"Thro' evening shades I haste away / to close the labours of my day."

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Confluenze

Ho fatto l’abbonamento al programma Kindle Unlimited di Amazon. Ero partita con l’idea di comprare “Verso le Luci del Nord” che era potentemente scontato in occasione del compleanno di Alessia, e ho finito con l’iscrivermi ed andare in completa smania da devo-leggere-il-mondo-intero. Ho messo mano al Kindle ed ho trovato Spirit Horses, mi ha ispirato (non avete idea di quanti quarter Yuri abbia già scartato andando alla ricerca di un nuovo cavallo…) ed ho cominciato quello. Il classico Libro da Tempi Morti.

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Gli ingredienti per farne un film ci sono tutti… forse ce ne sono anche troppi. Lui, Shane Carson, è un horseman di grande talento e grandissimo successo; lei è una giumenta mustang di una linea di sangue sacra agli indiani Shoshone, catturata di frodo dalla loro riserva e salvata dal macello per mano di un’anima pia. Lui ha promesso di restituirla alla sua terra e alla sua mandria, la riserva è minacciata dall’Uomo Bianco Ricco e Cattivo che ha fiutato il petrolio, il vecchio capo indiano sogna di uno spirito leggendario metà uomo e metà cavallo che salverà la sua gente e ha una nipote bellissima con i tratti nativi e gli occhi blu. Dai, la sceneggiatura si scrive da sola!

Nonostante la trama si svolga in maniera così scontata che Yuri poteva togliermi le parole di bocca mentre gliela raccontavo, in due giorni ne ho letto più di metà ed il fatto che sia sabato mattina e io stia qui a pensarci su mentre faccio mestieri, qualcosa vorrà pur dire. Indubbiamente sono intrisa di sensi di colpa e mal de stare per non aver più montato dalla morte di Isabeau. Ho ricominciato a chiedere a Yuri quando ha intenzione di telefonare al veterinario per farsi consigliare, ma la risposta è sempre “presto”, che nel caso di Yuri significa semplicemente “quando mi cadrà il cavallo giusto dal cielo”. Un po’ come quando si parla di cambiare casa e di metter su famiglia.
Altro non riesco a definire. Magari è solo la classica voglia di rifugiarsi nei racconti… ma non è simpatico che io stia lavorando con il Cavallo ed il primo libro sul menù del Kindle fosse proprio questo?

Isabeau mi manca un sacco, anche se continuo a sentirla spesso. Un giorno ho realizzato che la canzone Shake It Out, dei Florence And The Machine (che, ironia della sorte, è nella mia playlist UPLIFTING su Spotify) ha una strofa che dice “Tonight I’m gonna bury that horse in the ground” e =bang!= per un pezzo non sono più riuscita ad ascoltarla, pure se il cavallo in questione era puramente metaforico.
Anche questo mi ha fatto riflettere sull’impermanenza… però mi ha fatto capire che alla fine una delle cose che più temevo è effettivamente accaduta e io sono ancora qui, nel pieno delle mie facoltà fisiche e mentali, a raccontarla. Sono mesi che non mi sveglio più nel cuore della notte in preda all’ansia del “oddio cosa faccio se…”. Credo che il bello sia proprio questo: sono sopravvissuta a tante cose che in principio mi gettavano nel panico (andare a studiare lontano, perdere un lavoro, perdere delle bestiole…) e quindi adesso, quando rischio di sprofondare nella Fossa delle Angosce, ho sviluppato una vocina che mi dice vabbe’, dai, in qualche maniera ce l’hai sempre fatta.

Anche Spirit Horses fondamentalmente è la storia di un uomo che supera una tragedia immane e scopre che ci sono tante cose per cui vale la pena vivere, lo scopre in una riserva indiana dalla natura incontaminata e dal paesaggio mozzafiato. Stesso tema che ricorre nel mito di Atalanta in Artemide, lo spirito indomito dentro la donna: dopo la morte di Meleagro, Atalanta si rifugia nelle foreste, in pratica perché quando esci di casa e ti accorgi di quanto sia grande il Mondo là fuori, i tuoi drammi rimpiccioliscono.
Sia Shane sia Atalanta possono contare su quello che sono e, soprattutto, quello che sanno (fare); è questo che li aiuta a superare la crisi e a rifarsi una vita, è una delle cose permanenti di cui si diceva la scorsa settimana.

Quando ci sono tutte queste confluenze, io comincio a cercare il messaggio nascosto.
Stasera tavoliamo, vediamo se e di quanto dovrò aggiustare il tiro.


Il pollice peloso

Ho finito di leggere Big Magic, e devo trovare il modo di procurarmene una versione cartacea in cui poter tornare a rifugiarmi nel momento del bisogno, perché penso che non potrò più fare a meno di questo libro ed il formato kindle non mi basta – per quanto io sia grata della sua esistenza, giacché in principio non ero molto motivata a comprarlo a prezzo pieno in edizione cartacea.
Non ritengo che sia un capolavoro nel senso assoluto del termine (che poi… ne esiste veramente uno, di senso?), ma MI PARLA, è questo è molto importante per me. Sta succedendo esattamente quello che Elizabeth Gilbert aveva pronosticato che sarebbe successo: se potessi mai un giorno incontrarla di persona, sarei una di quelli che l’avvicinerebbero per dirle “penso proprio che abbia scritto questo libro per me“.
Credo che mi abbia dato il meglio di sé con la riflessione del Martire vs. Trickster; ti fa capire che “vivere una vita creativa” non significa solo e semplicemente trovare nella propria quotidianità uno spazio e delle energie da dedicare a qualcosa che ci portiamo dentro e che invece dovremmo lasciar affiorare, ma anche di costruirci attorno tutto uno stile di vita compatibile. Molto in sintesi, è inutile illudersi di “essere creativi” in virtù del fatto che, magari, ogni mese sforniamo un racconto o un fumetto, quando poi magari per tutto il resto della nostra esistenza siamo succubi di una mentalità da martiri che ci ha resi schiavi di una vita che ci castra in tutto il resto.
Insomma, il fine ultimo non è il dedicarsi all’attività in sé, è cambiare in meglio.

Poi ad un certo punto, verso la fine, la Gilbert porta come esempio una sua conoscente che insegnate tecniche ambientali, o qualcosa del genere, e a tutti i suoi nuovi studenti domanda “Quanti di voi amano la Natura? E quanti di voi pensano che la Natura ricambi questo amore?”. Di solito, dice lei, alla prima domanda si alzano un sacco di mani, alla seconda non se ne alza nessuna.
Io ci pensavo ieri… Angela e Ray hanno fatto un’improvvisata al Beltane di Masserano e ci avevano chiesto di andare con loro, ma per noi è veramente troppo lontano perché ne valga anche lontanamente la pena. Tuttavia devo confessare che un pochino mi è dispiaciuto dover declinare l’invito, è tanto che non ci vediamo e ci saremmo divertiti.
Ad ogni modo, ieri pomeriggio era una splendida giornata e ne abbiamo approfittato per fare ancora qualche lavoro di manutenzione dai cavalli. Tra ieri ed oggi sembra che sia sbocciata l’estate tutta in un colpo, siamo passati dal giubbetto di pelle alle magliettine traforate.

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Io credo che un pochino, in fondo, la Natura mi ami, sì. Se voleva tirarmi su il morale con qualcosa di speciale c’è riuscita perfettamente.

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Stavamo portando nuovi pali verso la parte più a monte dei recinti, quando il cane ha stanato mamma fagiano con tutti i suoi pulcini. Recuperati, asciugati dalla bava del cane e controllato che non ci fosse niente di rotto, abbiamo fatto una fotina di gruppo prima di rimetterli tra le more e lasciare che la mamma se li radunasse.

Papà fagiano invece razzolava come al solito insieme alle cavalle. A lui non frega niente, è proprio un pollastro, si ruba il mais di Isabeau.

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Tirando le somme della settimana… venerdì mattina è nata la pupa di Nicoletta e Vito ed è andato tutto bene, se non ho capito male domani le rimandano a casa ma io temo che dovrò rimandare la visita pastorale perché sono piena di raffreddore. Groan. Stasera mi sento uno straccio, complice sicuramente la mattina passata in fiera per il Reptiles Day. Sono cotta. Ho debellato un mal di gola incalzante in tempi record, ma in compenso mi sento la testa come un pallone, mi fanno male tutti i muscoli – però quello potrebbe essere dovuto alle fatiche di sabato pomeriggio/sera – e persino mangiare il gelato mi dà fastidio, come un brainfreeze diffuso fin sugli zigomi. Oh, e non dimentichiamo le Amiche di Mestre.

Però la famiglia si è allargata ancora un pochino, sì. Abbiamo portato a casa due nuove/i aracnobimbe/i (non si sa, hanno pochi mesi e non si riescono a sessare).
La prima – anzi, il primo, perché molto probabilmente è un maschietto – è una Poecilotheria Metallica. Una tarantola che gli Schultz nel loro libro definiscono stunningly beautiful, stunningly expensive, ma che noi abbiamo comprato per 35 euro probabilmente perché c’è la possibilità che sia un maschietto, e i maschietti mediamente non li vuole nessuno dal momento che vivono molto meno delle femmine. Lo abbiamo chiamato Puntino, perché quando siamo passati al banco dei ragazzi di Aracnofilia.org, Gaborri ci ha dato un’occhiata e ha detto “è maschio, c’è il puntino!“. Non è che sia sicuro al 100%, ma Puntino era un nome ridicolo abbastanza da fare il paio con Peletti.

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Puntino ovviamente è quello sopra, la foto sotto è di un adulto random, preso dal web. Qui non si vede ancora niente di blu, salvo giusto dei riflessi sulle zampe che in foto sono venuti solamente con il macro della reflex. Ma noi crediamo in te, Puntino.

Poi, sempre il buon Gaborri, ad un certo punto ha chiesto a Yuri se se la sentisse di provare con qualcosa di più impegnativo, e gli ha regalato una Stromatopelma Calceatum delle sue. Dev’essere una specie di belva di Satana, altro che la povera Peletti; sembra anche molto molto bellina dalle foto che ho guardato online.

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Lei/lui si chiama Baboon. Dal nome americano, Feather Leg Baboon.
Naturalmente Yuri è stato tutto il giorno in preda a paranoie del tipo “non dovevo accettare, non sono abbastanza esperto, queste sono feroci, ecc. ecc.”.
Io dico che se non l’avesse ritenuto all’altezza, non gliel’avrebbe regalata. E poi è sempre stato disponibilissimo, se avremo bisogno di aiuto ci faremo sentire. Tanto, a quanto pare, anche quest’anno si replica ai primi di settembre ❤

Oh io mi aspetto gli Animal Spirit in consegna questa settimana, il track me li dà a Milano ormai!


Random

Lunedì pomeriggio mi sono appostata sul sito dei The Wild Unknown per accaparrarmi un mazzo del nuovo Animal Spirit. Adesso non resta  che mettersi l’anima in pace per 3-4 settimane mentre la spedizione attraversa l’oceano e, soprattutto, un tot di insidiose dogane. Una volta pensavo che quando avessi trovato il “mazzo del mio cuore” avrei smesso di cercare altri oracoli o tarocchi, invece ora mi rendo conto che sarebbe un po’ come fissarsi su un’unica migliore amica e tagliare i ponti con tutti gli altri. Sto, per così dire, creando i miei rapporti con le mie carte; ci sono particolari momenti o particolari letture che sento di voler fare con un mazzo piuttosto che con un altro, e mi rendo conto che ognuno di loro parla la propria lingua… il Moon Phases Oracle, ad esempio, è molto semplice e diretto, il Rackham è decisamente più criptico e oscuro (e per questo anche molto intrigante…). Insomma, è già da diversi mesi che ho intrapreso questo tipo di percorso come non avevo mai fatto finora e ne sono sempre più affascinata. Ogni tanto mi torna in mente una cosa che ha detto Chiara: che bello essere noi.

Mercoledì abbiamo portato mio fratello e la sua ragazza a fare un giretto a cavallo – noi più o meno a piedi – in realtà tutto perché il vecchio della casa accanto non vuole che gli calpestiamo il nostro prato perché ci deve fare il fieno. Stiamo zitti perché ci ha calato l’affitto da quando siamo rimasti solo noi due, e comunque poi il fieno me lo rende, ma insomma…
Comunque mi ha fatto piacere vedere che alla fine mio fratello abbia vinto la paura del cavallo e si sia portato Isabeau tutto da solo (e con le staffe della mia misura…); m’è parso soddisfatto pure lui, continuava a ripetere c’è feeling, c’è feeling! Mia mamma dice che è il suo ultimo tormentone 😛

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Sono belle giornate. Ogni tanto c’è qualche parentesi burrascosa, proprio nel senso meteorologico del termine, ma per il resto il tempo mette decisamente voglia di aria aperta, verde e grigliate in compagnia. Purtroppo è la stessa solfa tutti gli anni, esplodono le allergie e tra Yuri e Guinness in questa casa c’è pena. Tutti escono e noi ci rinchiudiamo in casa tra antistaminici, cortisone e fazzoletti mocciosi.
Qualcuno di SANO mi adotti fino ad estate inoltrata.


Straordinaria Amministrazione

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Le giornate così mi rimettono in pace con il mondo.
Finalmente un pomeriggio terso… muoviamo un po’ i cavalli finché c’è luce, tornando indietro ci fermiamo in panificio a comprare dei dolcetti (natalizi), andiamo a casa a farci un tè tra femenasse.
Pacchia ❤

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Nuovi Arrivi – Parte III

Ad un certo punto dobbiamo aver detto “basta animali”. Poi però le calopsiti di Raffaella hanno fatto le uova, sono nati tre pulletti, le ferie di Yuri sono alle porte e noi non abbiamo grossi progetti in ballo… mica si poteva dire di no.
L’esperienza di svezzarmi un pappagallino mio la volevo fare, effettivamente. Ero convinta che fosse una cosa difficile, perché ero convinta che si dovesse prendere il piccolo praticamente uscito dall’uovo, e imboccarlo con la siringa ed il tubicino – con i rischio di sbagliare mira e soffocarlo. Invece, come mi ha giustamente fatto notare Raffy, si possono prendere pulli un po’ più grandicelli… gli si dà sempre la pappetta con la siringa senza ago, ma inghiottono da soli, basta riempirgli la bocca.
“Pulcino” è nato l’8 luglio, Raffaella me l’ha portato venerdì, mi ha insegnato come tenerlo e qualcosa mi sono fatta spiegare anche dalla Mery sabato mattina… ma ormai siamo a domenica sera, e dopo 4-5 pasti al giorno credo di aver ingranato.
Mi piace. Evidentemente c’è chi ha il pollice verde, e chi, come me, ce l’ha pelopiumosquamoso.

Ma venerdì è stata una giornata doppiamente proficua dal punto di vista delle buone nuove, perché Raffaella ha preso in fida Caffè, e stamattina già lo montava e lo rimetteva in moto. E’ stato fantastico, sia perché lui s’è comportato davvero molto meglio di quanto non avremmo mai sperato (e c’è il video di Yuri su Facebook a perenne memoria!), sia perché sarà carino avere lei e Simone lì con noi, e senza troppi problemi. Sono convinta che abbia fatto proprio un bel piglio, e sono soddisfatta per averglielo combinato!

Insomma, come fine settimana mi ha abbastanza consumato… ma è l’ultima settimana, poi Yuri ha un bel mese di ferie, e non vedo l’ora. Tira proprio un’aria diversa, qui dentro, quando non lavora!


Meno cinque…

A casa nostra stanno facendo lavori sulle condutture e anche stamattina è passato l’amministratore di condominio ad avvertire di non usare lavandini e gabinetti. Così, tanto perché mia madre è a Berlino una settimana e io comunque non avevo di meglio da fare, sono andata a casa sua a farmi la doccia – con buona pace di Oreste, che se l’è filata con aria profondamente scazzata quando ha visto il cane – e a scroccare il caffè dalla nonna.
Mi sono portata via il pccino per passarmi il tempo, speravo mi venisse l’ispirazione per buttar giù due righe ma ancora niente di niente. Ho cominciato a scrivere questo post che ero seduta in terrazza a godermi un po’ di sole (miracolo!) ma la verità è che mi sento un po’ un’anima in pena e non trovo pace da nessuna parte, nonostante i capelli lavati e stirati. Così a mezzogiorno e mezzo sono tornata a casa, non avevo la più pallida idea se potessi adoperare il lavandino o meno, ma mi stavano girando le balle perché alle tre e mezza dovevo riuscire a passare all’APA a ritirare delle carte della Naomi prima che facessero la muffa lì, e Yuri continuava a farmi questioni insulse perché gli pesa il culo fare qualsiasi cosa. Il fatto che non si riesca MAI ad essere puntuali ogni volta che c’è da darsi appuntamento con qualcuno – perché si addormenta, perché si chiude in bagno, perché ci mette una vita a prepararsi e via discorrendo – mi sta veramente mandando fuori di testa. Oggi gli ho impedito di mettersi i vestiti da casa, ho portato fuori io il cane alle 2 e 30 e siamo riusciti ad arrivare a Camolino con ben DIECI minuti di anticipo… pentitevi, la fine è vicina.

Mancano cinque giorni al Reptiles Day. Quattro giorni se Yuri riesce a mettersi d’accordo con la Barbara dei furetti per andare a prendere Cassiel venerdì pomeriggio. Sarà una settimana snervante. Ho la netta sensazione che il mondo intero sia impegnato in attività interessanti TRANNE ME, e se pure questa settimana salta una sessione di gdr comincio a mordere.
Stanotte ho sognato di essere una di quelle ragazzine-mostro degli horror giapponesi, ammazzavo gente in maniera veramente angosciante. E mi sono svegliata all’una, e poi alle 3:20, e poi alle 4, ci ho messo un’ora e mezza a riprender sonno e alla fine alle 6:30 è suonata la sveglia (che io odio con tutto il fegato perché evidentemente per spegnersi ha bisogno di un allineamento planetario propizio che si verifica minimo ogni 30 secondi. Non si spiega altrimenti perché ca22o lui ci metta così tanto a farla tacere).
Non credo di essere una persona violenta… ma mi ci fanno diventare.
E sabato al matrimonio di Luca e Sabrina abbiamo preso tanto di quel freddo che stasera siamo con il mal di gola incombente tutti e due.
Taci che ormai è finito anche lunedì!


Messaggi

Perché noi non ci si illuda di passare un’intera settimana senza rogne, ecco che stamattina alle 6:40 telefona Cristiana perché i cavalli sono scappati dal recinto. Niente di che, fortunatamente, nel senso che sono usciti a pascolare nel prato del vicino, e non si sarebbero neanche mossi da lì se non fosse stato che questo accidentalmente li ha spaventati quando s’è svegliato e ha aperto gli scuri di casa sua; sono scappati lungo la strada ma poi sono anche tornati indietro per conto loro e li abbiamo ritrovati che brucavano dietro casa di Bruno in attesa che qualcuno aprisse loro il cancello e li riportasse dentro. Mica scemi.
Alle 8 siamo rincasati, tutti bagnati e pieni di fango. Yuri è andato a lavorare e io sono rimasta ancora per un po’ a remenarmi a letto, prima di decidere che c’erano da fare un po’ di mestieri.
Ho fatto un sogno particolare, questa notte, di quelli che restano impressi anche se di fatto non sembrano gran che… c’era Yuri che mi regalava un libro di favole con un sacco di bei disegni. Parlava di un clan di streghe-lupo che dormivano nel folto di una foresta, e si risvegliavano per mangiare soltanto in determinati giorni dell’anno – ma quando questo succedeva, portavano morte e distruzione ovunque andassero. C’erano sempre, però, alcune streghe del clan che erano ancora troppo giovane per mutare in lupo – e cadere in letargo – ma forti abbastanza da tener testa ai loro parenti che si risvegliavano (di solito uno o due alla volta, mai tutti insieme); erano una sorta di custodi, tenevano le belve lontane dai villaggi ed evitavano che facessero stragi. Nella favola, però, ne era rimasta solo una, e quando alla fine riusciva a rimettere in quiescenza la zia/sorella (non mi ricordo bene…) che si era risvegliata, scopriva di essere ormai cresciuta abbastanza da cadere a sua volta vittima della maledizione. La favola finiva con tutte le streghe in letargo e nessun custode rimasto ad impedir loro, al prossimo risveglio, di fare danni, e in grado di rimetterle a dormire. Mi sono rimaste impresse proprio le parole “nessun successore”.
Non so, mi sembra una specie di racconto-parabola come quelli dei Nativi Americani… mi sono svegliata che erano le 3:15 del mattino e mi sono alzata per prendere nota. Cosa di cui in parte mi sono pentita poi alle 6:30 quando è suonata la sveglia. E poi il telefono. Ma va bene così.

Ieri pomeriggio, a casa di Laura, abbiamo tavolato. Abbiamo deciso di approfondire lo shapeshifting e volevamo fare il punto della situazione per quanto riguarda il lavoro con gli animali totem… sono stata contenta di sapere che Vick è soddisfatta di come lavoro e mi ha definito espressamente “a buon punto”, tanto da incoraggiarmi a tentare di mutar forma con un totem che in realtà non è uno dei miei soliti – ma è quello di Nicoletta, tra l’altro, la Lince.
Impegni mondani permettendo, comincerò a lavorarci su.

Nel frattempo, a New Orleans, Raven, Jake, Fabrizio, Rozen e Alex dovranno farsi spedire a Malta per conto del Principe e cercare di scoprire quali segreti Gerardo Sasso s’è portato nella tomba. Abbiamo decretato che il martedì sarà il giorno fisso per Vampiri e il giovedì per D&D.


Protprotprotprot…

Penso che sia la prima volta in vita mia che mi capita di detestare un fine settimana e non vedere l’ora che finisca. So che la faccio molto più tragica di quanto non lo sia effettivamente, ma sono due giorni che lo Scazzo scorre potente in me.

Alla fine la questione della fantadenuncia si è risolta “bene”, diciamo così; il veterinario di riferimento della forestale chiamato a fare la perizia è il nostro veterinario e quindi sa benissimo che i cavalli non sono maltrattati e che se c’è fango non è colpa di nessuno. Nel frattempo comunque ci siamo messi a sistemare la tettoia di Isabeau, oggi pomeriggio l’abbiamo smantellata ed è pronta per essere rimontata domani da qualche parte dove ci sia un po’ meno acqua. E palta. Sì, oggi ci siamo riempiti di palta. Pensare che c’è gente che paga per farsi i fanghi…
Poi mi è piombato tra capo e collo il battesimo del cuginetto di Yuri, domani mattina… che io, vista la bella giornata, avrei preferito passare magari portando a spasso il cane e andando a far colazione al bar con briosche e cappuccino. Era uno dei miei pensieri felici di convivenza e siamo riusciti a farlo UNA volta da che abbiamo traslocato (ricordiamolo: 2 mesi e mezzo fa). E la sera devo passare all’Excalibur a portare la mia quota alle ragazze che stanno organizzando l’addio al nubilato di Sabrina – ma a quel punto credo che, già che sono lì, ne approfitteremo per mangiare qualcosa.
Manonhovoglia. Fosse per me, sistemati i cavalli resterei lì a godermi il bel tempo finché dura, magari con un libro. Veramente, ridatemi un giorno feriale a caso, in cui non mi cerchi nessuno =____=


Ahahahahahah… questa poi =_=”

Approfitto di una scansione completa del pc fisso, anche se in realtà non è proprio una serata propizia a mettersi qui ad aggiornare il “grande pubblico” perché alle sette di stasera – mentre beatamente noialtri ci si aggirava per un gelido dungeon inseguendo una voce di donna che chiedeva aiuto – mi è piombata tra capo e collo la notizia che qualcuno ha sporto denuncia anonima con la forestale per maltrattamento di cavalli. Perché stanno nel fango.
Allego foto di cavalla veramente molto maltrattata e costretta in condizioni di spaventoso degrado.

Ora… è logico che stiano nel fango, visto il tempo che ha fatto ultimamente. Sono anche cavalli abituati a stare al brado, lì, e tutto sommato negli anni hanno visto inverni anche peggiori… il che ci ha portato a trarre la conclusione che probabilmente o è passato qualche turista buontempone sui generis dell’Animalista della Domenica che di cavalli e campagna se n’intende poco (per non dire NULLA), oppure è qualche vicino che ha voglia di rompere le balle per questioni che, di fondo, con il benessere effettivo delle bestie non c’entrano una mazza.
Che poi l’assurdità della situazione è che, come mi faceva giustamente notare Skay, in giro ci sono fior fiore di associazioni animaliste che si dannano l’anima perché non riescono a farsi consegnare cavalli VERAMENTE maltrattati, figuriamoci.
Naturalmente io adesso pianto su un casino. Probabilmente non scoprirò mai da chi è partita la denuncia, ma come è arrivata la soffiata che suddetta denuncia era stata fatta, in qualche maniera la acque si muovono. Le risposte arrivano, quando smetti di avere la pretesa di leggerle nelle carte o nei fondi del caffè, diciamo così. Ma a costo di appendere feticci intimidatori tutt’intorno al terreno, qualcosa mi faccio venire in mente.

Se non altro, almeno Beltane invece ce lo siamo goduto… soprattutto la notte del 30 ero animata da una sorta di delirio di onnipotenza di cui non entrerò nel dettaglio per ragioni di comune senso del pudore (che mi meraviglio ancora di avere). Senza contare che, ridendo e scherzando, era il mio dodicesimo “compleanno da Strega”… ma non mi pronuncio neanche sul come io stia portando quest’età. Guardo la mia scansione arrancare al 6% e sto cenando con una pera pucciata nello sciroppo d’acero, non è un buon momento per tirare le somme.
Stanotte ho sognato di abbattere un cinghiale con una lancia e di decapitare il cadavere con un’ascia, non oso immaginare tra un po’ quando torno a letto cosa mi possa venire in mente. Il senso di onnipotenza è duro a morire, lo scazzo immane di quest’ultima rogna è comunque stemperato in un sacco di soddisfazioni precedenti. Poi esci di casa e l’aria profuma di glicine e biancospino in fiore, la modalità random dell’iPhone (che è la cosa meno random del creato intero, come ben sanno tutti gli utenti Apple) va a pescare proprio “You Won’t Fall” di Lori Carson, e improvvisamente hai quasi la sensazione che le cose alla fine si risolveranno per il meglio, lasciandoti magari la goduria di affondare i denti nelle budella di chi ha messo in moto tutta la faccenda. In senso figurato, naturalmente. O forse no.


Server in manutenzione, è mercoledì?

Tanta neve, già. Un sacco. Sembra quasi di stare in montagna <sarcasmo>.

Sono due giorni che Yuri va a lavorare a piedi e va a lavorare all’ITIS invece che al posto suo solito; stamattina eravamo tutti insieme a caseta, l’ho accompagnato con il cane, poi mi sono fermata da mia madre a bere il caffè (il secondo per oggi, e ancora non sembra fare effetto…) e sono rimasta qui. A sbadigliare. Sono in piedi dalle 6.30 e mi sembra di essere sveglia da una vita.

Disagi sì, qualcuno. Ci siamo impantanati con la macchina qui nel piazzale dei garage, ma è stata poca cosa in confronto al trattore spazzaneve del comune che s’è preso al traino la macchina dei cognati perché pure con 5-6 buon’anime intorno non riuscivano a liberarla dalla neve a lato di via Cairoli. Ben più tragicomico è stato portare la carriola del fieno ai cavalli sprofondando nella neve fresca fino al ginocchio, ma anche quella è andata. Io burlona.

Ad un certo momento, ieri sera, sempre in via Cairoli – andavamo dai suoceri a recuperare il cane – abbiamo accostato un attimo per scendere a dare una mano ad una signora che s’era spiaggiata in curva e non andava più né avanti né indietro. C’è poco da dire anche sulle gomme da neve: arriva il momento in cui uno deve imparare a mettere su anche le catene, dovrebbero insegnartelo già alla scuola guida. Fatto sta che me ne stavo in disparte con le mani in mano mentre alcuni baldi giovani – e anche nontanto giovani – si prodigavano nelle operazioni di soccorso, quando mi si avvicina un’altra signora che non avevo idea di chi fosse, anche lei in impotente nullafacenza, e mi dice “eh, ieri eravamo qui ad aiutare anche Erik”. La guardo, ci ridiamo su, e intanto penso che tutto sommato sia carina questa cosa che lei mi abbia riconosciuta, quantomeno in relazione a mio cognato, e invece io su di lei abbia il vuoto totale. Poi mi è venuto in mente che probabilmente era la suocera di Marco, uno dei cugini di Yuri, e che quindi ci siamo viste sicuramente al suo matrimonio… ma resta il punto che mi è sembrata una cosa carina. Ormai la zona lì intorno a casa Rinaldi è piena di meridionali e quindi si sta perdendo un po’ la tradizione di tenere il conto delle parentele – biologiche ed acquisite – di tutto il vicinato, ma se da una parte il mondo è bello perché è vario, dall’altra è un vero peccato perché faceva molto folk. Del tipo che cinquant’anni fa io potevo non avere un nome, ma sarebbe andato bene lo stesso perché ah, l’è la femena de so nevodo de Rinaldi, chel biont. Beh, il senso di intima soddisfazione che riesco a trovare io in cotante boiate.

Mi rendo conto che sono entrata in modalità “patetica mogliettina felice”, anche se non sono sposata (il cielo ce ne scampi e liberi). E’ la casa, e passerà, sfortunatamente per Yuri che si sta abituando al teino a letto, alla cioccolata calda con i biscotti, alla vasca da bagno piena di spumante della Lush e a qualcuno che butta via tutte le immondizie che lascia in giro. Con il maltempo ci siamo arenati psicologicamente sul nuovo acquario di Tama, parcheggiato in ingresso, ancora da pulire, collocare in maniera decorosa da qualche parte e allestire. Dobbiamo tirare fuori, in qualche modo, altre prese di corrente. Un giorno di questi, poi, traslocheremo definitivamente anche Pollo e Lady Vashj.
In tutto ciò, sto scoprendo che mi piace la cucina nonostante le sue orribili piastrelle; mi piace tirar fuori un libro, il moleskine-dei-pensierini o il pc per mettermi a scrivere alla finestra; sono decisamente in vetrina, ma sono giunta alla conclusione che in fondo non è ben chiaro chi stia osservando chi. Però sono riuscita a scrivere ancora qualche pagina della mia careyata ignobile… certo, con questi ritmi faccio ora a dimenticarmi che cosa avevo deciso in merito alla trama e a inventarmi un racconto completamente nuovo. Non ci si annoia mai.


Cavalli sotto la neve

Stavolta sì che ne fa tanta!


Fastidi!

Mi sento spugnosa, bollita, una specie di patata lessa lasciata da qualche parte a raffreddare. E’ tutta la settimana che non sono propriamente in forma e finora ho imputato tutto al ciclo… è stato un mese che ha portato dei gran mal di testa a svariate persone, chissà, magari è il tempo. Comunque sia, le Amiche di Mestre ormai se ne sono andate, io mi sento sempre un po’ a terra e Yuri è venuto via dal lavoro a metà mattina, oggi, con una nausea che probabilmente è sintomo di un qualche tipo di influenza. Vien da pensare che ci siano bacilli vaganti.
Siamo stati tutto il pomeriggio insieme sotto le coperte, più o meno svegli, e probabilmente sarei ancora lì a quest’ora se non mi fossi stancata di buttare al cesso la mia giornata e non me ne fossi venuta a casa – però sono rimasta rincretinita dal sonno e dal caldo.

Ha nevicato, un po’ ieri e un (bel) po’ anche stamattina. Ma fa caldo, e per terra è tutta acqua… anche i cavalli continuano a sguazzare nel fango fino ai garretti.

The Misty Mountains (…Cold?)

Brandy

Naomi

Stasera non riesco veramente a trovare la mia condizione di pace interiore, la prospettiva che di solito mi rilassa (quella di essere tranquilla in camera mia, con la borsa dell’acqua calda, i libri e il pc) in questo momento non sta facendo effetto. In primis, quello che mi “turba” è che con Yuri in malattia ci tocca una battuta d’arresto anche con il trasloco… ero tanto contenta che la domenica all’Ikea alla fine si sia rivelata anche più fruttuosa del previsto, quanto adesso mi sconforta il fatto che mi manchi il materasso per il letto.
Lo abbiamo comprato sabato pomeriggio… eravamo partiti con l’idea di arrivare anche fino al materassificio di Bassano, e invece alla fine ci siamo fermati a Feltre. Però siamo soddisfatti: ci abbiamo lasciato dei bei soldini, ma lo considero un investimento nonché una scelta ponderata. Credo che dopo aver provato quello non vorrò più dormire su nient’altro… L’unico problema è che potrebbero volerci anche 10 giorni prima che il giro delle consegne passi da queste parti.
Per il resto abbiamo tutto quello di cui abbiamo bisogno per vivere decorosamente – se consideriamo il divano un bene accessorio; l’unico problema è che la stragrande parte di questo “tutto” è DA MONTARE. Era dai tempi del Meccano della mia infanzia che non davo così tanti giri di vite!

Angosce

Beni di prima necessità

Almeno c’è un tavolo, adesso. Se mi porto da casa le tazze e il bollitore, posso farmi il tè e sistemarmi da qualche parte con il netbook se mi va di scrivere un pochino – ci sto facendo un pensiero, la storia di Balthazar e Giselle è ferma da un sacco di tempo. E’ strano pensare a quando ho cominciato a scriverla… all’inizio era partita come una sorta di trasposizione pseudo-fantasy di fatti almeno-in-gran-parte reali; poi mi sono resa conto che la trama era scadente, inconcludente, e il racconto languiva. Così ho tenuto i personaggi, l’ambientazione, e ho ricostruito tutto il resto con un certo rammarico soprattutto perché pensavo che sarebbe stato l’unico modo di considerare me e Yuri sotto lo stesso tetto almeno per un po’. E invece…
Ieri sera abbiamo battezzato la vasca da bagno, a lume di candela e al profumo di Lush. Peccato avere ancora quella del “dai, andiamo, è ora di tornare a casa”. Sbrigatevi con il mio f*cking materasso.

Quello che ancora non è deciso, è dove mi ritaglierò un angolino MIO, per l’altare, un cuscino, qualcosa del genere. Credo che rivendicherò uno spicchio di camera.


Postumi vari

Sono insonnolita e piacevolmente intorpidita, esattamente come domenica scorsa dopo la passeggiata a cavallo. Devono essere il sole e l’aria fresca, i termosifoni accesi quando arrivo a casa e la consapevolezza di avere un lungo, placido pomeriggio di nullafacenza davanti. Siamo usciti anche stamattina, un’oretta; abbiamo fatto lo stesso giro di una settimana fa, solo che invece di salire fino a Sois paese abbiamo svoltato prima e abbiamo tagliato per i prati.

Ieri abbiamo avuto il nostro primo tour de force all’Ikea. Per evitare di andare TROPPO allo sbaraglio, ci siamo concentrati sulle cose di primaria importanza: la cucina e la camera da letto. Una volta che abbiamo un letto e un sistema di conservare e cucinare il cibo (il bagno è già a posto, e venerdì sera Yuri ha montato delle lampadine provvisorie in ogni stanza), possiamo cominciare a viverci dentro, direi.
Progettare la cucina è stato un parto, in parte perché la stanza in sé è un casino – è piccola, e piena di spigoli e rientranze – e in parte perché la prima volta che ci siamo seduti al pc la ragazza che ci seguiva non pareva aver particolarmente voglia di aiutarci a venirne a capo. Ci siamo fatti stampare una disposizione da rivedere qua e là, un primo preventivo, poi siamo passati ai letti e agli armadi.
Dopo pranzo – complice l’idea di spendere qualche soldino in più per un forno combinato, e di installarlo su una mezza colonna, per conto suo, anziché sotto il piano cottura – siamo tornati al pc con un’altra ragazza molto più in gamba e siamo riusciti a trovare il sistema di cacciarci dentro anche la lavastoviglie.
Non abbiamo ancora comprato niente, suppongo che torneremo giù la settimana prossima dopo aver controllato meglio le misure. In compenso, ci siamo portati a casa il letto, due armadi, due comodini e una cassettiera. Ah sì, anche due abat-jour (tanto carucce, a sfera, di vetro satinato con le foglioline bianche) e lo scopino per il water XD
Abbiamo scelto il letto che ci-piaceva-tanto-ma-costava-troppo, quello alto di legno nero con i quattro cassetti sotto… il baldacchino ce lo fabbricheremo noi sopra. Abbiamo risparmiato sui comodini, ma carini comunque, neri anche quelli, mentre per armadi e cassettiere abbiamo scelto sempre il legno ma color “grigio tortora”, che nelle mie immagini mentali della camera con i muri verde scuro dovrebbe essere bellissimo. Chi vivrà vedrà, poi, se lo sarà sul serio.

Comunque oggi, come si diceva, nullafacenza. Prima di montare qualsiasi cosa dobbiamo dare il colore, e domani a qualche ora andremo anche a comprarlo. In ogni caso, ci mancano reti e materassi perché forse la mamma di Yuri ha ancora il contatto di una persona che può venderci qualcosa di buono ad un prezzo ragionevole.
Ora come ora non mi turba il fatto che siano finite le ferie… tanto comunque di mattina non riuscivamo mai a combinare niente, per un motivo o per un altro.  Dovrei mettermi a lavorare un pochino per i vari progetti della MWL, ma non ne ho particolarmente voglia, sto pensando di rimandare tutto a quando ci saremo sistemati di là. Sto attraversando una fase in cui di nuovo avrei bisogno di tirar fuori dalla testa la mia Amica Invisibile Sylvie… ci faremmo il tè e faremmo progetti. In qualche maniera in casa mia è arrivata una confezione di tè biologico del commercio equo&solidale con del tè nero arancia+spezie, tè nero mango+vaniglia, tè nero frutti di bosco e tè verde alla menta… sarebbe perfetto.

Sarebbe molto carino avere anche già la casa arredata e tutta per me, a pensarci bene.


Capodiamoci!

Ho deciso che da quest’anno mi sforzerò di aggiungere i tag a fine post.

Buon 2013!
Per citare gli Elii, “sai che ci aspettiamo tanto dalla tua venuta”. Ho cominciato persino un moleskine nuovo!
Credo che il 2012 non potesse finire in maniera migliore, comunque. Il tempo è stato splendido e siamo riusciti davvero a fare una passeggiata a cavallo tutti e tre insieme (io e i Miei Morosi) dopo tutti questi mesi che Brandy e Laura sono stati via.
I bimbuzzi sono stati veramente un amore, tutti bravissimi, in fila indiana con Naomi e Yuri in testa, Brandy e Laura in mezzo e Isa ed io in coda. Avevo qualche pensiero per via del freddo, ma pareva primavera, al sole il terreno si è ammorbidito in fretta e siamo andati via tranquilli e pacifici per i prati intorno a Sois, sbavando sulle STRA-case degli altri – perché adesso mi rendo conto di non poter fare a meno di guardare le case.

Era da tanto che non mi coglieva un simile senso di pace esistenziale… lungi da me la pretesa di affermare che la mia vita sia chissà che susseguirsi di tribolazioni, ma ha anche lei i suoi alti e bassi e quindi rimango piacevolmente sorpresa a contare i “momenti” in cui tutto va come dovrebbe andare, soprattutto quando ho la soddisfazione di poter dire che me li merito.

L’olifante!

Pausa foto

Pausa aggiustamento selle

Io e Isa

E poi finalmente ci hanno consegnato le chiavi di Casa Giuri *___________*

Ho comprato un’altra Vambolina Boodoo apposta per le chiavi di Caseta

Caseta è piccina, ma comunque un po’ più grande di come me la immaginavo – io ero convinta di andare a stare pressoché in un bugigattolo e mi emozionava l’idea del vero “due cuori e una capanna”.
Ha una camera, un bagno (con vasca che inaugurerò quanto prima con tutte le ballistiche che ci ha regalato Nia <3), cucina, soggiorno, un corridoio luuuungo e l’ingresso spazioso (in cui peraltro potrebbe stare bene l’acquario di Tama); poi c’è una cantina – che sarà grande come camera mia qui – che Yuri molto probabilmente si metterà a posto per farci il suo piccolo “laboratorio di trapolerie“, e il garage, che è piuttosto grande e persino riscaldato. Insomma, a parte il fatto che ci sono delle piastrelle orribili in cucina, e che anche quelle del bagno non sono proprio il mio genere, è perfetta.

Mi sto già facendo un sacco di film mentali in cui usciamo a passeggio con il cane e ci fermiamo al bar dello stadio a prendere un cappuccino la domenica mattina, o un gelato alla sera quando capita.
E quando Yuri sarà a scherma, io mi farò le mie serate da single con tutte le bestie sul divano insieme a guardare un film XD

La prima cosa da risolvere assolutamente è l’allacciamento della luce, perché se no non combiniamo un tubo. Stasera, per fare i carini, siamo andati a prendere la cena da McDonald’s (l’unica cosa che abbiamo trovato aperta) e abbiamo mangiato (con annessa attività coniugale successiva…) a lume di candela, seduti per terra su un materassino da campeggio e un paio di coperte, in quella che sarà la futura camera da letto; per il resto, il bagno è praticamente del tutto a posto e il riscaldamento è centralizzato per cui caseta è sempre calduccia e si sta benone. Con mio suocero che lavora all’Enel, contiamo di risolvere senza grosse grane… così almeno posso attaccarmi il portatile per vedere un film, il bollitore per una tisana o l’Alicia per fare il caffè la mattina casomai decidessimo di fermarci a dormire là. Cose del genere per il momento, non ne parliamo poi quando dovremo cominciare a montare mobili.

In famiglia di Yuri la cosa sta passando un po’ sotto silenzio… insomma, lo sanno i suoceri, lo sanno i cognati, ma ad esempio la zia del piano di sotto l’ha scoperto stasera da Facebook – come da miglior tradizione.
Qualche tempo fa presumibilmente me la sarei un anche presa, adesso invece mi fa abbastanza ridere; credo che si sia passati appunto sotto silenzio perché – diciamo così – la scena è ancora monopolizzata dal (non-si-sa-ancora-bene-quanto) futuro matrimonio dei cognati… A cui probabilmente stiamo portando via la “dote” di piatti, canovacci e tazzine varie ed eventuali che mia suocera – come tutte le brave mamme del mondo – ha messo via in previsione di quando i polletti avrebbero lasciato il nido XD

In tutto questo, il veglione di capodanno è passato abbastanza in sordina. Siamo stati a cena al Giamaj come l’anno scorso, solo che stavolta eravamo solo io e Yuri, a disegnare ipotetiche disposizioni di armadi e librerie sul retro delle tovagliette di carta; abbiamo mangiato come merde e poi abbiamo raggiunto il resto della comitiva a casa di Nicoletta, almeno per quel tot di tempo che il sonno mi ha concesso. Alle 3:15, quando mi sono messa sotto le coperte, quasi non mi pareva vero.

Ecco, mi sono presa tardi come al solito e ho sforato la mezzanotte… speravo di postare con la data dell’1. Pazienza.