perché, mediamente, il pagano che fa gli auguri di Pasqua è opinabile ma il cristiano che ti fa gli auguri di Ostara è da leccarsi i baffi, e non si capisce perché. Ci riuniamo alle nostre famiglie nella celebrazione di ricorrenze dettate dalla religione di Stato, esattamente come quando festeggiamo il compleanno di un amico. Ovvio che sia solo lui a compiere gli anni, ma possiamo rallegrarcene tutti insieme, no?
E’ risorto Gesù, evviva evviva… a me non interessa, ma se a te fa piacere facciamoci un pranzo, sono contenta per te. Stiamo a casa tutti, la domenica, con somma gioia, no?
In secondo luogo, che moltissimi “pagani” conservino una mentalità cattolica non è mai stato un mistero confinato ai dì di festa, mi pare. Già questa gente che punta il dito dovrebbe porsi legittimamente delle domande. C’è un confine ragionevole tra l’essere coerenti ed il rendersi detestabili – nonché inutilmente scomodi all’interno della collettività.

Non perdiamo le buone abitudini, diamo la colpa a Facebook&Co. che ci hanno fatto scoprire il piacere di sganciare la frecciatina caustica in mezzo a tutti ma senza guardare in faccia nessuno.

Ad ogni modo, lunedì mattina facevo colazione con la netta sensazione che il mondo intero stesse facendo qualcosa di più gratificante di quello che stavo facendo io. Che poi era, in sostanza, bere il caffè ormai freddo con Vespira ancora più fredda che mi strisciava sotto la maglia in cerca di calore umano, lasciandomi libero giusto un dito per scorrere il tablet e farmi leggere i blog. Mi ammanetta proprio… come se sapesse. Hmmmmm.
Comunque mi piace tanto quello scrivete, non smettete mai. Io non ho più voglia di sbattermi nel legittimare pubblicamente online cose che penso o su cui sto cercando di farmi una cultura, ma mi godo un sacco a leggere chi invece ancora resiste, che vi stiate (s)battendo pro o contro la questione dell’art. 8 o che stiate recensendo con occhio clinico il tal libro o il tal altro sito. Avete tutta la mia bonaria invidia. Io mi sento un tantino capra, in questo periodo.

Domani mattina Yuri parte per i 3 giorni del meeting di scherma, restiamo a casa io e le bestie. Anche le mie comari latitano – per motivi vari ed eventuali che purtroppo non sono sempre del tutto piacevoli – e mia madre è partita per la Cappadocia con mio fratello ancora sabato scorso. Prevedo un lungo weekend di contemplazione e regime alimentare da single impigrita (Yuri vuol pesarmi prima e dopo, dice che se calo anche solo di un kg mi picchia). Voglio dormire tutto quello che non sto riuscendo a dormire adesso, normalmente, di notte, vuoi perché il furetto si mette a giocare con il sonaglino o perché Yuri fa mugugni strani in preda a chissà quale visione. Voglio guardarmi qualche film un po’ particolare. Voglio cominciare un altro libro.
Non vedo l’ora che sia domani, in un certo senso.


Nessuna nuova, buona nuova

Piano piano Guinness si ripiglia. Stasera ha mangiato la sua ciotola di crocchette tagliate con un po’ di umido, ed è tutt’oggi che non fa la pipì in casa ma chiama quando ha bisogno; ha ricominciato a venirci incontro quando rientriamo a casa – portando la solita scarpa/ciabatta – in più l’ho vista stiracchiarsi, che mi sembra notevole per un cane sbudellato come lei.

Sono contenta che sia venerdì e sono contenta di non aver dovuto portare la NonnaDue da nessuna parte, perché ieri è stato logorante… è tornata in fase “down”, incolpa sempre il dosaggio dei farmaci che prende (ma che si giostra bellamente come le pare, a quanto vedo), quando probabilmente in realtà è solo il tempo che cambia. Insomma, anche le persone “sane” – ma chi oggigiorno è veramente stabile? – hanno le loro giornate storte.
Io ad esempio ho sognato che c’erano degli sceicchi arabi a cavallo di bellissimi cammelli intrappolati su una specie di parete rocciosa che stavano cercando di scalare come fossero camosci. Ad un certo punto uno di questi cammelli, sfinito, visto che dopotutto il salto che lo separava dal prato di sotto era di circa 5 o 6 metri, si buttava giù; si faceva male, ma non una cosa gravissima, però il suo proprietario voleva abbatterlo e io gli andavo contro cercando di spiegargli (in inglese) che non poteva né doveva farlo.
Sono giornate in cui sprazzi poetici di primavera si alternano a cieli grigi che minacciano pioggia, non ci vedrei niente di strano a sentirmi casalinga e sonnolenta, anzi, oggi pomeriggio Yuri è uscito per commissioni e io sono rimasta in cucina a farmi il tè e a studiare per il corso di domani – e mi sono goduta un sacco.

Sono riuscita a stare un po’ con mia madre, così poi non mi manda faccine tristi su whatsapp dicendo che non ci vediamo mai. Siamo state da Jysk che c’erano i completi copripiumino in offerta (e io ho un cane che dorme sul lettone appena giriamo l’angolo…), e poi sono riuscita a passare in gioielleria a ritirare l’anello Trollbeads che mi ero fatta sostituire; alla fine non mi dispiace nemmeno questo, sono 3 giorni che ci giochicchio con un certo compiacimento. Ed io che credevo che certi ingombri non facessero per me…

Normale routine, in fin dei conti. Mi fermo ad apprezzarla proprio perché mi par di vivere insidiata da lamentele sul lavoro, la famiglia, gli amici, le insoddisfazioni… se riuscissi anche a non svegliarmi tutte le notti più o meno alle quattro, per un motivo o per l’altro, andrebbe tutto fottutamente a gonfie vele. L’avevo scritto che Yuri è finalmente passato di ruolo?


Quasi ora di bilanci…

Svegliarsi con un po’ di neve, ieri mattina, ha avuto il suo fascino, non c’è che dire. La suocera ci ha regalato un paio (un paio ciascuno) di “calze termiche” pelose-morbidose-goduriose che ho inaugurato stamattina e mi danno quella sensazione di possosopportarequalsiasicondizioneclimatica che quasi quasi neanche il Ciobar può. Nel primo pomeriggio nubi nere Oppa-Mordor-Style si erano ammassate a nord, il meteo metteva neve, io temevo Nazgul a grani grossi visto che ho piastrato i capelli, ma in realtà sono riuscita ad andare e tornare dai cavalli, a portare ancora fuori il cane e non è ancora sceso niente. Serata gelida e cielo stellato.

Stanotte ho sognato di essere tornata a scuola – tanto per cambiare – ma ero consapevole del fatto che fosse mercoledì mattina e che mia madre mi aspettasse per il caffè; così me ne sono andata, e quando una mia amica mi ha fatto notare che non avrei dovuto saltare lezioni, le ho bellamente risposto che tanto avevo VENTIDUE anni e il diploma l’avevo già preso. Brava, Giulia, brava.

Poi ammetto di stare sviluppando una specie di morbo per i tarocchi Wild Unknown; ci ho dato un’occhiata online la prima volta e non mi sono neanche piaciuti, ma adesso continuo a guardarli e cominciano a sembrarmi semplicemente il tipo di carte che sarei riuscita a disegnare io quando, illo tempore, io e Yuri avevamo buttato giù un paio di idee per un mazzo di carte “di casa nostra” (e di cui ho disegnato soltanto la prima, ed era il Gelso, dev’essere ancora su DeviantArt). In tutta onestà non credo che sarei in grado di usarle per la divinazione, però magari qualche altro utilizzo lo trovo. E visto che su ebay sono in vendita un pochino ribassate rispetto al negozio vero e proprio… hmm…

In occasione di Imbolc farò una purificazione della casa perché è il trend del periodo, e perché festeggiamo il primo anniversario tra queste quattro mura e in 12 mesi non ne ho fatta una che sia stata con tutti i crismi. Non so neanche se mi ricordo ancora come si fa.
Ad ogni modo, in un anno è successo praticamente tutto quel che poteva capitare: siamo stati bene, siamo stati male, abbiamo pagato le tasse e le spese condominiali, si sono rotte cose e le abbiamo aggiustate, abbiamo avuto ospiti, siamo stati a casa da soli, abbiamo sporcato e abbiamo pulito, siamo sopravvissuti al freddo, al caldo e a tutte le feste comandate, siamo partiti in 6 e siamo arrivati in 10 – sempre considerando i pesci come un unico collettivo. Siamo ancora vivi per raccontarlo in maniera decorosa, quindi, in sostanza, direi che ce l’abbiamo fatta. Non so Yuri, ma considerando il fatto che stasera ha colonizzato impunemente il salotto per abbioccarsi tra cuscini e copertine, direi che sia tranquillo anche lui u_u


Dettagli

Era ora di portare un po’ di Yule anche in casa… il nostro primo Natale da soli!
Sono andata a fare shopping dai cinesi perché è quello che mi permettono le mie tasche in questo momento, ma dev’essere un ragionamento che hanno fatto in tanti. Volevo terribilmente un alberello ma non c’è una soluzione convenzionale che sia compatibile con un furetto libero in casa, e così abbiamo dovuto ripiegare su qualcosa di pensile: abbiamo preso un festone di abete sintetico, l’abbiamo appeso in ingresso e abbiamo decorato quello. E non è niente male, alla fine dei conti.

E luci rosse alle finestre del salotto, e luci bianche – finalmente! – sulla cornice del baldacchino in camera da letto… e quelle resteranno lì in pianta stabile perché fanno la loro porca figura.


Sì, casa mia è stipata e affollata, il pavimento è comunque pieno di impronte di zampe grandi e piccole e ci sono ciuffi di peli ovunque, come al solito. Ma sticazzi, anche. Mi piace l’atmosfera, posso anche tenere le candele sul davanzale, voglio andare a comprare le stecche di cannella per fare le decorazioni, e la mia sindrome da casalinga probabilmente raggiungerà delle soglie mai viste finora… ma sticazzi.

Poi questo, alla fine, è il mio bottino finlandese 😀

Il coltello più bello ovviamente è per Yuri, uno è per me, e uno è già stato regalato. Il cornino è 100% renna lappone accattato in una fattoria e lo adoVo anche più dei coltelli, naturalmente.

Queste mattine faccio la casalinga di clausura perché sto aspettando un paio di corrieri, uno dovrebbe portarmi un libro (Yuri mi ha regalato The Celtic Book of the Dead di Caitlin Matthews, è capitato di dover fare un ordine da Amazon per uno sfigmomanometro e il regalo di compleanno per il cognato…) e l’altro dovrebbe portarmi il computer che ha ordinato Fabio giovedì sera. Ho buttato una quantità immonda di tempo litigando con iTunes per riuscire a sincronizzare il vecchio iPod… ho fatto mettere a Yuri un vecchio paio di casse sulla testiera del letto, vorrei collegarle all’iPod ma per qualche arcana ragione non riesco a metterci dentro della musica. Sull’iPhone sì, senza problemi. Sull’iPod no. Non si capisce perché. Odio la Apple e giuro maipiù.
In più ho certi momenti di freddo potente che mi butterei anch’io in pentola insieme alla pasta, ma sono dettagli.


Pescetti

Giorni di montagne russe umorali, su e giù, su e giù. Anche molto su e molto giù, ma senza un criterio preciso.
Stanotte, ad esempio, ho dormito tranquillamente anche senza l’ossidiana; però, quando è suonata la sveglia, sono stata assalita dall’angoscia come dal mal di denti quando finisce l’effetto dell’anestesia… perché ero preoccupata per Catatonia, uno dei pesci. Abbiamo preso i pulitori, ieri… un paio di amici su facebook hanno visto la foto e sostengono che Catatonia sia un ancistrus, ma mentre in tutte le immagini che trovo su google gli ancistrus sono più o meno picchiettati, sia Catatonia che suo “fratello” Vispino sono a strisce. Sembrano molto più dei panaque maccus.

Catatonia

Un “ancistrus”

Un “Panaque Maccus”

Comunque, dalla stessa foto questo mio contatto ha visto che Cat è, a detta sua, MAGRISSIMO. Io non me ne intendo, e tra l’altro sono pesci ancora molto giovani per cui non saprei nemmeno distinguere tra “magri” e, semplicemente, “piccoli”, però adesso sono preoccupata, ho paura che non mangi perché sia già troppo debilitato.
Naturalmente non è colpa mia, l’abbiamo portato a casa ieri pomeriggio e più che sfamarli non sapremmo cosa inventarci, quindi perché deve venirmi l’ansia COSI’?

Poi, come arrivano, le paturnie se ne vanno. In realtà per la maggior parte del giorno sono di buon umore… è il bello del non essersi ancora del tutto abituati ad avere una casa propria, ogni tanto ci penso e mi sale quella bella sensazione di tepore allo stomaco. Pensare che tre mesi fa non c’era niente di tutto questo. Oh sì, ho delle parentesi di svenevolezza. Il resto, per scaramanzia, non si racconta.


Rigobertudine

La nota migliore di stamattina è che Pollo è finalmente tornato in forma, a una settimana esatta dal suo piccolo “incidente” con il mio piede. Devo averlo raccontato ad amici e parenti ma non ne ho fatto menzione sul blog, a quanto pare… niente di grave, ma la Mery me l’ha fatto tenere a riposo, per cui nei giorni scorsi avevamo riarrangiato un tantino la sua gabbia in modo che potesse muoversi il meno possibile. Oggi, tornato agli antichi splendori, ha deciso che di gabbia non vuol più saperne, sono tornati i peeweep! e i segasegasegasega e noi lo prendiamo come un ottimo segno. Mi mancava terribilmente il modo tutto suo di rompermi le palle tutto il santo giorno.

La seconda cosa degna di buona nota è, naturalmente, il fatto che Yuri sia ancora in ferie. Certo, con lui a casa mi è slittato a data da destinarsi il video che volevo girare per il TeaTime, e oggi a pranzo ho dovuto declinare l’invito di mio padre perché eravamo stufi di saltare da un tavolo all’altro cercando di accontentare genitori, nonni e compagni d’arme. Spero vivamente che la panZa che vedo inesorabilmente lievitare a livello del mio ombelico siano un po’ anche le Amiche di Mestre incombenti… ma sarà comunque il caso di allungare sensibilmente le passeggiate con il cane, nei prossimi giorni. Diluvio permettendo.

Terza buona cosa è che, appurato che in questo soggiorno ci sono quei 50 centimetri di salvezza che mi permetteranno di traslocare una piccola libreria che tenevo nella vecchia camera, ho deciso di sfoltire la mia wishlist di Amazon di altri quattro titoli, con l’ausilio delle recensioni e delle classifiche di Goodreads, hippippurrà. Sono quindi in arrivo:

– Witchcraft Medicine: Healing Arts, Shamanic Practics, and Forbidden Plants, Claudia Mueller-Ebeling – lo consigliava Sarah Lawless sul suo blog “The Pagan Bookworm” che adesso non ritrovo nemmeno più;
– Animal Magick: the Art of Recognizing and Working with Familiars, D. J. Conway – consigliato da Goodreads Listopia in “The Best Pagan Books”;
– Natural Witchery: Intuitive, Personal & Practical Magick, Ellen Dugan – in suddetta lista ci sono svariati libri suoi che hanno un buon profumo di hedgewitchcraft, ho pensato di cominciare con questo e vedere com’è;
– Magic of the Celtic Otherworld: Irish History, Lore & Rituals, Stephen Blamires – autore di The Celtic Tree Mysteries che mi è garbato assai, speriamo che anche questo sia all’altezza.
Qualcuno è nuovo, qualcuno è usato. Alla fine ho speso l’equivalente in dollari di 40 euro e qualche centesimo, una media di 10 euro a libro in Italia direi che ce la sogniamo; mi domando una volta ancora chi me lo farebbe fare di comprare i libri tradotti, anche se ci fossero.

Ho sacrificato qualche euro per comprare Hipstamatic dall’app store, ma ne sono soddisfatta e lo trovo molto divertente. La mia macchina fotografica è stata lasciata un po’ a se stessa ultimamente – se escludiamo episodi sporadici come quello dell’altro giorno in cui mi sono messa a fotografare in macro sulle pietre – faccio quasi tutto con il cellulare e poi condivido con il mondo. Mi sono messa in testa di resuscitare tumblr e anche google+… non riesco a capire come mai nel resto del mondo riescono a fare via blog quello che qui capita soltanto via YouTube, quando la gente ti segue e ti scrive e ti chiede e commenta quello che fai. A me piace seguire i blog, sono fonte di ispirazione, ogni tanto di nuove scoperte, ma soprattutto ti danno la possibilità di farti un’idea (da prendersi con tutte le pinze del caso, comunque) di con che genere di persona tu abbia a che fare anche da un punto di vista UMANO. Che per qualcuno sarà tanto di guadagnato, e per qualcun altro facilmente sarebbe la rovina… ma io personalmente sarei felice di correre il rischio.

La maratona horror continua. Dopo essere rimasta piacevolmente colpita da Shelter e dal non-così-bello-ma-comunque-guardabile Haunting in Connecticut, sto cercando un film che si chiama Km 31, messicano, di un certo Rigoberto Castaneda. Non voglio nemmeno cercare una recensione, mi lascio stupire da uno che si chiama RIGOBERTO.


Tardivi

Quando Yuri comincia a cantare Pirrelli’s Miracle Elixir è ora di MEAT PIES. E’ ora che Giulia si metta al pccino e tenti di ingannare il tempo mentre l’orologio segna ormai le 10 meno 20 della sera e lo stufato – che diventerà il suGGulento ripieno delle meat-pies – è ancora in pentola a cucinarsi. Yuri, come tanti altri bambini, è totalmente succube dei videogiochi.
Per buono, sarà buonissimo; bocconi di carne, verdure e funghi cotti nella birra, quel genere di cose che a me piace immaginare sulle tavole imbandite delle corti medieval-fantasy, soprattutto quando leggevo Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco.

E a proposito di fantasy, oggi è saltata la sessione extra di D&D e mi è rimasto un buco, come una carenza… WoW non me l’ha fatta passare e quindi tenterò di riempirlo mettendomi a scrivere (sempre che me ne rimanga il tempo, perché se va avanti così dopo cena sarà in realtà un orario inverecondo per mettersi a fare qualsiasi cosa). Ho avuto un’illuminazione stanotte, mentre rimuginavo di Dei scesi in terra più o meno volontariamente, e mi sono ricordata che ho per le mani 13 lignaggi di Maghi che posso impiegare in svariate maniere per tirarne fuori qualcosa di stuzzichevole.
Disegnare no, ho esaurito la vena artistica nei giorni scorsi, tanto per inaugurare il blocco del dungeon player.

Siamo in primavera, e oggi finalmente ne aveva tutto l’aspetto… potrei quasi dire che sento la bella stagione. Sono stata brava, e mercoledì per l’equinozio ho preparato tre ovetti di Ostara, colorati con le bucce delle cipolle rosse e l’acrilico bianco. Non ho ancora un altare su cui sistemarle a dovere, perciò adesso se ne stanno sul davanzale del soggiorno, in una ciotola verde imbottita con il fieno preso dai cavalli. It’s something.

Non ho ancora ben chiaro cosa proporrò domenica alle comari, ma voglio che sia qualcosa che porti equilibrio e ordine. Mi rendo conto che ormai una costante dei nostri sabbat sia quella di ringraziare per qualcosa o sbarazzarci di qualcos’altro… non che faccia male, ma sto cercando di farmi venire in mente qualcosa di un po’ diverso.

Ora, all’alba delle 23:35, ho finito di cenare e me ne vado a letto >_>


.:: Intervallo ::.

Che gli ultimi post mi sembrino merdaccia non è solo il pretesto per una vignetta in più nell’album delle BitStrips, lo penso veramente. Sono sempre più convinta che i “post-cronistoria” non siano proprio il mio forte, li rileggo e li trovo insipidi.
Il punto è che tante volte mi capita di voler scrivere per il puro piacere di farlo, anche quando non ho pensierini particolarmente interessanti; prendiamo stasera… addirittura due post in un giorno. Mi sono appisolata sul divano e ho dormito per un’oretta mentre Yuri giocava al pc, prima di portar fuori il cane per l’ultima ronda, adesso lui si guarda una nuova puntata di The Walking Dead e io remo controcorrente perché per quanto mi sforzi non riesco a trovarlo COSI’ appassionante – anche se probabilmente ha contribuito ad abbassare di qualche punto percentuale la disoccupazione degli Stati Uniti, visto l’esercito di comparse e tutti i truccatori che stanno dispiegando.
Ma non ho più sonno. E ho paura che nel momento in cui mi distenderò perderò anche l’uso dei dotti nasali.
Ho fatto di tutto per il mal di gola, oggi: arance, timo, miele, pastiglie di propoli, pastiglie di Benactive Gola e ad un certo punto persino un Oki. Mi do anche l’estrema unzione con l’Olio 31… in questi giorni tra me e Yuri siamo così balsamici che quasi facciamo corrente con le finestre aperte.

Sono fiera di me per aver cucinato un’altra cosa che Yuri ha gradito al punto da scrostarsi anche la padella… ho improvvisato una ricetta che aveva provato mia madre tempo fa, finocchi stufati con besciamella e cannella. Per me che sono sempre stata pressoché un’analfabeta in cucina è un piccolo, grande traguardo; perché nessuno mi credeva quando dicevo che le cose sarebbero cambiate una volta avuta una cucina tutta mia? XD

Domani si parte seriamente con la campagna di D&D, oh yes. Simone ormai deve aver mandato a tutti un messaggio privato e segretosegretosegreto via Facebook con dettagli personali riguardo l’ambientazione di partenza; l’ho trovato veramente GUSTOSO, non riesco a pensare ad una definizione migliore. Cioè… mi ha dato lo sprint per mettermi ai fornelli, mica scherzi.


E sette!

Dormito poco e sognato un sacco… non avrei dovuto guardare il conto corrente prima di andare a dormire. Beninteso, ci sono esattamente i soldi che dovrebbero esserci e sono ancora somme a quattro cifre; ma dovrei conoscermi, ormai, abbastanza da sapere che non dovrei servire le angosce notturne su un piatto d’argento, così.
A dispetto dei pensieri funesti, comunque, ho fatto dei bei sogni… ho sognato che Naomi era tutta bella pulita e cavalcavamo nella neve. Ho sognato anche qualcosa di epico a proposito di umani dai superpoteri che venivano reclutati nella Gilda degli Assassini e altri umani vincolati ai primi da un legame spirituale. Non mi ricordo bene che parte io avessi in tutto questo, ma la trama era avvincente.
Ho anche pensato che potesse essere colpa del braccialetto di ambra… l’altro giorno sono andata a casa da mia madre a prendere tutte le mie pietre (e mi sono accorta di avere un’acquamarina che non ricordo assolutamente quando o dove l’abbia comprata), ieri m’è capitato per le mani e l’ho rimesso al polso. Ma se questi sono i risultati, mi sa tanto che può tornare insieme alle sue sorelline e i suoi fratellini sulla mensola. Oggi proviamo con l’ametista.

E così oggi Yuri ed io compiamo 7 anni insieme 😀
Non abbiamo la più pallida idea di come festeggiare… di mio confesso che la cosa mi sia passata di mente svariate volte nell’ultima settimana – anzi, se non fosse stato per le notifiche di Couple è addirittura possibile che me ne sarei ricordata stamattina leggendolo su Facebook.
Ieri notte, a letto, ha detto una cosa molto carina… io mi stavo lagnando del fatto che mi sento come se mi fossi ammosciata e non avessi più nulla (da farmi venire in mente – NdA), e Yuri mi ha risposto “non è vero, è perché invece abbiamo tutto“. E ha dannatamente ragione. Una volta uscivamo tra di noi per riuscire a stare insieme tra di noi, adesso viviamo insieme e quando usciamo è per stare con altre persone. Ogni singolo giorno potrebbe essere il nostro anniversario se fosse una questione di atmosfera e di cose carine.
D’altro canto abbiamo ancora un sacco di progetti per la casa, ma non ce n’è uno che si possa risolvere nell’arco di un giorno, tanto da poter dire ok, questa cosa la facciamo per l’anniversario.
Si potrebbe anche non fare proprio niente, naturalmente. 7 è un bel numero ma non dice gran che… l’anno prossimo, teoricamente, potremmo festeggiare per aver superato la fantomatica “crisi del settimo anno”. Fra tre anni potremmo festeggiare la doppia cifra.
Oppure potremmo considerare la casa nuova come la celebrazione MAXIMA. Valuto tutte le opzioni… è un buon passatempo, tra gli altri che mi sono trovata ultimamente…


Uggiosità 2.0

Questo mese le Amiche di Mestre si sono presentate addirittura con un giorno di anticipo sulla normale tabella di marcia… e improvvisamente tutto va di nuovo bene nel mondo, anche senza il caffè. E’ fantastico. Ero psicologicamente preparata ad un pomeriggio di sbattimento perché Yuri aveva rientro fino alle 5, l’ecosportello – per consegnare il modulo per l’attivazione e ritirare chiavetta+bidoncino+sacchetti chiudeva alle 6, c’erano da sistemare i cavalli e in tutto questo noi siamo rimasti di nuovo con una macchina sola perché ieri pomeriggio la 106 ci ha fatto uno scherzetto con la batteria. Ma ce l’abbiamo fatta, anche sotto il diluvio, e non è stato poi così male.

E’ una giornata così uggiosa che sembra di essere tornati a novembre, ma è la prima giornata uggiosa che mi godo a casa mia come piace a me. Sto lavorando al background del mio personaggio per D&D, una chierica di Olladra, halfling della Casa Jorasco, e avrà il Marchio di Guarigione. Quello che mi fa veramente piacere – oltre alla questione del gdr in sé, che era una cosa che avevamo accantonato da anni dopo le ultime cronache di Vampiri – è poter fare qualcosa di “nuovo”, con un po’ di compagnia “nuova”.
Al contrario di certa gente, quando ho le mie parentesi di paturnie trovo salutare fermarmi a tirare le somme di quello che sto (o non sto) facendo nella/della mia vita; pensare a che persona sono, e a che persona vorrei essere.  E quando mi guardo intorno e vedo che tutto sommato sono sana, felice, sto facendo quello che mi piace e la gente mi cerca anziché evitarmi, mi sento abbastanza bene. In pace con me stessa quanto basta. E anche le giornate uggiose passano.

Ho ripreso a guardare The Vampire Diaries… da quando è cominciata la quarta stagione mi procuro le puntate ogni settimana ma non le avevo mai guardate. Aspettavo di averne un po’ da parte in modo da potermi fare una bella full-immersion, e oggi è un buon momento. Vedere Bonnie all’opera mi ha fatto venire nostalgia del mio altare, dei miei libri, le mie pietre, tutte le cosine che sono ancora a casa dalla mamma. Necessito disperatamente di una libreria.
La cosa bella è stata che nel momento in cui ci ho pensato, nel momento in cui ho sentito la mancanza di quel brivido speciale, è stato proprio quello che ho sentito. E ho guardato nella tazza del tè, ho visto e ho sentito, anche senza tutte le mie adorate cianfrusaglie, anche se i miei libri stanno prendendo la polvere, anche se saranno almeno due settimane che non medito come si deve perché sono stata presa da mille altri pensieri e perché adesso la sera quando vado a letto ci sono cose più carine da fare.  Anche questo mi fa stare decisamente bene 😀


Annaffiare con abbondante idromele

Bene, dal 28 di febbraio sono ufficialmente residente per conto mio, venerdì mattina sono stata alla Proprietà Edilizia a firmare il contratto. E siamo riusciti anche a traslocare la Tama nonostante qualche immancabile grana con il filtro (che, ad un bel momento, ha pensato bene di rompersi spandendo in lungo e in largo) 😀

Adesso ci avanza un acquario, quello in cui stava Tama prima. Con che cosa lo riempiranno i nostri eroi?

Restando in tema di eroi, fervono i preparativi per la famosa campagna D&D. Dopo il successone dell’incontro preliminare, con Yuri e Sara praticamente non si parla d’altro… ma mentre Yuri ha già preparato qualcosa come DUE PAGINE dattiloscritte di background per il suo mezzelfo ranger, io navigo ancora in mari più o meno alti. Domani siamo liberi, liberi come non ci capitava di essere da settimane perché tra ikea-tours prima, e “scampagnate” tra amici poi, non mi ricordo quand’è stata l’ultima volta che abbiamo fatto una domenica mattina senza sveglia. Per cui, tra i vari mestieri che ho in programma, cercherò di ritagliarmi un po’ di tempo per leggermi il manuale di Eberron.

Anche perché probabilmente domani la mia schiena e le mie braccia grideranno pietà… in realtà oggi il fieno è stato uno sforzo relativo; quello che non avevamo messo in conto è stato liberare dalla neve e dal ghiaccio il cancello della recinzione della casa di Bruno per far passare il trattore. La cosa positiva è stata che ho sudato fuori anche un po’ di cattiveria… cioè, sono arrivata al punto che come mi giro sento stronzate. Credevo fossimo arrivate a raschiare il fondo del barile, ma – come giustamente dice Nicoletta – dopo il fondo si può sempre scavare.
Sbaglio io a prendermela, ne sono consapevole. Perché io tutto sommato stasera vado a letto contenta, con qualcuno al mio fianco, dopo una piacevole serata in compagnia e a conclusione di un paio di giorni molto soddisfacenti. E il fatto che comunque io venga a sapere suddette stronzate (perché ormai la questione sta sconfinando anche al di là del circolo delle persone direttamente interessate, da più parti, e queste terze persone coinvolte non sono tutti perfetti idioti) è sintomo del fatto che sono state riconosciute e riferite per quello che sono: ribadisco, stronzate.
Tipo che mesi fa lo avevo anche scritto… fermati, prima che la cosa diventi imbarazzante. Et voilà. Adesso, sfondato il barile, ci sono rimasti solo i vermi.

Io non ci perdo il sonno, checché ne sia stato detto. E’ già abbastanza ridicolo che qualcuno voglia rivalersi su di me con qualcosa che non mi serve – anzi, che pure mi intriga perché devo preoccuparmi di manutenzione e pulizia – ma che addirittura io debba per l’ennesima volta venire a saperlo da terze parti, ormai è veramente da barzelletta. Facciamo che questo barile lo chiudiamo, lo inchiodiamo, e lo facciamo anche rotolare giù per una scarpata…


Connessa!

Eeeee… siamo online, con addirittura un giorno di anticipo sulla tabella di marcia. I tecnici telecom sono passati ieri per quello che doveva essere solo un sopralluogo, in attesa di tornare oggi e sistemare ufficialmente la linea; poi hanno visto che aveva già pensato a tutto Yuri, mancava solo l’attivazione, e nel giro di mezz’ora hanno provveduto.
Così stamattina ho potuto guardare i risultati elettorali sul sito del Corriere della Sera. E non ho parole. Il Senato senza la maggioranza perché qualcuno non ne ha avuto abbastanza di processi, falsi in bilancio, mafie, piduismi e – last but not least – bungabunga. Maddai…

Stamattina ho messo in ordine due cosine (ma tutt’ora non ho bene le idee chiare su dove metterò i compari che passano oggi pomeriggio per un incontro preliminare per quella famosa campagna D&D che s’ha da fare), e per il resto non voglio sentire altro. Dai cavalli oggi ci va Laura e io non voglio saperne di uscire se non per portare fuori il cane. Non mi ricordo neanche più quand’è stata l’ultima volta che Yuri è tornato a casa per pranzo e poi ci siamo messi davanti alla tv con la consapevolezza di avere tutto un pomeriggio casalingo davanti. E’ favoloso. Non che voglia dire che non ci sia niente da fare… devo trovare il modo di lavare il futuro acquario di Tama, devo fare una lavatrice di ubersporcherie come il tappetino del bagno, quello della cucina e lo straccio-tuttofare del cane. Ma è bello pensare che lo farò quando avrò voglia di farlo.


Hanno previsto neve, ma per ora tutto tace

A questo salotto – oltre alla tv – manca una bella lampada. Ci vorrebbe una piantana che facesse una luce un po’ più soffusa e calda, qui, vicino all’angolo. La tazza di tisana, volendo, posso sempre appoggiarla sul davanzale della finestra.

Le mie voglie di evasione non mi abbandonano. Un amico di Yuri è tornato a ventilare l’idea di organizzare un gruppo di gdr tradizionale per D&D (Eberron), e stavolta l’idea mi stuzzica – perché normalmente il sistema d20 non mi fa impazzire, se devo essere sincera. Mi sentirò anche molto meno barbona al pensiero che potremo addirittura invitare tutti a giocare QUI, a casa nostra, ogni tanto… incredibile ma vero. Come dicevo alle comari del TeaTime l’altra mattina, avere un divano-letto mi dà un certo nonsoqual senso di onnipotenza; la realtà è che per una vita sono stata ospite a casa di persone che potevano bene o male permettersi di darmi un posto decente dove dormire, e adesso il karma mi sta imponendo di ricambiare il favore.

Nel giro di un paio di settimane dovremmo riuscire anche a tornare operativi per quanto riguarda la connessione internet, Yuri dev’essere riuscito in un colpaccio dei suoi e dovrebbero darci in prova per un mesetto anche la fibra ottica, poi valuteremo. Comunque non sono solo questioni di allacciamento: ci sono ancora da sistemare le scrivanie, tirare dei cavi per la corrente, creare un po’ di prese perché già solo a me ne servono 3 (pc, schermo e casse). Hai voglia. A quel punto, comunque, farò del mio meglio per rimettermi in pari con tutte le modernwitchleaguate che ho accantonato – ma questo già l’avevo detto.

E’ da qualcosa come TRE GIORNI che mi porto avanti questo post scrivendo 2-3 righe al colpo, quando mi sento ispirata. Oggi, oltre che ispirata, mi sento anche tremendamente paranoica… forse le minchiate di Mistero mi stanno saturando il cervello. L’altra notte, a letto, ponderavo le teorie di Sitchin sugli Anunnaki e all’improvviso mi sembrava estremamente affascinante il pensiero di essere stata creata dagli alieni per essere schiavizzata nelle miniere d’oro. Molto trama da filmone hollywoodiano. Ieri sera invece guardavamo il servizio sul caso Jucker e mi sono detta che, se un uomo con un coltello da sushi può fare suddetto scempio di una donna, non oso immaginare cosa succederebbe se ci si mettesse Yuri con la spada a due mani. Oh beh, forse la due mani è poco maneggevole da brandire in casa (è un malus che si applica persino nel gioco di ruolo, no?), magari la normanna. O la striscia. Mi riduce ad un colabrodo e il mio ultimo pensiero delirante potrebbe essere “mi sono fatta ammazzare da D’Artagnan”.
Sciocchezze a parte, il picco di assurdità l’ho toccato poco fa quando dalla finestra ho visto un pandino bianco del comune che faceva manovra per parcheggiare qui nel piazzale, ed ero già in agitazione cercando di farmi venire in mente una qualsiasi cosa per cui avrebbero dovuto mandare un messo comunale a cazziarmi. Dai, è da malati, da idioti. O ancora ieri sera, che siamo usciti a portar fuori il cane e ci siamo accorti che c’era un biglietto attaccato al portone d’ingresso, perché il proprietario dell’Alfa rossa se l’è ritrovata ammaccata e vorrebbe sapere chi è stato; naturalmente non siamo stati noi, e siamo anche lontani dai sospetti perché noi abbiamo il garage e parcheggiamo sempre sotto… però io non sono riuscita a non preoccuparmi che qualcuno potesse mettersi ad insinuare che, sai, essendo quelli nuovi…
Poi guardo fuori e vedo ragazzini con lo scooter che vanno, vengono, strombazzano, molti frequentano la scuola dove lavora Yuri, per cui lui li conosce pure. Vedo adorabili vecchini che sembrano Live Action di Mister Magoo. Il ragazzo della suMaru blu che quando arriva non si capisce se faccia più rumore la sua macchina, sua moglie isterica o suo figlio che strilla come un maialino scorticato. Il signore che ha il primo garage a destra del portoncino ha sempre il bagagliaio della station wagon pieno di arnesi da apicoltore. Al piano di sopra, qualcuno ogni tanto – di solito la sera – suona il pianoforte e mi manda in visibilio. Io tutt’al più sono quella con il cane, o con il pappagallino strillone… machimmisifilamme?!
Da un punto di vista prettamente antropologico, vivere in condominio ha anche dei risvolti interessanti.
Credo di aver superato la fase del “chi me l’ha fatto fare?”, o forse non ci sono ancora arrivata. Adesso che ho le tende anche in cucina e in salotto, posso dire di essere pienamente soddisfatta di come abbiamo arredato. Non sarà il rustico della nostra vita, ma bisogna anche imparare a vivere un po’ con i piedi per terra. Con oggi, è una settimana che abbiamo cominciato ufficialmente la convivenza… ma forse in realtà ci eravamo già abituati, e ogni cosa vien da sé, senza che io ci faccia particolarmente caso. Salvo forse i momenti di piena presa di coscienza 😛


Casa!

Credo di poter affermare che questo sia stato, a modo suo, il miglior San Valentino di sempre. Alla fine ce l’abbiamo fatta, ci siamo trasferiti a casetta in pianta stabile, e il signor Giscard ha davvero cucinato per me una cena luculliana con gamberetti in salsa cocktail, capesante mantecate e astice con salsa di panna acida; fosse stata anche pasta con il ragù, ad ogni modo, quello che è stato veramente impagabile è stata la sensazione di CASA.

Il mio oroscopo di ieri diceva che sto anelando a qualche avventura “esotica”, in realtà quello che ho sono delle strane smanie fantasy. Credevo fosse solo perché mercoledì mattina ero a casa con mia madre e ad un certo punto mi sono persa via leggendo le vecchie strisce di Drizzit. Ecco, Drizzt è un personaggio talmente figo che ti prende persino quand’è parodiato a fumetti; sono nostalgica, mi mancano terribilmente gli intrighi di Terre d’Ange, ma anche i Re degli Elfi di Arda (quand’erano anche loro fighi come nel Silmarillion), gli eroici patetismi di Tanis Mezzelfo o di Richard Cypher, perfino quella povera zoccolaccia di Catti-Brie.
L’oroscopo di oggi dice che ho la testa fra le nuvole.

Stamattina, la careyata ignobile è arrivata alla fine del sesto capitolo. Se avessi ancora sedici anni, a quest’ora sarebbe arrivata al sesto libro, altroché… quant’è brutto diventare grandi. Comunque la rileggo praticamente tutta ogni volta che la riprendo in mano, e anche poco fa stavo ritoccando avverbi; questo mi fa puntualmente desistere dall’intento di pubblicarla online da qualche parte – non sono mai definitiva in niente, accidenti a me. E sono pignola.
In più, sono giunta alla conclusione che senza caffè non riesco a raggiungere quel picco di godimento a cui ormai mi ero abituata quando pensavo a come mi sarei sentita in momenti come questo, sono incontentabile. Sailor Paturn, come dice Yuri.

Comunque sia, è venerdì e quello che sarebbe veramente figo, al di là degli Elfi, sarebbe che il ristorante cinese facesse le consegne a domicilio per allietare la mia serata da single con degli involtini primavera. Purtroppo – nonostante continuino ad aprire bazar e saloni da parrucchiera ad ogni angolo della città – non si sono ancora attrezzati in questo senso, e quindi ciccia. Stupido oroscopo e stupide voglie “esotiche”.


Un titolo che non mi viene

Stasera mi prende bene. Vediamo cosa succede se mi preparo il post offline con Office e poi mi connetto un momento tramite cellulare per pubblicarlo.

Siamo a casetta. E oggi sembra DAVVERO una casetta, è bastata una sortita al supermercato per mettere insieme uno “starter kit” di pentole/padelle ed utensili da cucina, così invece della solita pizza (rigorosamente bianca con ricotta e spinaci, tutta colpa di Nja!) siamo arrivati addirittura alla pasta con il sugo. E Giulie Bradshaw siede al tavolo della cucina, con la lavastoviglie in funzione, l’orologio del forno che fa quasi le dieci di sera e il cane nero che probabilmente si sta ancora domandando per quale ragione le abbiamo portato via il suo osso da rosicchiare. Non c’è Pollo – è rimasto a casa con mia madre, dopo l’esperienza della settimana scorsa ho deciso che di bestie spaesate ne sopporto meglio solo una per volta – ma in compenso c’è Mastro Giscard, che questa sera ha disertato scherma per motivi di salute. Ognuno ha i suoi crampi, oggi.

In questa momentanea situazione ottimale per le riflessioni esistenziali, mi si è completamente svuotata la testa. Ho già trovato da ridire con mia madre perché mi aspettava domani per mezzogiorno a casa, ma non vuole il cane perché perde il pelo e ha avuto quel suo modo estremamente irritante di farmelo sapere. Allora ognuno a casa sua! Che razza di idee… come se non avessimo mai avuto cani per casa, o come se Oreste non perdesse il pelo, o come se lei non facesse mai niente che io, potendo, eviterei molto volentieri. Non ci sono proprio storie, presto o tardi arriva il momento in cui qualsiasi casa è troppo piccola per tutte e due.
Comincia la stagione delle mie rivincite, Mondo.

Nonostante tutto, gli ormoni non sono dalla mia parte già da un paio di giorni ormai, ed è difficile scrollarsi di dosso la sensazione che ci sia comunque qualcosa per cui essere di cattivo umore. SI chiamano paturnie. Yuri s’è affiliato alla linea di pensiero di Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere (un libro che ho trovato così IDIOTA da non essermi stupita del fatto che sia diventato un bestseller) per cui per il maschio umano evidentemente è sufficiente ritirarsi nelle profondità di una qualche caverna interiore – ma anche non tanto! – per smaltire ululando in solitudine il picco del suo ciclo ormonale che, secondo i libri dell’università di Sara, è di sole SEDICI ORE. Io non credo di aver ancora trovato un sistema che mi sia congeniale, a parte ricercare un sollievo temporaneo nella caffeina… in quest’anno di Grandi Rivoluzioni, sarebbe anche il caso di rimediarne uno migliore. Me la segno.

Ah, però ho stata brava: è dall’inizio dell’anno che ho cominciato il moleskine nuovo, ed è da allora che annoto regolarmente qualcosina ogni giorno. A volte sono giusto un paio di righe, a volte sono anche un paio di pagine, e nella maggior parte dei casi in realtà non serve a un tubo perché poi la stragrande parte degli spunti che prendo per il blog perdono quasi immediatamente di significato… però è un esercizio di costanza. Ad esempio, martedì m’ero ripromessa di spendere due parole su un nuovo collab channel a tema pagano che hanno aperto su YouTube, si chiama “Witches on Tube”… adesso non mi ricordo nemmeno più perché al tempo mi sembrava che potesse valerne la pena. Peraltro contavo di riuscire a guardare qualcosa, di tutto il materiale pubblicato, e invece mi sono fermata ad un video di presentazione di due ragazzi che, sinceramente, hanno fatto mettere le mani nei capelli a me e a tutte le altre persone a cui ho chiesto un parere al riguardo. Babba bia. E’ un genere di visibilità di cui la minoranza neopagana NON avrebbe bisogno.

Mi sono segnata che sento la nostalgia dei libri della Carey. Ho preso nota del fatto che Breaking Dawn pt. 2 (il film) non era poi così male – tutta la saga cinematografica non sarebbe “poi così male” se 1) invece di chiamarli VAMPIRI avessero dato loro un nome diverso, che giustificasse pacchianerie come la pelle scintillante al sole, l’assenza di canini ed il patetismo nelle relazioni interpersonali; 2) se Kristen Stewart cambiasse espressione ogni tanto e 3) se Taylor Lautner non fosse palesemente un’esposizione gratuita di muscoli toracici. E naturalmente ho annotato sogni vari ed eventuali.
Adesso più di quattro parole non riesco a mettere in fila. Gnnnnngngngngngnnnnn…


In (dito) medio stat virtus

Guardare Sex and the City mi ispira sempre tanti buoni propositi vagamente rivoluzionari per il blog.
Dopo essermi ingrassata di n chili per essere stata menzionata nella recensione de La Chimera di Praga su HeyKiddo! mi sono resa conto che negli ultimi n giorni ho veramente parlato solo dei progressi del nostro trasloco… che mentre da un punto di vista umano potrebbe anche essere comprensibile, da un altro facciamo anche basta. Essù.
Certo, venerdì sera Yuri e i suoceri mi hanno sgomberato il soggiorno dai cadaveri dei cartoni, io mi sono goduta una splendida serata da single intanto che lui era in palestra…

Era una vita che desideravo farlo!

…sabato abbiamo avuto uno spazio decoroso per festeggiare Imbolc, far correre in giro i neogerbilli di Laura ed inaugurare ufficialmente la cucina con una cena a base di couscous…

Momenti topici

…e domenica mattina sono finalmente riuscita a coronare il mio sogno di uscire (di malavoglia) dal mio fichizzimo letto a baldacchino per andare a bere il tè seduta alla finestra.

GodimenTE’

Però – si diceva – anche basta.
Mi rendo conto che Carrie Bradshaw è un personaggio fittizio e che nessuno ha veramente mai letto la sua rubrica per poter stabilire se di fatto tutti i suoi spunti quotidiani si sviluppino in articoli realmente interessanti… comunque neanche a me mancano idee per far polemica.
Stamattina, ad esempio, ho fatto un po’ di pulizia contatti da facebook eliminando un paio di persone che ultimamente mi hanno ammorbato con la questione “vegetariani contro carnivori”. Che poi i gatti sono carnivori, l’uomo è onnivoro, perdio. Poi si offendono quando qualcuno si convince del fatto che mangino solo insalata.
Io NON sopporto quelle persone che fanno del vegan il loro username e mettono foto di mattatoi… liberissime di farlo, ci mancherebbe, ma la mia pagina facebook è come casa mia, e non faccio entrare chiunque semplicemente me lo chieda. Stessa cosa dicasi in ogni caso dei vari “Tizio Cartomante”, “Caio Juventino”, “Sempronio Idraulico Tuttofare”… fatevi una pagina per chi ha bisogno di voi e condivide i vostri interessi, non ammorbate me. Se e quando ne avrò bisogno, verrò a cercarvi io.
La politica delle foto del mattatoio urta i miei nervi, non la mia sensibilità o la mia coscienza; conosco la legislazione italiana in merito all’allevamento, al trasporto e all’abbattimento del bestiame, che sancisce il rispetto e la tutela per/degli animali da macello, per cui è evidente che tutto quello che non è rispetto e tutela, è fuorilegge, come lo sono gli omicidi, i furti, il falso in bilancio e lo sfruttamento minorile; vado per  28, ormai, mi hanno già spiegato quali e cosa sono le Cose Brutte. Perciò battetevi contro chi commette reato… mangiare carne non lo è. Deforestare è uno scempio, abbattere un albero no. L’allevamento è osceno solo quando è intensivo, e se per sopperire all’ingente domanda di soia mi fanno un campo dove prima c’era un bosco, tanto mi fa. In medio stat virtus, perdio-bis.
Lo confesso, ci sono rimasta di merda quando ho letto un annuncio che metteva in adozione maialini vietnamiti solo a vegetariani. Come se tutti gli altri fossero mostri assassini pronti a divorare qualsiasi essere vivente a portata di mano, come se un domani mi potesse mai venire in mente di mangiarmi la Naomi perché non può più portarmi a spasso. Ma che criterio è? A questo punto non affidarmi neanche un bambino, sai mai che metta in pentola pure quello… sai com’è, sono una strega.
Seriamente, sono rimasta basita.


Battesimi Vari

Sto guardando Telefonata da uno Sconosciuto, forse uno dei thriller peggiori che abbia mai visto; sono già a più di metà e ancora non è successo assolutamente NULLA, se non che il telefono squilla in continuazione e che l’orchestra che ha suonato la colonna sonora probabilmente è composta da carpentieri a cui hanno dato in mano dei violini e delle raspe.
Ma va bene così, l’idea era quella di avere un sottofondo di compagnia su cui molto probabilmente avrei finito con l’addormentarmi. Non so, non ho fatto assolutamente nulla eppure sono stanca morta.

Ieri sera eravamo a zonzo per festeggiare il compleanno di Yuri, ed è stato uno spasso… ha dovuto sopportare un rito di battesimo nel nome della Dea Limona, officiato nientepopòdimenoché dal VARETTO (una creatura mitologica scaturita da un calzino, da una manica di un maglione e un paio di bottoni)… fino a che lui non ha cominciato ad avere pressione alta e mal di testa, e non potevo neanche riaccompagnarlo a casa perché eravamo lì con la macchina di Nicoletta. Praticamente abbiamo lasciato le comari in discoteca ad ascoltare un tizio che faceva cover di Max Pezzali, e noi abbiamo aspettato in un pub lì vicino dove si stava decisamente più tranquilli. Mi è dispiaciuto perché poteva essere divertente nell’essere assolutamente obbrobriosoma – da emicranica a emicranico – quando hai mal di testa non c’è niente di peggio del rumore, delle luci strobo e dei tuoi amici che ti strattonano per portarti a ballare.
Però poi siamo andati a casa. Avevo il terrore che la prima notte sul materasso nuovo potesse rivelarsi un inferno con uno che partiva già in certe condizioni, invece… oh, invece 😛 Siamo rimasti sotto le coperte fino alle 11 e ci siamo svegliati tutti e due riposati e di buon umore; Yuri ha persino cercato di farsi il caffè.
Mio padre ci ha regalato un aspirapolvere, la suocera ha fatto tre sporte di “beni di prima necessità (domestica)”: fazzoletti, carta igienica, scottex, due tovaglie, tovaglioli, un secchio per il mocio, presine, spugnette, detersivo per sanitari, detersivo per i piatti, sale, caffè, riso, tazzine… cose così. Poi – come si diceva in principio – con i lavori non abbiamo proseguito gran che: abbiamo sistemato gli ultimi pannelli di rivestimento della lavastoviglie e Yuri ha fatto i collegamenti con le prese di corrente. Adesso, sopra il piano di lavoro, invece di una sola presa abbiamo una bella ciabatta da 4.
E’ stato un battesimo anche per Guinness… era ora di portarla dentro, che cominciasse a farsi un’idea, ed è stata molto brava. All’inizio ovviamente era spaesata, non capiva perché fossimo lì e non trovava un posto suo dove stare; poi ha trovato i pezzi di travetto di legno che ci sono avanzati dal baldacchino, e ha cominciato a giocarci. Naturalmente ha cercato di brontolare quando ha sentito le persone andare e venire sul pianerottolo, ma siamo riusciti a farla desistere immediatamente – speriamo che le sia rimasta qualche reminiscenza di quando stavamo in condominio a Ferrara e si metta in testa che non ci siamo solo noi in tutto il complesso.

Wuf?