"Thro' evening shades I haste away / to close the labours of my day."

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Di crescite varie

Lunedì pomeriggio il nostro piccolo zoo è cresciuto, è arrivato un terzo polletto!
Ora le possibilità sono molteplici: the CockaTHREEls, Los Trios Parakeetos… ed è solo mercoledì.
Lui –perché è un lui, è un bel maschietto ancestrale che da lontano è pressoché indistinguibile dal Pollo, nella foto è quello a sinistra– è finito nel giardino di un amico di Tito, ancora qualche tempo fa; qualcuno gli aveva completamente scotchato le ali per impedirgli di volare, e poi l’aveva mollato in giro. Per fortuna, questa persona è un appassionato di canarini, e ha avuto modo (e mano) di prendersene cura. Poi però gli dispiaceva vederlo sempre solo, e Tito ha fatto da tramite con noi, che tanto dopo aver tenuto il cugino Polito ci eravamo resi conto che due o tre non fa molta differenza.

Lui –quanto al nome, ci sono due versioni: Pollo + Polletta + Poncillotto e Cutie + Picky + Eduardo, perché è capitato in un momento in cui stavamo ridendo per un meme sui Teletubbies– è ADORABILE. È molto più docile della Polletta, con tutto che lei l’abbiamo imprintata noi.
Gli avevamo preparato un posticino tranquillo dove ambientarsi, con la sua gabbietta, ma non ne ha proprio voluto sapere: come ha visto gli altri due è stato ammmore (solo da parte sua, naturalmente… al Pollo piace finché il corteggiamento non si fa troppo serrato, Polletta lasciamo perdere perché quella è convinta di essere un cane) e non si dà pace finché non possiamo stare tutti insieme. O almeno con Pollo.

Devo dire che, in un certo senso, mi ci voleva. Chiaramente un polletto è sempre una bella cosa –poi, ripeto, Poncillotto sta andando oltre le più rosee aspettative– ma nella fattispecie adesso è una mano santa. Mi trovo alla nefanda confluenza di dolori mestruali, bolla di caldo africano, salasso pecuniario e struggimento veneziano (per disperazione ho guardato i fuochi del Redentore da una livecam, sabato sera), il morale non era proprio alle stelle.

Visto che sono sempre senza tablet, in questo periodo ho fatto tesoro di un consiglio di Michela/Chievrefolie, mi sono addentrata un po’ più a fondo nel meraviglioso mondo dei podcast ed ho scoperto psinel.com – mediamente ne ascolto un episodio al giorno mentre faccio i massaggi alle gambe con la coppetta. La sensazione è quella piacevole di quando dai ai neuroni qualcosa da fare, che sia stimolante e al contempo abbastanza semplice da poter essere capito al volo.
Ieri sera stavo ascoltando Gennaro Romagnoli intervistare Andrea Giuliodori di EfficaceMente.com, e nel giro di una mezz’ora mi sono ritrovata iscritta anche alla sua, di newsletter, e stavo scaricando l’estratto gratuito del suo libro Start! La guida pratica per smettere di procrastinare , il tutto continuando comunque a pensare che se avessi trovato i loro siti prima di conoscerli tramite trasmissioni radio, mai nella vita li avrei degnati di attenzione. Mi sta piacendo molto il loro approccio “scientifico” alla materia –ma scientifico vero, non fuffa aggregata con paroloni mutuati dalla fisica dei quanti– e quindi caricherò Start! sull’ebook reader e pian pianino lo leggerò (come se non avessi abbastanza carne al fuoco…). Avrete mie notizie quando smetterò di procrastinare e deciderò di dedicarmi con costanza e metodo al journaling dei miei progressi.

Insomma, io ogni tanto mi chiedo pure cosa sia, questa fantomatica “Crescita Personale”, e siccome non sono del tutto convinta di aver trovato una risposta soddisfacente, ampliare un pochino i miei orizzonti con un approccio un po’ diverso da quelli più “spirituali” a cui sono abituata, mi sembrava una cosa carina da provare!


Report ferie (so far)

Sono in ferie! Yay!

Allora: lunedì mattina è andato via in pulizie generali della casa… una procedura beneaugurante (più psicologica che altro) di riordino fisico ed energetico che mi predispone bene al riposo, al detox e in generale a tutte quelle cose a cui le ferie dovrebbero servire. Lunedì sera il mio computer ha deciso che era ora di guastarmi un po’ la festa e, come il tablet, ha pensato bene di spegnersi per non riaccendersi più. Comunque è stato solo un problema di alimentatore, me la sono cavata con una sessantina di euro (per non comprare proprio il primo smarzumero che mi proponeva Amazon in ordine di prezzo crescente). Grazie al cielo non sono una di quelle persone che oddio perché sono sempre così sfigata mi si rompe tutto fangulo la mia vita dimmerda #mainagioia, è da tanto tempo che non ho più pensieri del tipo “ma tutte a me?!”, e quando me ne sono resa conto sono stata fiera di me, questo è il Warrior Goddess Training che fa effetto.
Penso che comunque, anche adesso che il pc è stato resuscitato, presto ci vorrà un bel formattone terapeutico e quindi i video ed altre attività simili ad un certo punto potrebbero slittare a data da destinarsi.

Martedì mattina hanno operato Fufo perché aveva una cistina su una spalla che la veterinaria ha consigliato di rimuovere; ad un primo esame è risultata essere prevalentemente grasso, ma la vet l’aveva trovata un po’ ingrossata rispetto al controllo precedente e ci ha consigliato così. Adesso l’ha mandata nonsodove a farla analizzare meglio. Abbiamo fatto fare le analisi anche delle urine, al furo ma anche al cane, che ultimamente la sera ogni tanto si addormentava e si faceva la pipì addosso; sono a posto entrambi, quindi non ci è rimasto che cominciare una terapia per l’incontinenza di Guinness e rassegnarci al fatto che, poveretta, ormai c’ha anche ‘na certa. Insomma, l’importante è che non sia diabete (ma, dopo l’esperienza fatta con Skye, mi sentivo di escluderlo) o qualche altra roba brutta di quel tipo. In ogni caso, sono già tre giorni che prende la sua pastiglietta e pipì in giro non ne abbiamo più trovata.

Mercoledì e giovedì abbiamo completato la Main Quest di queste vacanze: svuotare il garage di tutta l’immondizia accumulata negli ultimi quattro anni (c’erano ancora cartoni e polistirolo IKEA dai tempi del trasloco), trasferirci la roba stipata in cantina e liberare la cantina. Ci abbiamo anche messo molto meno di quello che temevo, è stato tutto relativamente rapido ed indolore.
Quindi oggi, all’alba di venerdì 14 luglio – che tra l’altro è stata grigia, piovosa e molto hygge – mi sento ufficialmente a riposo!

Poi, ovviamente, due settimane volano, è solo una breve parentesi per spezzare la routine. Mia nonna ha resistito quattro giorni e poi stamattina mi ha telefonato perché aveva finito “una medicina” <sospiro>. Non ho capito perché non abbia chiamato mia madre, che sta al piano di sotto; mi ha fatto un discorso che come al solito senza né capo né coda, riguardo al “mettere via una macchina”. Sono uscite loro due, alla fine, mia nonna e mia madre, e sono state fuori tutta la mattina perché ovviamente a ben guardarci le medicine finite erano ben più di una e non erano l’unica cosa che scarseggiava in casa.
È gratificante sapere che mia madre mi stima anche perché sopporto certe cose e la butto sul ridere… la maggior parte delle volte.

Questo mi fa pensare che è meglio che cominci ad organizzarmi quello che resta del mio tempo libero, prima che qualcuno se ne approfitti…


Bollettino di guerra

Sono contenta che sia finito agosto, come mese ormai si trascinava, più che passare.

Adesso con due blog e due agende comincio a fare seriamente fatica a prendere un ritmo, chiedo venia. Mi appoggio pesantemente all’app per smartphone per riuscire a scrivere qualcosa ogni volta che mi capitano cinque minuti di ispirazione, ma si tratta di materiale che finisce per lo più su Sentieri, per questioni di priorità.

Facciamo un pochino il punto della mia situazione domestica.
Le nostre piante di peperoncino (Gualtiero l’Habanero e Carolina il CarolAIna Reaper, NdA) si sono infestate di afidi e stavamo vedendo buoni risultati con un repellente casalingo a base di aglio, aceto e malegrazie, a impatto zero sull’ambiente ma devastante nelle mie narici, poi però non riuscivamo mai a debellarli del tutto e quindi in consorzio ci hanno dato del piretro. Yuri ha colto il primo frutto di Satana e l’ha usato per farci del sale aromatizzato… ricomincia l’ordalia del “qualsiasi cosa tocchi è piccante, anche le maniglie delle porte”.
Lunedì scorso mia nonna ha finalmente ricevuto la nuova patente, il pomeriggio è uscita da sola e ha perso gli apparecchi acustici al supermercato, giovedì mattina per fortuna ne hanno ritrovato almeno uno, venerdì mattina ha letto sul foglietto illustrativo della tachipirina 500 che può compromettere la guida di macchinari pesanti e quindi è proprio meglio che la mattina continui a guidare io. Anche perché una volta ha guidato lei e io ho perso qualcosa come 10 anni di vita. ANGOSCIA.
Martedì pomeriggio è arrivata la mia agenda Mr. Wonderful settembre 2016/settembre 2017 ed è stata adorazione al primo sguardo. Ora la mia routine mattutina è lei.
Giovedì sera, come promesso, ho pubblicato il primo video del nuovo canale – nonché punto 1 della YT Pagan Challenge – e mi avete scritto in tanti per farmi sapere quanto eravate contenti, vi lovvo tutti e non avete idea di quanto sia stato uplifting dopo un pomeriggio passato ad inserire i sottotitoli in inglese assieme a Massimo che mi faceva consulenza via Skype perché il mio neurone non ricordava più nemmeno il lessico base.
Poi ho pubblicato meno di 5 minuti di video su Mercurio Retrogrado e il punto 2 della Pagan Challenge, che non mi ha propriamente soddisfatto perché non avevo un gran che di interessante da dire. Ad ogni modo, trovate tutto su Sentieri Poco Battuti.
Domenica mattina, Reptiles Day Parte II. È stato come pensavo io, stavolta c’erano un po’ meno aracnidi e contorni e un po’ più serpenti. Io avevo da parte qualche soldino ancora dal mio compleanno e così adesso siamo cresciuti di uno, è arrivata Pythia.


Pythia è un enchi pastel, l’abbiamo scelta perché fa una buona combinazione con Apollo – che è uno spider – quindi, chissà, magari in futuro, tra qualche anno… non sarebbe bella una sfornata di pitoncini, magari bumblebee, certificati 100% witches’ friendly?

Yuri sta sistemando i terrari dei Satanelli perché l’umidità è un po’ troppo alta. C’è puzza di bruciato. Ho Puntino in un barattolo della Bormioli Rocco qui di fianco alla tastiera che mi guarda. Adesso pubblico questo post così com’è, sennò finisce che me lo trascino peggio di agosto.


Aggiornamento tardivo

Stavolta ho aspettato martedì per postare… domenica sera non ero sufficientemente ispirata, è stata una giornata decisamente uggiosa, con un gran temporale, e che io ho bellamente sprecato giocando online a Warframe con gli altri Jabbabbabbi.
E poi gli Animal Spirit sono arrivati stamattina (mentre Yuri era a casa in malattia per colpa di una brutta sinusite, ed io ero di nuovo in ufficio alla Proprietà Edilizia a perorare le cause di mia nonna), giusto in tempo per cominciare una nuova photochallenge per giugno.
Inutile dire che li adoro. Li adoro e mi rendo conto che li sto trattando come se fossero nuovi animali domestici, che si devono lasciar tranquilli ad ambientarsi in una cuccia di selenite dopo un primo contatto esplorativo. Alla fine, la mia stampa è quella del Drago. Rawr. Sono stati anche un gradevole spunto per un’anche più gradevole conversazione sulle carte tra me e Yuri durante la pausa caffè post-prandiale.

(Ah, siamo tornati a svaligiare il TuttoCapsule, ho comprato un pacco di tè nero alla menta che è veramente sfizioso).

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C’è una bellissima frase stampata all’interno della scatola, ce ne siamo innamorati e adesso la voglio pirografare o in qualche maniera incidere da qualche parte e appenderla in ingresso, perché siamo una famiglia decisamente variegata e direi che questo motto ci rappresenta proprio tutti quanti 😛

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A proposito di bestiole, questa settimana abbiamo sfamato “I Piccini”, le due new entries del RD di domenica scorsa. Dopo che Yuri ha letto online definizioni colorite quali “Screaming Banshee from Hell” – riferite in particolare alla Stromatopelma – siamo attrezzati per fronteggiare la progenie di Satana… in realtà la prima volta Puntino s’è spaventato e s’è nascosto, e Baboon non s’è filato/a né la pinza né la blatta. Già alla seconda hanno cominciato a correre di qua e di là e, insomma, ci vuole tanta buona creanza. E pinze lunghe. E che le blatte non si suicidino annegandosi nel beverino.

Il nuovo libro suggerito dall’Healing Moon Bookclub è Puoi Guarire la Tua Vita di Louise Hay. L’ho comprato – sempre in formato kindle – ma non l’ho ancora cominciato; ho dato la precedenza a Fottuta Campagna di Arianna Porcelli Safonov, un titolo che ha incuriosito Yuri dopo aver visto un “booktrailer” condiviso via Facebook. Devo dire che ne ho letto soltanto i primi due capitoli e già ne consiglierei l’assunzione in dosi massicce (anche per via rettale…) almeno alla metà dei miei contatti sui social. Mi dà l’idea di essere un libro molto BRUT, vedrai che lo divoro.


Il pollice peloso

Ho finito di leggere Big Magic, e devo trovare il modo di procurarmene una versione cartacea in cui poter tornare a rifugiarmi nel momento del bisogno, perché penso che non potrò più fare a meno di questo libro ed il formato kindle non mi basta – per quanto io sia grata della sua esistenza, giacché in principio non ero molto motivata a comprarlo a prezzo pieno in edizione cartacea.
Non ritengo che sia un capolavoro nel senso assoluto del termine (che poi… ne esiste veramente uno, di senso?), ma MI PARLA, è questo è molto importante per me. Sta succedendo esattamente quello che Elizabeth Gilbert aveva pronosticato che sarebbe successo: se potessi mai un giorno incontrarla di persona, sarei una di quelli che l’avvicinerebbero per dirle “penso proprio che abbia scritto questo libro per me“.
Credo che mi abbia dato il meglio di sé con la riflessione del Martire vs. Trickster; ti fa capire che “vivere una vita creativa” non significa solo e semplicemente trovare nella propria quotidianità uno spazio e delle energie da dedicare a qualcosa che ci portiamo dentro e che invece dovremmo lasciar affiorare, ma anche di costruirci attorno tutto uno stile di vita compatibile. Molto in sintesi, è inutile illudersi di “essere creativi” in virtù del fatto che, magari, ogni mese sforniamo un racconto o un fumetto, quando poi magari per tutto il resto della nostra esistenza siamo succubi di una mentalità da martiri che ci ha resi schiavi di una vita che ci castra in tutto il resto.
Insomma, il fine ultimo non è il dedicarsi all’attività in sé, è cambiare in meglio.

Poi ad un certo punto, verso la fine, la Gilbert porta come esempio una sua conoscente che insegnate tecniche ambientali, o qualcosa del genere, e a tutti i suoi nuovi studenti domanda “Quanti di voi amano la Natura? E quanti di voi pensano che la Natura ricambi questo amore?”. Di solito, dice lei, alla prima domanda si alzano un sacco di mani, alla seconda non se ne alza nessuna.
Io ci pensavo ieri… Angela e Ray hanno fatto un’improvvisata al Beltane di Masserano e ci avevano chiesto di andare con loro, ma per noi è veramente troppo lontano perché ne valga anche lontanamente la pena. Tuttavia devo confessare che un pochino mi è dispiaciuto dover declinare l’invito, è tanto che non ci vediamo e ci saremmo divertiti.
Ad ogni modo, ieri pomeriggio era una splendida giornata e ne abbiamo approfittato per fare ancora qualche lavoro di manutenzione dai cavalli. Tra ieri ed oggi sembra che sia sbocciata l’estate tutta in un colpo, siamo passati dal giubbetto di pelle alle magliettine traforate.

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Io credo che un pochino, in fondo, la Natura mi ami, sì. Se voleva tirarmi su il morale con qualcosa di speciale c’è riuscita perfettamente.

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Stavamo portando nuovi pali verso la parte più a monte dei recinti, quando il cane ha stanato mamma fagiano con tutti i suoi pulcini. Recuperati, asciugati dalla bava del cane e controllato che non ci fosse niente di rotto, abbiamo fatto una fotina di gruppo prima di rimetterli tra le more e lasciare che la mamma se li radunasse.

Papà fagiano invece razzolava come al solito insieme alle cavalle. A lui non frega niente, è proprio un pollastro, si ruba il mais di Isabeau.

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Tirando le somme della settimana… venerdì mattina è nata la pupa di Nicoletta e Vito ed è andato tutto bene, se non ho capito male domani le rimandano a casa ma io temo che dovrò rimandare la visita pastorale perché sono piena di raffreddore. Groan. Stasera mi sento uno straccio, complice sicuramente la mattina passata in fiera per il Reptiles Day. Sono cotta. Ho debellato un mal di gola incalzante in tempi record, ma in compenso mi sento la testa come un pallone, mi fanno male tutti i muscoli – però quello potrebbe essere dovuto alle fatiche di sabato pomeriggio/sera – e persino mangiare il gelato mi dà fastidio, come un brainfreeze diffuso fin sugli zigomi. Oh, e non dimentichiamo le Amiche di Mestre.

Però la famiglia si è allargata ancora un pochino, sì. Abbiamo portato a casa due nuove/i aracnobimbe/i (non si sa, hanno pochi mesi e non si riescono a sessare).
La prima – anzi, il primo, perché molto probabilmente è un maschietto – è una Poecilotheria Metallica. Una tarantola che gli Schultz nel loro libro definiscono stunningly beautiful, stunningly expensive, ma che noi abbiamo comprato per 35 euro probabilmente perché c’è la possibilità che sia un maschietto, e i maschietti mediamente non li vuole nessuno dal momento che vivono molto meno delle femmine. Lo abbiamo chiamato Puntino, perché quando siamo passati al banco dei ragazzi di Aracnofilia.org, Gaborri ci ha dato un’occhiata e ha detto “è maschio, c’è il puntino!“. Non è che sia sicuro al 100%, ma Puntino era un nome ridicolo abbastanza da fare il paio con Peletti.

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Puntino ovviamente è quello sopra, la foto sotto è di un adulto random, preso dal web. Qui non si vede ancora niente di blu, salvo giusto dei riflessi sulle zampe che in foto sono venuti solamente con il macro della reflex. Ma noi crediamo in te, Puntino.

Poi, sempre il buon Gaborri, ad un certo punto ha chiesto a Yuri se se la sentisse di provare con qualcosa di più impegnativo, e gli ha regalato una Stromatopelma Calceatum delle sue. Dev’essere una specie di belva di Satana, altro che la povera Peletti; sembra anche molto molto bellina dalle foto che ho guardato online.

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Lei/lui si chiama Baboon. Dal nome americano, Feather Leg Baboon.
Naturalmente Yuri è stato tutto il giorno in preda a paranoie del tipo “non dovevo accettare, non sono abbastanza esperto, queste sono feroci, ecc. ecc.”.
Io dico che se non l’avesse ritenuto all’altezza, non gliel’avrebbe regalata. E poi è sempre stato disponibilissimo, se avremo bisogno di aiuto ci faremo sentire. Tanto, a quanto pare, anche quest’anno si replica ai primi di settembre ❤

Oh io mi aspetto gli Animal Spirit in consegna questa settimana, il track me li dà a Milano ormai!


New entriesssssss

Perdo colpi (e non solo). Vabbe’. Agosto è sembrato non finire mai e quando siamo arrivati al 6 di settembre – il Reptiles Day Bis – mi pareva impossibile che fosse passato solo un mese dal mio compleanno.

La famiglia si è allargata, e per fortuna, perché quando siamo arrivati in Fiera e abbiamo visto solo la metà degli espositori che c’erano a maggio, ci aveva preso un po’ di sconforto. I pitoni non scarseggiano mai, ma gli hognose non sono così diffusi, e se non avessimo guardato bene ci saremmo probabilmente persi per strada il nostro nuovo piccolo “Porcetto”. Che ha già fatto la prima muta.
  

 E poi c’è Pitonepalla (in italiano “pitone reale”, Python Regius, per gli inglesi è “Ball Python” e trovo che sia un nome molto azzeccato) che con nostra somma gioia ha già mangiato senza problemi, scongiurando i nostri timori di una possibile “wobble head”, e che facesse fatica ad abituarsi al cibo surgelato o che fosse troppo stressato dal trasloco in un terrario un pelo troppo grande per lui.

No, non ci siamo neanche sforzati di trovar loro dei nomi decenti. Monty è già stato scartato. Se avessi trovato una femmina (ma io non sono “meticolosa” come Yuri, che già alla biglietteria ha le idee abbastanza chiare su quello che vuole) probabilmente l’avrei chiamata Pizia – la Pitonessa, no? – ma visto che è un maschio potrei chiamarlo Apollo. Così, quando muta, trovo la Pelle di Apollo il Pitone Palla. Silly me.

Comunque, si diceva, settembre. Sul nostro lettone sono spuntate di nuovo le copertine di pile, non ci sono più le finestre aperte 24 ore al giorno e la casa ricomincia ad impregnarsi di odore di incenso, tornano le voglie di mele cotte con la cannella e la tazza di Ciobar non è più un’opzione così improponibile come prima. Ho comprato i festoni di foglie finte rosse e gialle e le ho appese al mobile con le teche – ho anche scoperto che al bazar dei cinesi per un euro vendono confezioni da 5 sacchettini di lino in diversi colori, ma quel posto è sempre stato un ricettacolo di piacevoli sorprese per squattrinati. Sto facendo scorta di Yankee tarts natalizie perché sono profumi “caldi”. Paradossalmente in questi ultimi giorni sono stata meglio quando il tempo era peggio… l’istinto di “fare la tana” scorre potente in me.


Home Smelly Home

Magari se oggi mi metto d’impegno e faccio del tablet il mio inseparabile compagno, riesco anche ad iniziare un post e pubblicarlo entro fine giornata.

Potremmo cominciare con il dire che quest’anno i Reptiles Days non cadono a fine maggio/inizio giugno ma alla fine di questa settimana, il che ci ha costretti a “correre ai ripari” per quanto riguarda la riorganizzazione degli spazi in salotto, e Yuri ha dovuto arrendersi alla necessità di tornare all’Ikea per comprare un paio di librerie e – già che c’eravamo – anche una piccola cassapanca da esterni da usare come deposito scarpe.
Andare e tornare in un pomeriggio si può.
Andare infrasettimanalmente e trovare pochissima gente si può.
Pianificare una strategia in modo da ripartire intelligentemente il tempo tra reparti che non ci interessano ed altri che invece vale la pena di spulciare si può.
Capisco che sia dura superare il trauma delle spedizioni punitive stile “in due giorni arrediamo tutta la casa”, ma ormai è acqua passata, l’Ikea non è il Male Supremo. Non è lo sportello dell’inps.
Lavori in corso, quindi. Mi piace. Poco a poco mi rendo conto di vincere il senso di inadeguatezza che mi coglie quando guardo gli allestimenti in esposizione… casa nostra non è così male (quando è in ordine >_>) devo smetterla di lasciare tutto sugli scaffali perché “tanto in casa mia non ci sta bene” o, soprattutto, “tanto casa mia è un casino”. Dopo tanto discutere, anche Yuri si sta sforzando di avere un po’ più cura delle cose, e sta funzionando. Ho comprato ancora candele da tenere sui davanzali, qualche chicca per la cucina, e una piccola serra di metallo e plexiglas che ho riempito con pot-pourri, una fatina, cristalli grezzi e candele profumate – più altro che mi verrà in mente man mano. Mi girava così.

Abbiamo sforato di 80 euro il budget che ci eravamo fissati, ma va bene, è il prezzo della mia soddisfazione degli ultimi due giorni quando sono rientrata a casa ed ho sentito profumo.
Il prossimo pomeriggio uggioso e nero mi troverà adeguatamente preparata. Avrei dovuto pensarci quest’inverno, non adesso che – salvo tempeste di grandine e picchi di temperature in suicidio – le giornate sono favolose.


Vicissitudini

Alla fine credo che potrei anche assecondare la vena polemica a cui insisto nell’attaccare flebo quotidiane di facebook. Perché no?
Allora ieri mattina le “artigiane” della mia rete di contatti parlavano di prezzi, tariffari spropositati e cinesate scandalose. A parte rari casi di attività regolarmente registrate, stiamo parlando di persone che si lamentano di (mancati) guadagni in nero, individui che si riforniscono da grossisti di professione e a cui entra un guadagno – più o meno consistente – al netto dei costi di fabbricazione e basta. Insomma, il loro fornitore le tasse le deve pagare, loro no.
Che senso ha lamentarsi quando si vive di espedienti? Fate quello che volete, quando volete, non avete nessuno che vi controlla per qualità, quantità, calmieramento (se mi si passa il termine)… fate qualcosa che vi piace, e ricevete soldi. Pretendere anche di riuscire a camparci comincia ad essere un po’ troppo idilliaco, no?
Non sono nemmeno d’accordo nel definirlo “lavoro”, per rispetto a chi ha la propria meschina partita iva, quindi tutte le varie sfaccettature degli “ultimamente ho parecchio lavoro ” mi fanno abbastanza sorridere. Quando sarà ora di contare gli anni di contributi, da quando partite?

Oggi è una giornata strana.
Ho vaghi ricordi di aver sognato che raccoglievo pulli di cornacchia caduti dal nido, e che ce li rimettevo soltanto per poi scoprire che si mangiavano le uova di un piccione. Mi ha fatto pena il piccione e ho salvato l’ultimo uovo ancora intero, me lo sono messo al caldo sotto la giacca. E poi stamattina, nella lettura quotidiana della colazione, ancora un anatroccolo, un corvo e un cigno. Mi sto perdendo per strada, lo sento.
Ad ogni modo, ho accompagnato la NonnaDue al suo battesimo dell’EuroSpin e ci ha lasciato lì qualcosa come 112 euro di spesa. Spesa normale, intendo, non certo il televisore Samsung da 40 pollici superscontato che in effetti a noi farebbe comodo in soggiorno. Però è rimasta di buon umore tutto il tempo, e alla fine, prima che me ne andassi, ha voluto un bacio, un abbraccio e mi ha detto che alla fine sono sua nipote pure io.
Nonostante le belle premesse, comunque, la giornata è finita con un’uscita fuori programma dal veterinario… sono due giorni che Guinness mangia poco, e ieri pomeriggio prima di andare a giocare da Ivan mi sono accorta che aveva delle perdite scure, ma non come se fossero strascichi del calore (finito da poco), e per niente attinenti con il richiamo della vaccinazione (fatta la settimana scorsa). Così ieri sera abbiamo fatto qualche lastra ed uno striscio vaginale – io avevo anche pensato alla piometra, ma non ci sono i sintomi, e non avendo mai partorito Guinness non dovrebbe avere la cervice aperta e di conseguenza le perdite – e stasera la riportiamo per un’ecografia e una visita con un veterinario più specializzato. Anche se non ci hanno fatto alcun tipo di allarmismo, personalmente non vedo l’ora di andare a questo benedetto appuntamento per togliermi il pensiero; restare nell’incertezza è frustrante. In ogni caso lunedì poi saremo lì un’altra volta, per fufo, per far vedere alla Chiara che l’occhietto è guarito bene… e stavolta mi porto qualcosa da fare intanto che aspetto, perché ieri sera avevamo appuntamento alle 9:30, ma ci sono passati davanti e quindi siamo rimasti ad aspettare fin oltre le 10.

Mi sono addirittura persa Mistero. No, intendiamoci ù_ù

Nota positiva: è arrivata la corvoborsa che Yuri mi aveva ordinato da Wulflund, ed è anche meglio di quanto non mi immaginassi *_* è bella tosta, in tessuto tipo jeans, e HA LA CERNIERA. Niente più scippi di fazzoletti da parte di furetti molesti (per non ipotizzare casi peggiori). Facchièah!


Duroni esistenziali

Scorcio di una colazione particolarmente felice.

Ci è voluta una ventina di giorni, ma alla fine con venerdì mattina sono arrivati tutti i libri, sia quelli ordinati da Amazon che le Legioni (arrivate nientepopodimenoche per raccomandata, finanziata da un anonimo benefattore).

Non mi rimane che l’imbarazzo della scelta su quale sarà il prossimo da leggere.

Nicoletta finalmente è rientrata in Italia sana e salva, starà qualche giorno con la sua famiglia e poi dovrebbe tornare a Belluno lunedì… e un’uscita tra amiche ci sta proprio tutta, non vedo l’ora. Stamani, come al solito surrounded by tutte le mie bestiole perché ormai altrimenti NON E’ colazione…

…ho pensato che effettivamente ho bisogno di un’altra parentesi di pausa da Facebook per apprezzare meglio la Buona Compagnia Quella Vera. Una volta l’app aveva un suo bel menù principale e potevi andare a leggerti le notifiche senza necessariamente passare per la bacheca, non c’era il rischio che ti cadesse lo sguardo sul quell’ennesima cosa che ti fa cominciare la giornata con un “ma senti da che pulpito”. In effetti non si dovrebbe mai cominciare la giornata guardando Facebook… dovrei comprare delle riviste. Quel tanto che basta per finire di bere il caffè – sempre con un occhio al Duo Dinamico cane-furetto.
Sono giorni di riflessioni su cosa per me sia appagante e che cosa no. Mi guardo in giro e, oltre a domandarmi se quella sulla Peugeot 207 parcheggiata qui sotto sia una cacca di corvo o l’adesivo di uno spermatozoo, mi chiedo quale sia per me quella Cosa Speciale in grado di risollevarmi il morale quando finisce a terra.
Siccome in realtà sono tre giorni ormai che tento disperatamente di scrivere questo post e puntualmente mi salta fuori qualcosa di meglio da fare, sono già passata dalla fase “ho svariati interessi e non mi concentro su nessuno in particolare” a “tutto sommato a me basta poco per tornare di buon umore”. Con una stazione intermedia che suonava un po’ come “non è poi che io abbia chissà quali problemi esistenziali da richiedere una cura drastica”.
C’è da dire che sono anche in pet-therapy continua, io… qualcuno pensa che portare un’altra calopsitta allevata alla mano in una casa dove già ce n’è una equivalga ad inselvatichire tutte e due, e invece NO. Io speravo che con un amichetto/a Pollo avrebbe smesso di chiamarmi in continuazione, e invece NO. Adesso ho DUE uccellini molesti e mammoni che mi si arrampicano addosso e vogliono bacini e grattini; e quando prima, bene o male, riuscivo ad accontentarne uno con una mano e continuare a scrivere con l’altra, adesso mi tocca usarle tutte e due contemporaneamente e questo post subisce delle battute d’arresto non indifferenti.
Ad un certo punto non mi ricordo nemmeno più che cosa m’era venuto in mente di pubblicare.

Ah sì, si discuteva di cose appaganti.
Ieri mattina sono riuscita a farmi un galoppino a pelo su Isabeau… non era preventivato perché non credevo che ne sarei stata capace – non in maniera decorosa – è capitato perché ero in groppa e lei s’è messa a correre dietro a Caffè. Mi sono un po’ ammaccata l’osso pubico contro il garrese da stegosauro che ha, ma ero disinvolta e ci abbiamo riso su. Quello è stato appagante senza dubbio… però dopo aver conosciuto persone come Raffaella o Jessica – gente che per i cavalli vive sul serio, non le mille balle blu con cui ci hanno farcito il deretano finché poi non sono venuti fuori gli altarini – mi rendo conto che loro sì sono quelle con la Passione per i cavalli. La PassiONA, perché è stratosfericamente grande, e svisceratamente per il cavallo nello specifico – mentre io mi rendo conto che amo i cavalli come amo qualsiasi altra delle mie bestie. Forse è proprio questa la mia PassiONA… bestiole, bestiole evvvvriuer.

Mi sto sforzando di riflettere su quale sia quella cosa in cui io investo tempo e risorse, quella cosa che mi fa sentire viva, quella cosa che – come si diceva in principio – salva il mio umore ogni volta che serve, ma ce ne sono tante e non riesco a trovarne una che spicchi nettamente sulle altre. Dipende dall’estro del momento. Questa cosa mi dà l’impressione, ogni tanto, che il mio slancio vitale si dissipi in tante, troppe direzioni… Mi sarò mica anestetizzata?

AAA callifugo per lo spirito cercasi.


“Checcazzmnfreicammài™” (cit.)

E così alla fine è passato anche Lughnasadh, con una meditazione rituale catartica che mi ha lasciato la sensazione estatica di essere impassibile come una montagna e cristallina come la Levissima, complice evidentemente anche un beverone a base di escolzia che – sarà stato il caldo, o la pressione bassa, o la suggestione del momento – a me e a Sara aveva fatto effetto già dopo il primo bicchiere. Ghignavamo come due ebeti.
Abbiamo provato una cosa nuova, meditando nel Cerchio con un cavetto di rame tra le mani a fare da conduttore tra gli uni e gli altri… le sensazioni sono state le più disparate: formicolio, fastidio, calore, brividi. Personalmente ad un certo punto, dopo i primi minuti immagino, non lo sopportavo quasi più e mi volevo staccare, salvo poi risolvere tenendolo in un’altra maniera, tra i pollici.
In ogni caso, il adesso il cavo fa praticamente parte del corredo del Baule Volante, perché vale la pena continuare a fare esperimenti.

E’ un agosto anomalo perché non mi pesa non riuscire ad andare in vacanza ma soprattutto perché non mi pesa l’incombenza del Giorno Ics. Non volevo passare un altro compleanno guardando la mia carta d’identità e pensando di non aver combinato un tubo alla veneranda età di 28 anni… invece, dai, evidentemente quello che mi serviva era proprio andare via di casa. In effetti era l’unica cosa che mi mancava. A parte i figli. A cui sto cercando di sopperire riempiendomi la casa di bestie.

Adoro la colazione a Casa Giscard ❤

Ma anche le merende. E le finte cene a base di frullato le-banane-sono-talmente-passate-che-è-meglio-annegarle-in-altre-cose.

Cutie Polletti e Picky Polletti convivono in maniera abbastanza pacifica – ovvero ok, la gabbia e il trespolone sono grandi abbastanza per tutti e due, ma il trespolo pensile vicino al forno ancora no. Però dobbiamo cominciare a stare attenti alle finestre, perché il pulcino svolazza già che è una meraviglia… con questo caldo è abbastanza un supplizio, ma per ingannare i sensi brucio olio essenziale di menta. E citronella. Non che si sia invasi dalle zanzare, ma ogni tanto qualcuna s’intravede.

Venerdì mattina per la prima volta siamo usciti in passeggiata a cavallo anche con Raffaella, e Caffè si è comportato in maniera assolutamente impeccabile, anche per strada e con le auto – a riprova del fatto che sì, sono sempre più convinta che abbia fatto un buon affare.

E’ uno di quei momenti in cui davvero il mondo intero se ne può andare in malora. Le beghe mondane si dissolvono e non mi interessa più niente. Oggi meditavo e la “traccia” prevedeva che lasciassi andare in primis le emozioni negative e gli scarti, ma per quanto mi sia sforzata di cercare lo sporco dentro di me, non è durato più di pochi minuti. Mi sono persino imposta di ritornare su cose che mi hanno sempre dato fastidio, brutti episodi passati, persone di cui ho una pessima opinione (e che ogni tanto tornano a saltar fuori tanto per ricordarmi perché penso che siano davvero patetiche), ma non ne ho tirato fuori altro che un pacato senso di distacco e vaga compassione. Dopotutto non rimangono che aneddoti di cui sorridere davanti ad un piatto di salsiccia con la polenta alla sagra di Tisoi, con Angela e Ray venuti su da Modena per l’Indian Village che ci hanno tenuto compagnia quasi tutto il weekend.
Ma cosa vuoi che sia?
Sei a cavallo, nel bosco, con il tuo uomo e i tuoi amici… tutto il resto cosa vuoi che sia?

Oltre ai libri per il mio compleanno (mi sono fatta regalare quel Conversation with the Genius Loci che tempo fa avevo puntato ma costava una cifra esorbitante), dovrebbero arrivare prossimamente anche Le Legioni di Shaytan. Non so bene come ci sia venuto in mente, so che ad un certo punto un’amica mi ha spammato su facebook perché erano rimaste qualcosa come 23 copie invendute, Yuri s’è stuzzicato e l’abbiamo preso. M’intriga, e non vedo l’ora che arrivi. Pensieri felici, pensieri felici a garganella.


L’astrale facile (e famigli per tutti!)

Sto leggendo Animal Magick ed è un ricettacolo di meditazioni e “pathworking” che farebbe la felicità di molte persone alle prese con animali totem/alleati di potere/guide animali che dir si voglia. Una cosa che notavo – ma la notavo ancora quando stavo leggendo Seidr – the Gate is Open – è che però tutto il discorso appunto del pathworking (che sì, mi piace molto come termine, per questo lo ripeto volentieri), del viaggio astrale e della meditazione profonda viene molto sminuito, quasi un po’ banalizzato, spiattellato come se si trattasse di un giochetto da ragazzini. Come se bastasse chiudere gli occhi e immaginare.
Nel Seidr potevo giustificare questa – chiamiamola – “approssimazione” nella consapevolezza che non sta scritto da nessuna parte che sia un libro per neofiti… Animal Magick no, anzi, ti dice che è accessibile anche a persone che non siano interessate ad uno specifico percorso spirituale. Al contempo però ti fa capire che il viaggio astrale funziona così: che ti metti seduto, ti rilassi, chiudi gli occhi e ad un certo punto =puff!= spunta il tuo animale guida.
Invece non funziona proprio proprio proprio così, anche senza entrare nel merito delle vere culture sciamaniche in cui il totem era legato al clan e/o a estenuanti cerimonie fatte di privazioni, ingestione di cose assurde e visioni mistiche annesse e connesse. Anche perché, ad onor del vero, la Conway parla di famigli, di alleati, non di totem… la tradizione di riferimento è più quella della strega con il rospo o il gatto nero, che non la medicina dei Nativi americani.
Beninteso, io che ormai queste cose un pochino le mastico, sto apprezzando molto questo libro; però mi immagino anche il neofita medio, quel genere che mi scrive di solito su facebook o youtube. Vanno tutti pazzi per gli animali guida e i famigli, io sono sicura che se mi metto a dire “oh, Animal Magick è utilissimo per lavorare con gli alleati animali”, chi mastica anche solo un minimo di inglese lo va a comprare ad occhi chiusi. E la povera Deanna Conway ha un bel ripetere che bisogna essere sicuri di viaggiare liberi da preconcetti, altrimenti si influenzano e si falsano le visioni… come se una persona con pregiudizi potesse mai ammettere di averne. Andiamo. Io ho quotidianamente sotto gli occhi elementi che sostengono fermamente di essere persone mature e coscienziose (tanto per dirne una) e invece non ci si avvicinano neanche, le battaglie perse le riconosco pure da lontano.

Ad ogni modo, ad un certo punto ci sono due meditazioni particolari, una con il serpente e una con il ragno; hanno una specie di preambolo che io comprendo ma non condivido gran che, perché sono animali che “fanno senso”. Mitologicamente parlando, invece, hanno un simbolismo veramente affascinante… non mi aspetto che lo colgano le casalinghe di Voghera (che non me ne vogliano, è un modo di dire), ma qualche collega sì, perché a me viene il latte alle ginocchia ogni volta che pubblico qualche foto di Vashj, Vespira o una delle loro mute e mi trovo qualche commento del genere “brrr… inquietante” o “che impressione”, da chi dovrebbe essere del mestiere. A me fanno più impressione le gambe rachitiche dei pinscher nani, eppure non faccio commenti come se la pinscherfobia fosse una patologia sdoganata ed ampiamente accettata.
Che poi, con i serpenti, proprio non sapete quello che vi perdete.
Dovrebbe scriverlo così:  perché diamine vi siete comprati un libro sugli animali di potere se avete paura dei serpenti, che sono gli animali di potere par excellence?

Oggi, comunque, il caldo mi sta annientando. Credevo che dopo una primavera del genere, o un’estate rinchiusa in fabbrica, non avrei avuto più il coraggio di restare passivamente a boccheggiare da qualche parte, ma oggi – complici se vogliamo le Amiche di Mestre – va proprio così. E’ quasi un’ora ormai, tralasciando la parentesi di pappa al pulcino, che sto qui a scribacchiare senza arrivare ad una conclusione soddisfacente.
Ieri sono stata più bravina, mi sono finalmente ricordata di comprare lo smalto trasparente per dare il tocco finale al teschio della cornacchia, e mi sono decisa anche a preparare il pennacchio/ventaglio di penne da attaccare al battente del mio tamburo.

In fin dei conti ho preparato un piccolo corredo “da viaggio”, appunto, visto che il corvo/cornacchia è fondamentalmente un messaggero. Per questo motivo ho preparato una bindrune, che in foto si vede pure male, riarrangiandomi idee prese online.

Mi piace assai. Sull’altare fa la sua porca figura.
Anche la borsina me la sono fatta io, una mattina intanto che Yuri era a lavorare, con tutti gli svanzerotti di pelle che abbiamo portato via per 8 euro al kg da quel grossista di Castelfranco. Devo ancora trovarci un bel fermaglio per chiuderla, a dire il vero, e non ho bene bene pensato se ne farò effettivamente una specie di “sacchetto medicina” o cos’altro, ma mi piace l’idea di averla e di tenerla come cavia da esperimenti. E’ pelosilla e morbidilla.
Adesso appena cala il sole magari qualcosa mi invento.


Il bello di Casa Giscard

Un altro episodio della serie “chiedi e ti sarà dato”…

…qualche giorno fa notavo, sulla bacheca di un’amica su Facebook, che aveva appena ‘concluso un affarone’ comprando su eBay un piccolo trofeo di capriolo per la modica somma di 15 euro. Non mi ero mai fatta un’idea di come potesse essere il mercato dei trofei di caccia – sicuramente non per quanto riguarda animali “nostrani” come caprioli, cervi, cinghiali et similia -.
perché da questo punto di vista noi siamo, forse, dei privilegiati. Non mi è mai capitato di dover comprare nessuno dei miei piccoli “trofei”. Per chi si fosse sintonizzato soltanto di recente su questa paginetta…

…il trofeo di cervo ce l’hanno regalato (per un Natale/Solstizio, se non ricordo male, era di qualcuno che se ne doveva disfare), la pelliccia di volpe l’abbiamo ereditata da un nonno di Yuri, il teschio del tasso e quello del capriolo li ho trovati io nel bosco; quello che non si vede (pelli di lepre, piume varie ed eventuali di poiana, anatra, gabbiano, cornacchia, il teschio di un caprone, la testolina di un merlo…) ha provenienze simili – tutte cose trovate in giro, o avute da amici e conoscenti. Mi piace che mi arrivino per le mani così, come un dono, o come messaggio, qualcosa su cui lavorare e riflettere. Fa parte della mia visione spirituale del mondo, dopotutto.
Certo, se mai volessi avere un qualche genere di feticcio di animali più particolari quasi certamente sarei costretta a comprarmelo… ma magari anche no, chissà. Dopotutto Tito, l’amico di Paolo, a casa sua aveva il teschio di un lupo e una pelle di orso, come si suol dire “le vie del Signore sono infinite”.

Insomma, tutto questo per dire che – spinta dalla curiosità – ho fatto un giro su un sito di cui avevo sentito parlare, http://larcadinoe.com. Qui trovate in vendita, al momento, tra le altre cose, crani di cornacchia a TRENTATRE’ euro. Il teschio di un tasso IN OFFERTA a QUARANTOTTO.
Io, ieri sera, ho trovato una cornacchia moribonda nella siepe del giardino del condominio che separa casa mia da casa di mia madre. Stamattina Yuri c’è passato di nuovo davanti mentre faceva il solito giro con Guinness, la povera bestia era morta, lui l’ha portata a casa e oggi pomeriggio me l’ha preparata: abbiamo preso la testa, le zampe e le penne remiganti… man mano che le varie cose saranno pronte non mancheranno le foto 😉
GRATIS.
Abbastanza esilarante la scena di oggi pomeriggio, quando è arrivato Simone per la consueta sessione D&D del giovedì: c’era un pentolino sul fuoco che bolliva, e nella vasca da bagno un secchiello pieno di penne nere messe a lavare. Grazie al cielo lui trova intriganti tutte le stramberie di casa nostra… se non altro, continua a venirci senza problemi!

Ad ogni modo, stamattina le paturnie mi hanno fatto fare un bel po’ di montagne russe emotive. La sorte della cornacchia mi aveva leggermente turbato… non sappiamo esattamente che cosa le sia successo, ma secondo Yuri dev’essere rimasta vittima di un altro animale perché aveva qualche segno di lotta sulla schiena e dietro la testa. Ci sono sempre tantissime cornacchie che fanno rumore in questa zona, ma tutt’oggi ho avuto l’impressione che gridassero più del solito. Ad un certo punto, poi – mentre ero in dormiveglia, credo – mi è parso di sentire un verso acuto come lo stridio di Cassiel quando il cane lo mette alle strette. Ma Guinness era sul letto con me, e quando mi sono alzata per andare a controllare fufino l’ho trovato che dormiva pacificamente sulla sua copertina-morbidina, in gabbia.
Ho pulito casa da cima a fondo, ho acceso il fornelletto bruciaessenze in salotto, ho persino preparato una candela con il disegno della sagoma di un corvo da accendere sull’altare come segno di rispetto e gratitudine; alla fine ho ritrovato una discreta pace interiore e mi è venuta persino voglia di farmi un caffè.
Stupidi ormoni, ridatemi il mio senso di intimo tepore.


AnteLithaRam

In questo Litha ho pensato parecchio alle Fate, ho pensato che mi piacerebbe molto prendere un grosso vaso – tipo quelli per piccoli alberi – e creare un minuscolo giardino per loro… un paio di piantine, una statuetta, magari la fontanella zen di Yuri che è ancora a casa dei suoi che prende la polvere. Ovviamente con Cassiel in casa questo non è più fattibile se non mi invento un sistema di renderlo a prova di zampine-manine.
L’ultima volta che siamo stati in vivaio (si parla ancora di quando Yuri si scervellava sul come rendere più acida l’acqua di rubinetto con la torba) avevo visto delle piccole serre di legno e vetro di sapore un po’… shabby? Si dice così? Ma chissà quanto costa prenderne una di dimensioni decorose.
Domani abbiamo in programma una grigliata a casina, ne approfitterò per vedere se lassù per sbaglio c’è qualcosa che possa fare al caso mio.

Ho pensato tanto anche agli animali, nella fattispecie ai miei. Ieri mattina è passato il maniscalco a fare la pedicure ai bimbuzzi fuori sede e li ha trovati tutti in ottima forma, anche Brandy, che sembrava quello con i piedi più disastrati. Cassiel e Guinness giocano insieme e sono adorabili, Pollo canta regolarmente – è indispettito perché in questa stagione di canottiere e spalle scoperte non sa più dove aggrapparsi – Lady Vashj ha fatto una muta di ben 60 cm ormai, e anche a Vespira non manca molto per cambiar pelle. Peraltro pensavo a quanto potrebbe essere divertente lasciare in giro un bel metro di pelle di boa, magari al parco giochi o ai giardinetti in piazza… se non fosse che la pelle di un serpente ha un certo potere nei lavoretti da strega e non vorrei sprecarne nemmeno una, sarebbe un bel colpaccio XD
Ad ogni modo, checché ne possano pensare tutti quelli come mio suocero che vedono gli animali soltanto come un intrigo quando è ora di andare in vacanza, io non saprei stare senza – ma sicuramente non sarei arrivata a questo punto se con Yuri non ci supportassimo (e sOpportassimo) a vicenda.
Stamattina ascoltando Tobia di Zucchero mi sono messa a piangere come una fontana!

A parte pensare e sistemare candele, pietre e fiori sull’altare per portare un po’ di verde estivo, ieri sera non ho combinato niente di interessante… anche se avrei potuto, era venerdì sera, ero a casa da sola e una volta tanto non c’era chissà che megamucchio di vestiti da stirare. Festeggeremo domenica pomeriggio con le comari prima che cominci il diluvio universale che ha promesso il meteo. Stasera intanto siamo qua, stipati in sei nella nostra minuscola magione a mangiare pollo al curry e a giocare una cosina che ha preparato Raffaella di cui ancora non so nulla di nulla.

Yay!


Nuovi Arrivi – Parte II

Ieri mattina ero veramente partita con l’idea di registrare un videolino per il mio povero canale abbandonato. Giusto qualche minuto di “comunicazioni di servizio” per rendere noto al mondo che non siamo morti (anzi!) e che tutto sommato mi ha fatto piacere ricevere messaggi di incoraggiamento per tornare a pubblicare videorecensioni.
Non avevo fatto i conti con il cantiere aperto che ho proprio sotto le finestre.
Quindi facciamo che, in caso, se ne riparla la settimana prossima.

Nel frattempo… ah, le prime fotille di Cassiel 🙂

Andiamo a casa!

Nel trasportino…

Ah, la cuccia morbidosa!

Sono un amore

The little Sleepyhead

Lo è proprio. Un amore, intendo. Decisamente non profuma di mughetto e gelsomino, ma gli abbiamo dato una sciacquata appena arrivati a casa – per togliergli il puzzo mefitico accumulato in due mesi di convivenza con fratellini, sorelline, mamma, papà, zii e nonni vari – e la situazione è notevolmente migliorata. Tanto per dire, ieri pomeriggio Guinness ha cominciato il calore e puzzava MOLTO più di lui. Adesso, se entro in casa e sento tanfo di furetto, so che qualcuno ha fatto caccapipì fuori dalla cassettina (niente che due colpi di Waescher Witt non possano risolvere).
Si sta ambientando velocemente, già ha capito che non deve mordermi a sangue o finisce di filato in gabbia. Stamattina abbiamo preso il caffè insieme, ha girato un pochino per casa e mi ha gratificato della sua prima “Danza della Felicità”… l’avevo letto su Ferrets for Dummies, cominciano a saltare di qua e di là facendo un sacco di versetti. Poi mi si arrampica sulle gambe che vuol venire in braccio, e poi vuole scendere di nuovo.
Non ha neanche problemi di sorta con il cane; stamattina s’è fatto spavaldo, e quando s’è reso conto che Guinness è tranquilla, l’ho visto girarle tra le zampe nella totale noncuranza della cosa. A Pollo non potrebbe fregare di meno, tanto lui sta in ingresso, in alto, su un mobiletto a prova di scalatore, e non hanno orari di libera uscita compatibili.

Il mio congelatore ha tre cassetti: in uno c’è cibo per umani, uno è pieno di quaglie surgelate, il terzo invece ha topi e ratti. Ieri a mezzogiorno il corriere mi ha portato uno scatolone da Rapax Mangimi, c’erano due ragazzine sedute sulle scale giusto fuori dalla mia porta quando è suonato il campanello, se non ho esordito con “oh, il mio paccone di topi morti!” è stato solo merito loro, avevo paura che mettessero in giro voci strane. Mi sentivo particolarmente spiritosa, comunque… insomma, stavo ritirando ratti congelati per i miei serpenti, suonava fico.


Nuovi Arrivi – Parte I

Mi rompe che le teche siano in alto sul futuro mobile tv e io non riesca a guardarci dentro senza prendere una seggiola. Giovedì pomeriggio Ivan ha avuto il coraggio di dire “tu non sai cosa vuol dire essere una Nana”… lo strozzo.

Comunque… bah, il Reptiles Day quest’anno m’è sembrato un po’ moscio, m’è parso che non avesse proprio proprio tutto il fantasmagorico assortimento che c’era un anno fa. Certo, serpenti  un’infinità – il tizio di Serpentarium da cui avevamo comprato Vashj l’anno scorso era ancora allo stesso posto con lo stesso tavolo lunghissimo completamente ricoperto di pantherophislampropeltis – tantissime tartarughe (soprattutto di terra) a prezzi veramente porcellosi, profusioni di gechi, camaleonti, pogone varie ed eventuali… ma, per dire, non ho ritrovato quelli che avevano gli scarabei sbrilluccicosi, e anche di insetti stecco c’era poco assortimento. Ma magari è stata una mia impressione perché noi eravamo partiti con l’idea del boa e quindi non ci siamo persi più di tanto a guardare altro. Men che meno i cincillà di La Plata ç___________ç

Alla fine, dopo tanto penare, abbiamo scelto il nostro boa. Anzi, la nostra boa.
E’ una “pastel dream” di due anni, molto bella, pagata poco perché alcune delle “selle” sono lievemente aberranti (Yuri dixit). Io che sono capra e a malapena distinguo un boa da un pitone – figuriamoci un constrictor constrictor da un constrictor imperator – la trovo molto bella E BASTA. E’ anche coccolosa. Credo che alla fine siamo riusciti a giungere ad un accordo sul nome, all’alba delle 23 di questo sabato sera casalingo, e si chiamerà Vespira, per far bene il paio con Lady Vashj.

Cassiel invece è slittato a mercoledì… venerdì non è stato possibile fargli le vaccinazioni e in ogni caso l’allevatrice vuol tenerselo almeno un giorno in più dopo le iniezioni per scongiurare anche il minimo rischio di reazione allergica, per cui se ne riparla all’inizio della settimana prossima. Dopo aver aspettato due mesi, non sono certo due giorni che mi rovinano la vita.

Oddei questa casa è uno zoo.


Cavalli sotto la neve

Stavolta sì che ne fa tanta!